Il silenzio della palude
film del 2020 diretto da Marc Vigil
Il silenzio della palude
Titolo originale |
El silencio del pantano |
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Lingua originale | spagnolo |
Paese | Spagna |
Anno | 2019 |
Genere | thriller |
Regia | Marc Vigil |
Soggetto | Juanjo Braulio |
Sceneggiatura | Carlos de Pando, Sara Antuña |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Il silenzio della palude, film spagnolo del 2019 con Pedro Alonso, regia di Marc Vigil.
Frasi
modifica- Valencia non è una città marittima, non lo è mai stata. Di fatto è una città fluviale sorta su un'enorme palude. Bonificata nei corsi dei secoli per far prosperare la campagna valenciana e dare ricchezza alla città. Ricchezza che hanno goduto sempre i soliti. La città è entrata nel XXI secolo innamorata di se stessa. La Formula Uno, la Coppa America di vela. La città delle Arti e delle Scienze. Un autocompiacimento di cui nessuno si ritiene responsabile. Oggi la palude non si vede più da nessuna parte ma questo non significa che non esista. È ancora là fuori, solo un po' più in basso. Come un cadavere seppellito male, zeppa di anguille e di canne. Entrambe hanno iniziato ad invadere il Palazzo del Governo. Prima sono arrivate le anguille, creature ripugnanti, ibridi pesce/serpente che vivono nel fango e si nutrono di lerciume. Lui li conosceva bene, perché un tempo era stato uno di loro. Osservava come si davano la mano, come si stringevano in abbracci falsi quanto i loro sorrisi. Scrittori arrivisti, blogger dall'ego strabordante, promotori culturali, editori. Erano tutti lì ad aspettare i veri padroni della palude, l'unica specie che attecchisce senza bisogno di arare, fertilizzare, irrigare la terra... le canne. Alte e forti, però vuote dentro. Le canne sono le vere regine degli acquitrini, della città. Le canne hanno radice nella politica, nelle associazioni padronali, nei sindacati, nelle Università e nello sport. Dappertutto. (Q)
- Per un certo periodo anche lui aveva aspirato ad entrare in quell'olimpo di potenti, ma si era reso conto ben presto di non essere né un'anguilla né tanto meno una canna. Lui era un essere diverso, molto più pericoloso. (Q)
- I sessantasette negozi erano proprio sotto il nostro naso ed erano di quelli la cui chiusura non destavano il minimo sospetto. Bar deserti, negozi di parrucchieri senza clienti, ristoranti con menù che non attiravano nessuno. Negozi dalla vita effimera, ma sufficiente per la loro funzione: riciclare il denaro proveniente dallo spaccio di droga. Singolarmente non attiravano l'attenzione di nessuno, ma tutti insieme, ben gestiti, muovevano milioni di euro. (Q)
- Viviamo circondati da un muro di canne che affondano le radici nella palude. Visto da qua, è alto, svettante e perfino bello, ma sotto le fondamenta... nella melma putrida. Chi abbia tentato di sradicare un canneto che ha invaso un campo coltivato, sa bene cosa succede. Si possono tagliare le canne, bruciarle, cospargere di sale il terreno... non servirà a niente. (Q)
- È così che funziona nella vita: o fotti o ti fottono. (Falconetti)
Dialoghi
modifica- Maria: E quindi non sapremo mai... perché uccide?
Q: Perché può farlo. - Isabel: Non dimenticate che si tratta di una figura politica di alto livello. Non possiamo permettere che i politici scompaiono.
Ispettore: Non possiamo permettere che scompaia chiunque, Signora Delegata...
Isabel: Figuriamoci, è ovvio.
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