Giallo napoletano
film del 1979 diretto da Sergio Corbucci
Giallo napoletano
Titolo originale |
Giallo Napoletano |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1979 |
Genere | giallo, commedia, grottesco |
Regia | Sergio Corbucci |
Soggetto | Sergio Corbucci |
Sceneggiatura | Sergio Corbucci, Giuseppe Catalano, Sabatino Ciuffini, Elvio Porta |
Produttore | Achille Manzotti |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Note | |
Musiche: Riz Ortolani |
Giallo napoletano, film italiano del 1979 con Marcello Mastroianni e Michel Piccoli, regia di Sergio Corbucci.
Frasi
modifica- Capece, a me in questa città mi ci hanno mandato. E mi sta bene, perché io Napoli la amo moltissimo. Ma i napoletani che vogliono fare i furbi come lei, mi fanno girare le guallere! (Voghera) [a Raffaele]
- Albì, fa' tu! Però nun me fà vedé, pecché me fa impressione! (Sella) [ad Albino, ordinandogli di buttare giù Raffaele dal terrazzo del palazzo dove abita]
- Raffaele Capece, dovete sapere che sotto quest'aspetto bonario si nasconde un figlio di puttana capace di prendere a calci nel culo anche la madre del tenente Sheridan! (Voghera)
- Io volevo già chiamare un artichecco. Chiamavo un artichecco di quelli moderni, ma facevo 'na bella casa per te, per te! Perché tu hai bisogno di un periodo di riposo! (Natale) [a Raffaele, dopo che Sella e Albino gli hanno sfasciato la casa in cerca della bobina misteriosa]
- Lei è un problema del Mezzogiorno che io intendo risolvere! (Voghera) [a Raffaele]
- Raffaele Capece, io adesso vi porto in Questura, e se non vi decidete a dire per filo e per segno tutta la verità, io vi tengo dentro finché non vi è guarita la gamba! (Voghera)
- Marco Cohen l'ho ucciso io. (Navarro)
Dialoghi
modifica- Voghera: Espòsito!
Appuntato Esposito: Dottó, veramente mi chiamo Esposìto.
Voghera: Eh vabbè, Èsposito, fallo firmare e mandalo via. - Sella: Sentite, Don Raffaè, voi avete fatto questa benedetta serenata, vi ricordate?
Raffaele: Sì.
Sella: E chi ve l'ha fatta fà?! Chi?! Chi ve l'ha fatta fà?! Chi?!
Raffaele: È quello che dico pure io: ma chi me l'ha fatto fà?! - Raffaele [notando che Navarro zoppica, al pari di lui]: Ma...la gamba?
Navarro: Ah... una partita di polo. E lei, polo?
Raffaele: No, polio! - [Da Raffaele, dopo avergli sfasciato tutta la casa in cerca della bobina misteriosa]
Sella: Don Raffè, avevate ragione voi: la bobina, qua, non ci sta.
Raffaele: Eh no, non ci sta...
Sella: E allora se la bobina qua non ci sta, voi a che cazzo servite? - [Da Raffaele, dopo avergli sfasciato tutta la casa in cerca della bobina misteriosa]
Sella: Signor Natale, il professor Rafèle qui presente ha avuto una crisa, una crisa artistica.
Natale Capece: Ah, una crisa...
Sella: Sì. Lui si è fatto una suonata col mandolino, e non gli è venuta bene, e nell'arrabbiatura ha scassato tutt' cos'. - [All'aeroporto di Capodichino, prima della partenza di Lucia per Ginevra]
Lucia: E a te come t'è venuto in testa di venire qua?
Raffaele: Eh, quella è stata una voce di dentro. Io stamattina stavo andando a lavorare da Donna Filumena, quando quella vocella mi ha detto: "Raffaè, ma dove vai? Tu devi andare all'aeroporto, perché lì ci sta Lucia che sta partendo e ti lascia come un fesso!".
Lucia: Lo sai che sei strano oggi? Tieni una faccia che non mi piace per niente
Raffaele: Eh Lucia, quella è la faccia mia, ch'aggia fà...
Lucia [dopo aver ascoltato l'annuncio del suo volo]: Be', ci salutiamo.
Raffaele: Ti posso dire un'altra cosa?
Lucia: Dimmi.
Raffaele: Ecco vedi, sempre quella vocella, stamattina, mi ha fatto nascere il sospetto che in tutta questa storia tu mi hai preso solo per il sedere, per non dire "culo" che davanti a una signora non sta bene. Perché mo tu sei una signora, con tutto quello che hai ereditato. Tanti soldi, pure più di quelli che speravi di ricavare dal ricatto!
Lucia: Ma che stai dicendo?
Raffaele: Io sono sicuro che a Ginevra non ci sta solo l'avvocato che ti aspetta, ma ci sta pure un bel giovane biondo che guarda caso rassomiglia a Walter, e che guarda caso rassomiglia pure alla bionda della serenata.
Lucia: Ma sei pazzo, Raffaè? Walter è morto, e i morti vanno lasciati in pace.
Raffaele: Quando sono morti. Eh, ma quello il cadavere non si è mai trovato. Perché se il cadavere si fosse trovato "vivo", avrebbe dovuto rispondere di molti reati.
Lucia: È per dirmi tutte queste cattiverie che sei venuto fino qua?
Raffaele: No. Per dirti anche che il magnetofono a filo trovato nella casa del nano, e dal quale voi avete ricavato la bobina, io l'ho riportato alla sua legittima proprietaria, la diabolica Suor Angela. La quale, quando all'ospedale incontrò Walter, il figlio dell'uomo che odiava, vi suggerì l'idea del ricatto: a lei la vendetta, a voi i soldi. Un piano geniale, non c'è che dire. Ma ormai tutto ciò non ha più importanza. Navarro ha pagato il suo delitto, i delinquenti si sono ammazzati tra di loro, e tu hai avuto quello che volevi: siamo tutti contenti.
Lucia: È proprio vero che gli artisti vivono di fantasia. [lo bacia]
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