Giacinto Amati

teologo e scrittore italiano

Giacinto Amati (1778 – 1850), teologo e scrittore italiano.

Rilievo-ritratto dalla lapide commemorativa a Giacinto Amati sulla facciata della chiesa di San Carlo al Corso a Milano

Viaggio da Milano in Africa

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  • Anche qui [Voltri] si può visitare la ragguardevole villa Brignole-Sale, situata al disopra del borgo in faccia al mare. In essa è radunato quanto può mai desiderare il soggiorno di un gran signore. (p. 570)
  • Sestri di ponente è anch'esso un grosso borgo di circa 5,000 abitatori. I colli che s'ergono maestosi di belle verdure e di festanti alberi danno un grato risalto alle spesse ville, ai graziosi casini di campagna, ai fiorenti giardini, olezzanti per la quantità delli agrumi e dei fiori che spandono il più delizioso profumo nell'aere. (p. 570)
  • [...] ricorderemo la magnifica villa del marchese Marcello Durazzo, resa celebre non solo per la magnificenza delle sue costruzioni, dei molti ornamenti d'ogni genere, per il copioso gabinetto di storia naturale che si può vantare per uno dei più ricchi e più ordinati d'Italia. Questo gabinetto è stato formato dal marchese Filippo Durazzo, il quale ha saputo con molta industria riunire sì gran numero di oggetti appartenenti al regno animale come a quello minerale. La collezione dei zoofiti, cioè di quelli animali che all'esterna forma s'assomigliano alle piante, può dirsi, nel suo genere e per la sua conservazione, quasi unica in Europa. Non parlo poi del vago giardino, bastando dire che ivi ritrovasi quanto si può desiderare di aggradevole e delizioso. (p. 571)
  • L'opera però che accrescerà maggior fama alla famiglia Durazzo è il magnifico ponte su la Polcévera, monumento colossale che richiama i bei tempi d'Augusto, e che paleserà alla più tarda posterità quanto valsero nel cuore dei Durazzo le ricchezze impiegate al ben publico perpetuo e alla gloria della loro patria. (571)
  • San Pier d'Arena, sobborgo ragguardevole, che a città distinta potrebbe essere pareggiato, a motivo delle tante sue case, dei magnifici suoi palazzi, delle splendide sue ville che abbellano i suoi colli, e della sua popolazione, di circa 7,000 anime, che vive agiatamente per cagione di commercio o per titolo di possedimenti.
    La splendidezza genovese in questo sobborgo dispiegasi sotto tutti i rapporti del lusso, del buon gusto e del buon volere di spendere a lustro della propria patria, a vantaggio dell'indigente che ne trae sua sussistenza dalle opere ordinate dalla liberal mano del ricco. (pp. 571-572)
  • La sontuosa villa, già Imperiali, ora del conte Scassi, fabricata come l'antecedente su 'l disegno di Galeazzo Alessi, è veramente grandiosa. La facciata, il gran cortile, la fuga delle stanze, le adjacenti peschiere, ecc., sono un complesso di non communi delizie. Questa villa è aggiardinata, ornata di grotte, di belle fontane e di graziose cascate d'acqua. (p. 572)
  • [Su Genova] Situata alla riva del mar ligustico, ai piedi delli Appenini, in mezzo a due incomparabili riviere, conosciute sotto nome di levante l'una, di ponente l'altra; fabricata a foggia di anfiteatro allo stremo del più bel golfo del Mediterraneo, sul pendio d'uno scoglio nudo e arido che l'obbligò a chiedere il soccorso dell'arte, onde supplire a quanto aveale negato natura. (pp. 576-577)
  • La magnificenza poi e la ricchezza dei tanti suoi palagi, la scenica prospettiva del suo porto e dei tanti edifizj antichi e moderni che lo coronano, fanno di Genova una città da non sostener confronto. Tutte le arti concorsero ad abbellire i palazzi di Genova, i suoi publici stabilimenti e i suoi templi. In ogni parte le opere di scultura abondano, i lavori della pittura richiamano l'attenzione non meno dell'amatore che dell'artista. (p. 577)
  • Le strade interne di Genova generalmente parlando sono tortuose e strette che a vichi potrebbonsi assimigliare. Ma da non molti anni alcune se ne riformarono e di nuovo se ne costrussero che hanno dato anima, vita e aspetto ben diverso ad una città di singolari bellezze. Tal è la via che muove dalla piazza Aquaverde, passa a rettilineo la contrada Balbi, ed attraversata la piazza dell'Annunciata, va ad unirsi alla via Novissima, la quale dopo il suo semicerchio si congiunge con l'altra nuova che, bella ed ampia, introduce su la piazza delle Fontane Amorose dove inalzansi i sette palazzi fabricati con architettura veramente suntuosa. (p. 581)
  • Dalla piazza delle Fontane Amorose si ascende al passeggio dell'Aquasôla [...] Tra i due grandi archi trovansi, da ambedue le parti, larghissime scalée, ciascuna di sessantasei gradi, ripartite in tre andari, che conducono al grazioso passeggio tutto festante di verdi alberi, ricco di fiori con bell'ordine siepati, rallegrato ancor più da fontane ad alto e basso getto. Le grate ombre poi che spandono le ben disposte piante d'alto fusto, i commodi sedili, li imponenti punti di vista, il cantier, il Lazaretto, le fortificazioni, la torre, l'edifizio Serra, i cento suntuosi palazzi, la ridente collina d'Albáro, ma più ancora l'ilarità, l'ozio d'ogni ordine di persone che il passeggio frequentano, l'aura balsamica, l'olezzo che su l'imbrunir del giorno dintorno si spande, oh come il passeggio dell'Aquasôla l'anima inebbria d'innocente e deliziosa voluttà! (pp. 581-582)
  • Presso questo tempio vi ha il sorprendente ponte detto di Carignano che mette in communicazione le due colline di Sarzano e di Carignano, costrutto con sette archi, dei quali i tre di mezzo hanno venticinque metri per ciascuno di diametro o di apertura. Ma la sua smisurata elevazione sorprende chiunque lo osserva al basso dello stesso. Questa magnifica opera, che a buon diritto può cihamarsi romana, devesi alla generosità della stessa ragguardevole famiglia Sauli. (p. 586)
  • Palazzo Durazzo, via Balbi. La facciata, i grandi appartamenti, la ricchezza dell'addobbatura, il cortile, le colonne, le statue, i giardini pénsili formano un complesso di suprema magnificenza. La galleria dei quadri gareggia con le più insigni di tal genere. (p. 589)
  • Palazzo Brignole Sale, via Nuova, conosciuto sotto il titolo di Palazzo rosso. Questo è uno dei più belli edifizj che trovansi su questo magnifico corso; esso appartiene a S. E. il marchese Antonio Brignole Sale. È decorato di un vasto porticato con una corte circoscritta da quatordici colonne di bianco marmo, d'ordine dorico. Li appartamenti sono proprj di una regale residenza. Ma la galleria ripartita in diverse sale supera ogn'altra in preziosità e fors'anco in numero quelle esistenti in Genova. (p. 589)
  • Palazzo Pallavicini, via Carlo Felice. Grande e magnifico palazzo con un vasto porticato adorno di diversi busti. Basterà accennare fra tutte le bellezze di questo singolare edifizio il salone a destra che reca sorpresa a chiunque vi entra; l'oro vi è sparso con tutta profusione; come anche altre sale sono decorate di preziosi dipinti e di quadri appartenenti ai capi-scuola del secolo della pittura. (p. 591)
  • Palazzo Doria Panfili. Fuori della porta di s. Tomaso tra le due cerchie di Genova trovasi questo palazzo; e ognuno resta sorpreso allorchè entra nel medesimo, reso già celebre per la dimora del grande ammiraglio Andrea Doria, chiamato il terrore dei mari. Questo palazzo è una regia la più magnifica, la più suntuosa per la sua estensione, per la sua situazione, per le sue grandiose costruzioni, per i suoi dipinti, per i preziosi e ricchi ornamenti, per le ben disposte gallerie foggiate a colonnato per ben duecentocinquanta piedi in lunghezza, per il terreno aggiardinato, per la bella collina e per la prospettiva estesissima, attraente che lascia ognora in chi va a visitarla vivo desiderio di presto rivederla. (p. 592)
  • La Loggia dei Banchi, viene dai Genovesi chiamata un bell'azzardo, a motivo dell'arditezza di sue costruzioni. La sua vôlta è sostenuta da sedici colonne d'ordine dorico. Le sue belle proporzioni la rendono ancor più suntuosa.
  • Il Palazzo dell'Università è un edifizio suntuoso e di buono stile. Basta osservare il vestibolo, se bene piccolo, le tante colonne di marmo, le sue grandiose scalée, i cortili, le gallerie, ecc., per giudicare della magnificenza e della bella armonia delle parti che lo compongono. (p. 596)
  • Il primo [teatro di Genova] è il Teatro Carlo Felice, che per la sua vastità, per la sua suntuosa decorazione interna ed esterna, per l'eleganza del grandioso suo vestibolo, per le tante belle sculture di statue, di bassi-rilievi e di ornamenti si può a buon diritto annoverare tra i pochi insigni di simil genere e tra i più belli d'Italia e di tanti altri Stati. (p. 597)
  • Ospizio dei Poveri. Questo edifizio, cominciato del 1654, è nel suo genere il più sorprendente e diremo anche il più vasto non solo di Genova ma d'Italia ancora. Chiunque mette piede in quell'asilo di beneficenza resta compreso da stupore e da ammirazione. (p. 598)
  • Ma non lascerò di ricordare un edifizio di tanta utilità a Genova. Questo è il magnifico aquidutto, che se bene opera magnifica del medio-evo, chiunque lo vede lo crederebbe costruzione romana. Fu questo fabricato a spese della città di Genova: va a ricevere le aque al confluente dei due Bisagni, là in quella località vulgarmente chiamata schiena d'asino, percorrendo lo straordinario spazio di oltre 25,000 metri. Attraversa non pochi torrenti mediante edifizj con tutta solidità costrutti, alcuni dei quali di una immensurabile elevatezza. Una parte fu nuovamente ricostrutta, e si lodano li archi. L'aquidutto è formato in pietre da taglio; e se si cerca un difetto non si può trovare che nell'essere l'aquidutto nella maggior tratta scoperto. (p. 600)

Bibliografia

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  • Giacinto Amati, Viaggio da Milano in Africa (visitando il Piemonte, la Savoja il mezzodì della Francia e l'Algeria col ritorno per Nizza e Genova), Ditta Angelo Bonfanti, Milano, 1845

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