George Harrison

cantautore, polistrumentista, compositore e produttore discografico britannico (1943-2001)

George Harrison (1943 – 2001), cantautore, polistrumentista e compositore britannico, membro dei Beatles.

George Harrison, 1974

Citazioni di George Harrison modifica

  • Oggi penso che tutto ciò che abbiamo fatto finora sia spazzatura. Agli altri magari piace quello che abbiamo fatto, ma noi non ci illudiamo. Non significa nulla rispetto a ciò che vogliamo realizzare adesso.[1]
  • Non sono uno dei tanti che sa suonare la chitarra. So scrivere un po'. Non credo di saper fare nulla particolarmente bene ma credo che, in un certo senso, sia necessario che io sia esattamente così.[2]
  • La mia idea per "My Sweet Lord," visto che suonava come una canzone pop, era di metterci dentro di soppiatto qualcosina. Il punto era fare in modo che la gente non venisse offesa con l'"Alleluia"; quando si arriva a "Hare Krishna", sono ormai già presi, il loro piede sta tenendo il ritmo, e stanno cantando "Alleluia", il che li culla in un senso di falsa sicurezza. E ad un tratto diventa "Hare Krishna", e si mettono a cantarlo prima di capire cosa sta succedendo, e penseranno "Ehi, credevo di immaginare che non mi piacessero gli Hare Krishna!"[3]
  • La musica rap è solo una schifezza computerizzata. Sto a sentire Top of the Pops e dopo tre brani mi viene voglia di ammazzare qualcuno.[4]
  • Abbiamo ricevuto una telefonata. Non so chi di noi ha risposto, forse John. È sbiancato improvvisamente: "Brian è morto". Si è saputo pochissimo, solo che era stato trovato morto. È strano che sia successo proprio allora, quando avevamo appena iniziato con la meditazione. Può anche non sembrare una circostanza fondamentale, ma lo è stata. L'aver iniziato un viaggio all'interno di noi è stato un gran cambiamento nella nostra vita, e il fatto che Brian abbia tirato le cuoia proprio quel giorno è stato così strano. Così abbiamo piantato in asso tutto e siamo usciti incontro ai giornalisti. Abbiamo detto un casino di volte che eravamo "scossi e storditi". Siamo saltati in macchina e siamo tornati a Londra.[5]
  • Mi piacerebbe pensare che tutti i vecchi fans dei Beatles sono cresciuti e si sono sposati e hanno avuto bambini e sono tutti più responsabili, ma hanno ancora uno spazio nei loro cuori per noi.[6]
  • Nell'insieme non avrebbe proprio importanza se non avessimo mai fatto dischi o cantato una canzone. Non è importante quello. Quando muori avrai bisogno di una guida spirituale e di una conoscenza interiore che vada oltre i confini del mondo fisico. Con queste premesse direi che non ha molta importanza se sei il re di un paese, il sultano del Brunei o uno dei favolosi Beatles; conta quello che hai dentro. Alcune delle migliori canzoni che conosco sono quelle che non ho scritto ancora, e non ha neppure importanza se non le scriverò mai perché sono un niente se paragonate al grande quadro.[7]
  • La morale della storia è che, se accetti gli alti, dovrai passare anche attraverso i bassi. Nelle nostre vite abbiamo imparato a conoscere l'amore e l'odio, gli alti e i bassi, il bene e il male, le sconfitte e le vittorie. Era come una versione amplificata di quello che vive chiunque altro. Quindi, essenzialmente, va bene. Qualsiasi cosa sia accaduta è positiva se ci ha insegnato qualcosa, ed è negativa solo se non abbiamo imparato: "Chi sono? Dove sto andando? Da dove vengo?"[8]
  • Per tutti quegli anni c'è stato fra noi un legame molto stretto. I Beatles non potranno mai dividersi davvero perché, come abbiamo detto al momento della separazione, non c'è davvero alcuna differenza. La musica c'è, i film sono ancora lì. Qualsiasi cosa abbiamo fatto c'è ancora e ci sarà per sempre. Quel che c'è, c'è, non era poi così importante. È un po' come Enrico VIII, o Hitler, o uno di quei personaggi storici sui quali fanno sempre vedere dei documentari: il loro nome resterà scritto per sempre, e senza dubbio lo sarà anche quello dei Beatles. Ma la mia vita non è cominciata con i Beatles e non è finita con loro. È stato come andare a scuola: sono andato a Dovedale, poi al Liverpool Institute e poi per un po', alla Beatles University, poi ho abbandonato l'università e, adesso, sto trascorrendo il resto della mia vita. In fin dei conti, come ha detto John, era solo un complessino rock. Ha fatto molto, ha significato molto per tanti, ma non era poi così importante.[9]

Citazioni su George Harrison modifica

  • A me non piaceva la roba psichedelica. All'inizio ero una maniaca dei Beatles. Li rincorrevo e mi sono scagliata su George Harrison nel 1964 e sono stata arrestata. [...] È successo al JFK, all'epoca si chiamava Idlewild Airport. Andai all'aeroporto, non c'era molta gente, così scavalcai la barriera e saltai addosso a George, il mio preferito. Ma lì finì la mia mania per i Beatles, perché invece di guardarmi con l'amore che mi aspettavo, mi guardò con orrore. E fu una delusione. Era la prima volta che ero diventata una vera fan, non lo ero mai stata prima. E non lo sono più stata dopo. (Aline Kominsky-Crumb)
  • Mi sono affezionato a George. Gli ho dato l'autobiografia di uno yogi ed è così che ha iniziato a interessarsi alla cultura vedica e alle cose indiane. (Ravi Shankar)
  • Siamo nel 94, lui era un grande appassionato di moto. Nell’hospitality di Schwantz mi arriva 'sto qua col figlio e dice: "Ma tu sei Carlo Pernat?". E io: "Sì". Lui: "Me lo fai un autografo per mio figlio?". Ho pensato che fosse un rompicoglioni... Quando mi hanno detto chi era, belin, gli son corso dietro, mi son mezzo inginocchiato, gli ho detto sorry. Cazzo, è stato lui a dire a me "are you Carlo Pernat", ti rendi conto? (Carlo Pernat)

Note modifica

  1. Citato in Chris Ingham, Guida completa ai Beatles, Antonio Vallardi Editore, 2005, p. 60. (George Harrison si riferisce al periodo precedente la realizzazione dell'album dei Beatles, Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, novembre 1966)
  2. Citato in Chris Ingham, Guida completa ai Beatles, Antonio Vallardi Editore, 2005, p. 167. (Anno 1971)
  3. Dall'intervista a Mukunda Goswami, 4 settembre 1982.
  4. Citato in David Bennahum, The Beatles — After the Break-up: In Their Own Words, 1991, p. 54.
  5. Citato in The Beatles Anthology, p. 264. (George Harrison si riferisce a quando, il 27 agosto 1967, mentre erano a Bangor nel Galles, ad un convegno sulla meditazione trascendentale, ricevettero la notizia della morte del loro manager, Brian Epstein)
  6. Citato in The Beatles Anthology, p. 357.
  7. Citato in The Beatles Anthology, p. 355.
  8. Citato in The Beatles Anthology.
  9. Citato in The Beatles Anthology, p. 354.

Bibliografia modifica

Film modifica

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