Forte di Fenestrelle

forte nel comune italiano di Fenestrelle (TO)

Citazioni sul Forte di Fenestrelle.

  • Ma già di lontano avevamo visto uno dei più straordinari edifizi che possa aver mai immaginato un pittore di paesaggi fantastici: una sorta di gradinata titanica, come una cascata enorme di muraglie a scaglioni, che dalla cima d'un monte alto quasi duemila metri vien giù fin nella valle, presentando il contorno d'uno di quei bizzarri colossi architettonici che vedeva Gustavo Doré coi suoi grandi occhi di mago: l'immagine di un vastissimo chiostro medievale, d'un tempio smisurato di Cheope, d'una immane reggia babilonese; che so io? un ammasso gigantesco e triste di costruzioni, che offre non so che aspetto misto di sacro e di barbarico, come una necropoli guerresca o una rocca mostruosa, innalzata per arrestare un'invasione di popoli, o per contener col terrore milioni di ribelli. Una cosa strana, grande, bella davvero. Era la fortezza di Fenestrelle. (Edmondo De Amicis)
  • [Cavalcando il filone neoborbonico delle mistificazioni pseudostoriche su Fenestrelle] Quello che avvenne dopo il 13 febbraio 1861 fu invece un vero e proprio arbitrio. Molti ufficiali [dell'esercito del Regno di Napoli] furono tenuti nelle carceri del nord parecchi mesi. Alcuni non tornarono più a Napoli, trasferendosi a Roma. Altri si isolarono nella loro vita privata. A porre fine giuridicamente alla persecuzione nei loro confronti, arrivò l'amnistia disposta dal re nel 1863, concessa soprattutto come atto di riconciliazione verso i garibaldini dopo l'Aspromonte. Ma le sofferenze dei soldati napoletani continuavano. Oltre ai centri di raccolta, i piemontesi avevano realizzato due veri e propri campi di prigionia. Il più noto era nell'inaccessibile fortezza di Fenestrelle, vicino Torino.
    Se la maggior parte dei soldati borbonici prigionieri veniva considerata irrecuperabile, con scarse possibilità di inserimento nell'esercito nazionale, allora bisognava cercare di "rieducare" i più irrequieti, tenendoli lontani dai loro paesi, dove avrebbero potuto alimentare la ribellione armata. Un obiettivo affidato al regime detentivo. Le carceri più dure furono istituite essenzialmente nel forte di San Maurizio Canavese e nella fortezza di Fenestrelle [...]. Formata da una serie di roccaforti in successione, quasi incastrata tra le montagne, Fenestrelle venne costruita ai primi del '700 dai Savoia per difendere i confini del Regno. Scrisse, nel confermare il ruolo di quella fortezza nei confronti dei soldati napoletani, la Civiltà cattolica [del 25 gennaio 1861[1]]: «Per vincere la resistenza dei prigionieri di guerra, già trasportati in Piemonte e Lombardia, si ebbe ricorso ad uno spediente crudele e disumano, che fa fremere. Quei meschinelli, appena coperti da cenci di tela, e rifiniti di fame perché tenuti a mezza razione con cattivo pane e acqua e una sozza broda, furono fatti scortare nelle gelide casematte di Fenestrelle e di altri luoghi posti nei più aspri siti delle Alpi. Uomini nati e cresciuti in clima sì caldo e dolce, come quello delle Due Sicilie, eccoli gittati, peggio che non si fa coi negri schiavi, a spasimar di fame e di stento tra le ghiacciaie! E ciò perché fedeli al loro giuramento militare ed al legittimo Re!» (Gigi Di Fiore)
  • Scoprii così che il forte di Fenestrelle [...] è considerato da molti, nel Sud, un antesignano di Auschwitz, dove migliaia, o fors'anche decine di migliaia, di reduci meridionali dell'esercito borbonico sarebbero stati fatti morire di fame e freddo e gettati nella calce viva, all'indomani dell'Unità. Questa storia è riportata, con particolari spaventosi, in innumerevoli siti; esistono comitati "Pro vittime di Fenestrelle" e celebrazioni annuali in loro memoria [...]. Che il governo e l'esercito italiano, fra 1860 e 1861, avessero deliberatamente sterminato migliaia di italiani in Lager allestiti in Piemonte, nel totale silenzio dell'opinione pubblica, della stampa di opposizione e della Chiesa, mi pareva inconcepibile. Ma come facevo a esserne sicuro fino in fondo? Avevo davvero la certezza che Fenestrelle non fosse stato un campo di sterminio, e Cavour un precursore di Himmler e Pol Pot? Ero in grado di dimostrarlo, quando mi fossi trovato a discutere con quegli interlocutori in buona fede? Perché proprio con loro è indispensabile confrontarsi: con chi crede ai Lager dei Savoia e allo sterminio dei soldati borbonici perché è giustamente orgoglioso d'essere del Sud, e non si è reso conto che chi gli racconta queste favole sinistre lo sta prendendo in giro. L'unica cosa era andare a vedere i documenti, vagliare le pezze d'appoggio citate nei libri e nei siti che parlano dei morti di Fenestrelle, e una volta constatato che di pezze d'appoggio non ce n'è nemmeno una, cercare di capire cosa fosse davvero accaduto ai soldati delle Due Sicilie fatti prigionieri fra la battaglia del Volturno e la resa di Messina. [...] Col mestiere che faccio, dovrei aver imparato a non farmi illusioni; e invece finisco sempre per farmene. Forse, dopo tutto, sta tramontando la stagione in cui in Italia si poteva impunemente stravolgere il passato, reinventarlo a proprio piacimento per seminare odio e sfasciare il Paese, senza che questo provocasse reazioni pubbliche e senza doverne pagare le conseguenze in termini di credibilità e di onore. (Alessandro Barbero)
  • [Sulle mistificazioni pseudostoriche circa il Forte] Sono andato a vedere se la documentazione immensa – perchè ogni burocrazia, ogni Stato, ogni esercito produce un'immensa documentazione – prodotta in quegli anni permette davvero di ricostruire cosa è successo a quei 100 000 uomini, a quegli 8 000 fra loro che sono stati effettivamente portati al nord come prigionieri di guerra alla fine del 1860, e a tutti gli altri. La documentazione [sabauda] permette di ricostruire in modo molto dettagliato cosa volevano fare di loro le autorità sabaude, cosa gli hanno fatto e cosa è accaduto a questa gente... è la storia di un'epoca di conflitto, di guerre, di traumi, non è in nessun modo una storia di sterminio... il punto che a me interessa è: si dice, si scrive e si crede che lo Stato italiano tra il 1860 e il 1861 ha scientificamente sterminato migliaia di italiani, facendoli morire di fame e di freddo. Questo non è vero. (Alessandro Barbero)
  • Tra il 1860 e il 1861 vennero segregati nella fortezza di Fenestrelle migliaia di soldati dell'esercito delle Due Sicilie che si erano rifiutati di rinnegare il re e l'antica patria. Pochi tornarono a casa, i più morirono di stenti. I pochi che sanno s'inchinano. (epigrafe)[2]
Il Forte di Fenestrelle (2014)

Note modifica

  1. Cfr. Giordano Bruno Guerri, Il sangue del Sud: antistoria del Risorgimento e del brigantaggio, Mondadori, Milano, p. 47. ISBN 9788852048302
  2. Lapide — ora rimossa — che era stata affissa presso la Fortezza, cavalcando il filone neoborbonico delle mistificazioni pseudostoriche su Fenestrelle.

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