Epitaffi dai libri

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Raccolta di epitaffi tratti dai libri.

  • «Cosimo Piovasco di Rondò – Visse sugli alberi – Amò sempre la terra – Salì in cielo»
(Italo Calvino, Il barone rampante)
  • Epitaffio del suicida: veni vidi fugi.
(Alessandro Morandotti, Le minime di Morandotti)
  • Il lampadario si era abbattuto sulla testa di quella povera sventurata che era venuta all'Opéra per la prima volta in vita sua e che il signor Richard aveva designato a sostituire nelle sue funzioni di maschera la signora Giry, la maschera del fantasma! Era morta sul colpo e, l'indomani, un giornale portava questo occhiello: Duecentomila chili sulla testa di una portinaia. Fu questa la sua orazione funebre.
(Gaston Leroux, Il fantasma dell'Opera)
  • Io vorrei giacere nel cimitero dei chlysty di Tarusa, sotto il cespuglio di sambuco, in una di quelle tombe con la colomba d'argento, dove crescono le fragole più rosse e più grosse delle nostre parti.
    Ma se ciò è irrealizzabile, se non solo a me non è dato di giacere là, ma addirittura non esiste più quel cimitero, allora vorrei che su uno di quei colli che le Kirillovne attraversavano per venire da noi a Pesočnaja, e noi da loro a Tarusa, ponessero una pietra della cava di Tarusa:
    Qui avrebbe voluto giacere
    MARINA CVETAEVA
(Marina Ivanovna Cvetaeva, Il diavolo)
  • Mi addormento con la piena, sicura speranza | che il mio sonno non verrà interrotto; | e che mentre io avrò tutto dimenticato, | non sarò del tutto dimenticata, | ma continuerò a vivere, nei pensieri e negli atti | di coloro che ho amato, | quella vita in cui, finché ebbi forza di lottare, | appassionatamente lottai per entrare.
(Samuel Butler, Ritorno ad Erewhon)
  • OSSA DI FILIPPO OTTONIERI
    NATO ALLE OPERE VIRTUOSE
    E ALLA GLORIA
    VISSUTO OZIOSO E DISUTILE
    E MORTO SENZA FAMA
    NON IGNARO DELLA NATURA
    NÉ DELLA FORTUNA SUA
(Giacomo Leopardi, Detti memorabili di Filippo Ottonieri)
  • Povero Johnny! Lo rividi solo una volta, e lo trovai completamente cambiato... non sopportava più gli indigeni, i bianchi, e non so che altro. Quando ripassai da queste parti, era morto e sepolto. Piantai una tavola di legno sulla sua tomba: John Adams, obit 1868. Continua la tua opera.
(Robert Louis Stevenson, La spiaggia di Falesà)
  • Quando sono andata a Taranto a parlare con le vedove degli operai uccisi dal cancro, all'Ilva, sotto la casa di una famiglia sterminata dal tumore ho trovato una lapide, fatta mettere dall'ultimo dei morti quando era ancora vivo e combattivo, quando sperava che non sarebbe toccato anche a lui. Io vi maledico, ha scritto sulla pietra. Maledico voi che sapete cosa ci state facendo, voi che lo fate e voi che guardate in silenzio, i colpevoli e gli indifferenti, i padroni e i politici, i sindacati e i preti. Voi che pensate solo a voi stessi, e non ci ascoltate.
(Concita De Gregorio, Io vi maledico)
  • Qui giace il vecchio comandante. I suoi seguaci, che ora non possono avere alcun nome, gli hanno scavato la tomba e posto questa pietra. Una profezia afferma che fra un certo numero di anni il comandante risusciterà e da questa casa guiderà i suoi seguaci alla riconquista della colonia. Credete e aspettate!
(Franz Kafka, Nella colonia penale)
  • QUI GIACE LA BAMBINA DAI CAPELLI TURCHINI
    MORTA DI DOLORE
    PER ESSERE STATA ABBANDONATA DAL SUO FRATELLINO PINOCCHIO
(Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio)
  • Tutto era bello e nulla stonava.
(Kurt Vonnegut, Mattatoio n. 5)
  • Una lapide con un tettuccio di latta arrugginita aveva scolpita la figura slanciata di una giovane donna velata dal capo ai piedi. Un'iscrizione in inglese e hawaiano diceva:
    Nel cielo sopra questa terra
    canta ancora l'Usignolo.
    Piangendo
    questa pietra hanno qui portato
    sulle loro spalle da Honolulu
    un gruppo di fedeli ammiratori.
    E qui torneranno
    per ascoltare un'ultima canzone.
(Maurizio Maggiani, La regina disadorna)

Achille Campanile modifica

  • Antonio K.! Desti del tu al presidente del tribunale! E ci ha lasciato!
  • Qui giace H. Y. Dette del tu al Signore.
  • Qui giace L. M. pilota aviatore che precipitando a terra saliva al cielo.
  • Qui giace Piero d'Avenza cittadino integerrimo, lavoratore indefesso, sposo e padre esemplare, figlio amorosissimo, fratello discreto, cugino soddisfacente, cognato passabile, genero detestabile, prozio tenerissimo, biscugino senza particolare rilievo, nipote insignificante, pronipote modello, suocero insuperabile, amico pignolo, debitore insolvibile, vicino di casa un poco rumoroso, nonno futuro, antenato impareggiabile, morto esigente, Una prece! A lui i posteri diranno un giorno: Grazie, arcavolo!

Voci correlate modifica