Donne e Islam

ruolo della donna nella cultura islamica
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Citazioni sulle donne e Islam.

Collage di elettori femmine in vari paesi islamici.

Citazioni

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  • A tutto provveggono le donne, il che spiega, forse, come, anche il più misero di questi villici pigli le sue due, tre e fin quattro mogli. Meno il seminare ed il mietere, tutti gli altri lavori, anche i più faticosi, sono affidati alle donne. Allattare i bimbi e, in pari tempo, curare la gregge; far la cucina e il bucato e, in pari tempo, raccogliere l'erbe e la legna; coltivare i legumi, le frutta e, in pari tempo far disseccare i datteri e spremere le olive; tener ravviata e pulita la tenda e, dove sia necessario, levarla e drizzarla; conficcare i piuoli, assestare i paletti, tendere le funi; ove manchi il bove, e l'asina sia pregna, e il camello malato, aggiogarsi all'aratro ed arare; tutto tocca alle donne.
    Il marito, intanto, fuma sigarette, se ha tabacco per farne; centella un po' di sugo di datteri, se n'è la stagione; poi accoccolato su le ginocchia, col fil delle reni sostenuto da un palmizio o da un muricciuolo di cinta, mira spuntare o tramontare il sole senza occuparsi di nulla. (Parmenio Bettoli)
  • Fin da piccoli imparammo che solo l'interpretazione data dagli uomini alla nostra religione limitava le possibilità per le donne: non era affatto la religione a stabilirlo. Anzi, fin dall'inizio l'Islam era stato molto progressista verso le donne: il profeta Maometto (la pace sia con Lui) aveva proibito l'uccisione delle bimbe appena nate, molto comune tra gli arabi dei suoi tempi, e aveva rivendicato alle donne il diritto all'istruzione e all'eredità molto tempo prima che tali privilegi venissero loro riconosciuti in Occidente. (Benazir Bhutto)
  • Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l'insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande. (Corano)
  • L'islam subisce pesantemente il dominio di una morale sessuale derivata da valori tribali arabi che risalgono all'epoca in cui Allah rivelò il Suo messaggio al Profeta: una cultura nella quale le donne erano proprietà di padri, fratelli, zii, nonni e tutori. Della donna in sostanza conta allora soltanto la verginità, e il suo velo ricorda in permanenza al mondo esterno la morale soffocante che rende i maschi musulmani proprietari delle donne e li costringe a impedire i contatti sessuali delle loro madri, sorelle, zie, cognate, nipoti e mogli. Questo non riguarda soltanto la convivenza: alle donne è vietato anche solo guardare un uomo, sfiorargli un braccio o stringergli la mano. Il rispetto e l'onore di cui un uomo gode sono direttamente proporzionali alla castità e all'obbedienza delle donne della sua famiglia. (Ayaan Hirsi Ali)
  • La gente crede che i mussulmani non rispettino le donne. Che errore. Rispettarle e proteggerle è tra i primi insegnamenti del nostro profeta Maometto. (Zulfiqar Ali Bhutto)
  • La nostra religione ha definito il posto delle donne nella società: la maternità. (Recep Tayyip Erdoğan)
  • La storia musulmana è piena di donne che assunsero ruoli pubblici e ottennero risultati che non avevano nulla da invidiare a quelli degli uomini. (Benazir Bhutto)
  • Le donne del lignaggio del Profeta dell'Islam entrano in menopausa a sessant'anni; le altre, una volta superati i cinquanta. (Ruhollah Khomeyni)
  • Lei naturalmente saprà che è stato l'Islam a parlare per primo delle libertà delle donne, a dare loro prestigio, rispetto. Dice la Scrittura: se vuoi entrare in Paradiso, rispetta tua madre, poiché il Paradiso sta sotto i piedi di tua madre. Non dice mica rispetta tuo padre! L'Islam per primo ha dato alle donne parità di diritti. (Muhammad Zia-ul-Haq)
  • Nel Santo Corano non c'è scritto da nessuna parte che solo gli uomini possono andare fuori mentre le donne dovrebbero lavorare tutto il santo giorno in casa. (Malala Yousafzai)
  • Nella genesi coranica i due sessi sono parificati. La divisione dell'anima in una coppia non genera nessuna superiorità di una parte rispetto all'altra. È vero che il Corano cita spesso il nome Adamo, mentre non appare mai quello di Eva, ma nel Corano Adamo non rappresenta "l'uomo maschio", e neppure uno specifico essere umano, bensì tutto il genere umano. Il Corano non distingue tra l'azione religiosa di un uomo e quella di una donna, neppure quando tratta della loro punizione o premio nell'aldilà. (Nasr Hamid Abu Zayd)
  • Poiché non vengono fatte studiare, gran parte delle donne del mondo islamico vengono lasciate nell'ignoranza. Ma queste donne non solo partoriscono i figli, li allevano anche e dunque le loro limitate conoscenze vengono tramandate ai figli e di conseguenza agli uomini. È così che si instaura un circolo vizioso di ignoranza tramandata di generazione in generazione.
    Gran parte delle mamme musulmane di prima generazione in Occidente hanno frequentato solo le elementari e sono addirittura analfabete e non sanno niente della società in cui si trovano a vivere. Se hanno fortuna potranno avere accesso alla scuola da adulte, ma finché sopravviverà questa morale sessuale, il progresso socioeconomico sarà faticoso, se non addirittura impossibile. (Ayaan Hirsi Ali)
  • Sotto la legge coranica gli esseri umani vengono anzitutto divisi sulla base del sesso, e le donne non hanno gli stessi diritti dell'uomo. Gli studiosi islamici hanno scritto una quantità di volumi per dimostrare che la disparità tra uomini e donne non danneggia sostanzialmente gli interessi materiali e spirituali di queste ultime. Se ciò corrisponda o meno a verità, non è nostro compito discuterlo in questa sede; quello che ci preme invece sottolineare è il fatto che una Costituzione in cui venga stabilito che gli uomini e le donne sono uguali e che, di conseguenza, godono di uguali diritti ed opportunità, non può essere accettata dal mondo islamico. (Amir Taheri)
  • C'è molto sole sui paesi dell'Islam: un sole bianco, violento che acceca. Ma le donne mussulmane non lo vedono mai: i loro occhi sono abituati all'ombra come gli occhi delle talpe. Dal buio del ventre materno, esse passano al buio della casa paterna, da questa al buio della casa coniugale, da questa al buio della tomba.
  • Devo chiederle ancora molte cose. Di questo "chador" a esempio, che mi hanno messo addosso per venire da lei e che lei impone alle donne, mi dica: perché le costringe a nascondersi come fagotti sotto un indumento scomodo e assurdo con cui non si può lavorare né muoversi? [...] E comunque non mi riferisco soltanto a un indumento ma a ciò che esso rappresenta: cioè la segregazione in cui le donne sono state rigettate dopo la Rivoluzione. Il fatto stesso che non possano studiare all'università con gli uomini, ad esempio, né lavorare con gli uomini, né fare il bagno in mare o in piscina con gli uomini. Devono tuffarsi a parte con il "chador". A proposito, come si fa a nuotare con il "chador"?[1]
  • Non esiste pappagallismo nei paesi dell'Islam: il rispetto formale verso una donna è assoluto. Eppure, né in una moschea, né in un tranvai, né in un cinematografo, né a un ricevimento, le donne possono mischiarsi alla folla degli uomini.
  • Chi fu creato per primo: Adamo o Eva? Su questo punto il Corano tace completamente. Dio soffiò la vita in «una persona», dopodiché le diede compagnia. Chi dei due fosse l'uomo e chi la donna sembra essere un particolare irrilevante.
    Nulla viene detto della costola di Adamo da cui, stando alla Bibbia, ebbe origine Eva. Né peraltro il Corano suggerisce che Eva lo abbia tentato con il frutto proibito. In buona sostanza: non sussiste alcun riscontro alla teorica superiorità maschile. Tutt'altro. Il Corano ammonisce semmai i musulmani e li invita a ricordare che essi non sono Dio, e che uomini e donne devono equanimemente riconoscere che gli uni i diritti degli altri.
  • In teoria l'islam è una religione meravigliosamente tollerante. Il problema è che questa religione meravigliosamente tollerante è piegata sotto il giogo dell'imperialismo culturale arabo, che costringe le donne a rinunciare al loro individualismo per l'onore della famiglia, diventando così una proprietà comune. A una ragazza violentata vengono inflitti centottanta colpi di frusta per aver avuto rapporti sessuali prima del matrimonio. È contro questo che dobbiamo batterci.
  • Nella comunità afroislamica da cui provenivo mi sarebbe mai stato permesso il frequentare la scuola e l'università? Di ottenere una borsa di studio? Di presentarmi come candidata politica e di venire effettivamente eletta? A giudicare dalle sgranate fotografie in bianco e nero che mi ritraggono a tre anni intenta a giocare alla sposa con il capo coperto, le mani giunte, gli occhi bassi e le gambine penzoloni dal divano, posso solo immaginare che se fossi rimasta entro i confini dell'Uganda musulmano il mio destino sarebbe stato piegare la testa dinanzi a un ordine gerarchico inflessibile.
  • Non ci sono mai stati genitori che abbiano diseredato la figlia perché non voleva farsi ingrandire il seno. Se non voleva essere infibulata o data in sposa a un uomo invece sì. Il fatto più grave è che questa paura di discriminare spinge le donne musulmane in un abisso ancora più profondo. A chi facciamo un favore, non parlandone? Non voler essere razzisti è segno di egoismo.
  1. Da un'intervista a Ruhollah Khomeini del 1979.

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