Donne genovesi
Citazioni sulle donne genovesi.
Citazioni
modifica- A Genova la donna assomiglia al fuoco ardente e irrequieto e guai a chi è colto dalle sue fiamme. (Ernst Moritz Arndt)
- A Genova le donne camminano, per la strada, con un passo nobile: sono diritte senza rigidezza e sono ben fatte. Il «mezzaro», il grande velo bianco che portano in testa e che cade intorno al viso, le circonda di una nuvola di mussola e lascia libera la vita: le belle capigliature nere di cui hanno gran cura e di cui sono giustamente orgogliose, fanno un bell'effetto d'insieme e le fanno sembrare, a cinque passi di distanza, tutte belle. Avvicinate, sono come dappertutto qualcuna bella, e qualche altra solo donna, che è già una gran cosa. (Alphonse Karr)
- Che dovrei dire delle donne e delle giovani fanciulle? Se mi è permesso, direi che sono tutte dee, talmente belle, di tanto splendidi abiti e di tali costumi sembrano essere adorne. (Antonio Astesano)
- Comunemente portano guarnegli bianchi et cingonsi in su le poppe con collari alti, et il culo ed i fianchi grossi et senza pianelle o basse basse scarpette rosse, calze nere, le gamurre corte una spanna, più lunghe dinanzi che di drieto, in modo che paiono scregnute. (Giovanni Battista Ridolfi)
- Donne brutte e nello stesso tempo attiranti (per riflessione) in una di quelle stradine parallele al mare e che non ho potuto ritrovare. (Gustave Flaubert)
- E cavalcano le donne tutte come gli uomini a cavalcioni ed hanno migliore tempo che gente del mondo, onde è un proverbio che dice: «Asini d'Alessandria, preti d'Inghilterra e donne genovese hanno più bel tempo che gente del mondo», perché gli asini portano le selle e son cavalcati e vezegiati come son qua i cavagli, i preti là (in Inghilterra) possono torre moglie et le donne genovese hanno gran libertà et ogni cosa vanno a comprare da loro pe' loro bisogni. (Giovanni Battista Ridolfi)
- [Sulla popolazione di Genova] È come un formicaio convulso: vecchie nere, donne molli e grasse, ragazze agile e graziose, marinai dalla faccia scure e gli occhi azzurri, operai e soldati. (Pío Baroja)
- E vidi un'altra novità in quella | città, che dura da la state al verno, | che strana pare, quando si novella: | io dico che i demoni de lo 'nferno | non son sì neri, come stan dipinte | le donne qui, ché più non ne discerno | che gli occhi e i denti, sì son forte tinte. (Fazio degli Uberti)
- Ed io dicevo che mettere le signore di Genova al rango delle principesse di Francia era come mettere dei pipistrelli sullo stesso piano delle aquile. (Montesquieu)
- Fama di grande beltà e gentilezza ebbero sempre le donne genovesi; ed i lor vezzi e pregi comandando insieme all'ammirazione il rispetto, meritarono essere celebrati da prosatori e poeti. (Luigi Tommaso Belgrano)
- Finalmente la bellezza, la gentilezza, e lo splendor vero delle donne di quella gloriosa città, vi porgevano occasione di fare immortale quel libro vostro. Et oltre ad ogni altra (d'infinite che ve ne sono) occasione di stendervi nelle lodi di quelle gentildonne, avevate quest'una, che già qualche mese (1553) si divolga per l'Italia, che quasi tutte quelle donne nobili di danno agli studì et agli esercizj delle belle lettere, e principalmente della bellissima lingua nostra volgare... (Girolamo Ruscelli)
- Forse a Genova soltanto, potrei innamorarmi ancora. C'è un elemento esaltante nelle genovesi: probabilmente è l'energia vitale unita alla capacità di compatire. (Guido Ceronetti)
- Genova, reina e capo della Liguria, anzi del Tirreno (che, per le sue bellezze, nobiltate e ricchezze meritamente tal nome le se puote attribuire, la quale fra tante sue grazie da Iddio, dalla natura e d'amore ricevute, di bellissime gentili e cortesi donne, più che altra città d'Italia, era ed è oggi di adornata). (Giovanni Battista da Udine)
- I Genovesi sono molto paurosi, anche se orgogliosissimi.
Le signore sono molto altezzose. (Montesquieu) - I lunghi veli, le belle capigliature nere di cui le Genovesi hanno gran cura e di cui sono giustamente orgogliose formano un magnifico accordo e fanno apparir belle le Genovesi a dieci passi di distanza. Più da vicino sono come le altre, sono come tutte: ce n'è alcune belle e le altre sono semplicemente donne: è già molto. (Alphonse Karr)
- Il buon Tomás ebbe modo di ammirare anche i biondi capelli delle genovesi, l'eleganza e la cortesia degli uomini, l'ammirevole bellezza della città che sembrava avere le case incastonate su per quelle rocce come diamanti nell'oro. (Miguel de Cervantes)
- Io ho bene inteso una cosa, non so se ella sia vera, che voi avete fatto che le vesti delle donne vadino dua dita più giù che la sontanella. A che proposito questo? Io non resterò, anzi canterò sempre su questo pergamo, e griderò se questo è vero. Andate a Genova, e vedete come vanno quelle donne tutte chiuse; sì che s'egli è vero racconciatela. (Girolamo Savonarola)
- Irraggia lo splendore orientale | Genova nelle donne dalla testa | Sibillina, dal carco profumato | Della lor chioma grave lungo attorta | Genova in sogno tra il brusìo confuso | Genova marinara che fa festa. (Dino Campana)
- Le donne a Genova sono belle ma si deformano per la strana foggia di vestire. Questa consiste in un velo di cotone che si chiama messero con il quale copronsi il capo e le parti superiori del corpo, nulla rimanendo libero all'infuori degli occhi. (Johann Wilhelm Archenholz)
- Le donne di Genova portano gonne strette | le donne di Genova non ridono per niente | le donne di Genova pensano sia normale | mettersi a letto e leggere il giornale. (Francesco Baccini)
- Le donne non vi sono belle, smilze e picciole per lo più, si direbbe che il sale della marina le ha essicate; hanno una cert'aria di dispetto che è curiosa, son poco colte anche nel primo ordine. (Giovanni Battista Biffi)
- Le donne quasi tutte di una bruttezza incredibile, ma qualche volto grazioso, quando c'era, messo in risalto dal velo bianco. Una ragazza vendeva castagne, profilo nobile e capelli biondi, bellissima; ma giallognole, per la maggior parte, e mal fatte. Tuttavia, l'effetto del costume, per la strada, veramente delizioso. (John Ruskin)
- Le donne [genovesi], se ne guardi la bellezza, sono celesti Veneri; se la forza d'animo e la sostanza, ti splende innanzi la stessa Minerva. (Francesco Filelfo)
- Le signore [genovesi] affettano modi francesi e hanno più grazie di quelle che imitano. (Mary Wortley Montagu)
- O genovesine bellocce, per amore dei vostri occhi desiosissimi, vi prego d'una cosa: date un buffetto al damo quando vi compare innanzi col solo pizzo, e dite che i bersaglieri lombardi hanno i baffi audaci alla Manara. (Ambrogio Bazzero)
- Onorina Pedrotti è una di quelle belle genovesi che sono le più magnifiche creature d'Italia, quando son belle. Per la tomba di Giuliano, Michelangelo prese le modelle a Genova, e di là deriva quell'ampiezza, quella curiosa disposizione del seno nelle figure del "Giorno" e della "Notte", che tanti critici trovano esagerata, ma che è propria delle donne della Liguria. (Honoré de Balzac)
- Se Genova è il paese della galanteria, dev'essere per gli stranieri quello della discrezione. Le donne qui sono così costantemente attorniate dai loro numerosi corteggiatori ufficiali, che non possono ricevere nessuno a casa loro senza divenire oggetto dell'attenzione pubblica e della gelosia di molte persone. (Victor-Joseph Étienne de Jouy)
- Senti dunque i loro costumi, su cui è molto più facile iniziare che finire: sono formose, le nostre però più delicate; si ammirano perché sono alte e di carnagione non troppo chiara; vestono abiti suntuosi ornati d'oro, d'argento e di pietre preziose: le loro dita sono gravate da smeraldi e da diamanti, quanti ne produce l'India e la Persia; per il lusso non risparmiano nessuna spesa. Non fanno nulla in casa, non amano né l'ago, né la conocchia: infatti ciascuna casa possiede molte serve che si dedicano alla conocchia ed alla cucina. [...] In verità ripensando attentamente a questa città, mi convinco sempre più che, se Venere vivesse in questi tempi, non abiterebbe più Cipro, il monte di Citera o il bosco Idalio, ma si stabilirebbe a Genova. Questo è infatti, mi pare, il suo tempio. (Papa Pio II)
- Sono di media altezza e di fattura grassoccia, in viso ben piene, molto fresche e bianche, nel portamento un po' altere e superbe, nei tratti benigne, nel comportamento graziose, in amore ardenti, nel volere costanti, nel parlare faconde, nel carattere leali... (Jean d'Auton)
- Sono superbamente vestite con stoffe di seta di ogni colore, anche se preferiscono il bianco, e i loro abiti seguono la foggia spagnola. Le loro capigliature sono arrotolate in fascio al di sopra della testa... vanno a passeggio in folti gruppi attraverso la città, spesso alla rinfusa, con una andatura da amazzone, la quale conferisce loro meno modestia rispetto alle francesi, che godono altrettanta libertà. Di modo che perfino nel camminare si nota una decisa loro impudenza a causa della risolutezza dei lunghi passi. (Nicolas Audeber)
- Tutti veli bianchi, e un immenso contrasto tra gli uomini e le donne: spesso una signora ben vestita, o qualcosa di apparentemente tale, appoggiata al braccio di uno sciatto ciabattino con un'aria da vagabondo. Moltissimi begli occhi, e labbra, ogni tanto, ma niente altro: brutto incarnato, tutte. (John Ruskin)
- Tutto quel che mi è permesso dire delle genovesi è che la loro bellezza è comparabile a quella delle milanesi. Il bel mezzaro che avvolge, senza nasconderlo, il loro viso affascinante, lascia intravedere degli occhi dolcissimi. È un gran peccato se quegli occhi sono perfidi. (André-Hippolyte Lemonnier)
- In genere le strade sono larghe all'incirca da quattro-cinque piedi a otto, e contorte come cavatappi. Percorri una di queste tetre fenditure, guardi su e vedi il cielo ridotto a somiglianza di un nastro di luce, molto in alto, dove le cime dei palazzi sui due lati della strada quasi si uniscono. Ti sembra di essere sul fondo di qualche terribile abisso, col mondo intero molto al di sopra di te. Ti aggiri a caso attraverso di esse nella maniera più misteriosa e non sai orientarti meglio che se fossi cieco. Non riesci a persuaderti che queste sono vere strade e che i torvi, foschi, mostruosi palazzi siano case, finché non vedi una donna elegante e bella emergere da qualcuna di queste buie e desolate tane che per metà sembrano prigioni. E ti chiedi come possa una così incantevole crisalide venir fuori da un bozzolo tanto poco attraente.
- "La superba", "la città dai bei palazzi", sono da secoli gli appellativi di Genova. Certo essa è piena di palazzi, e questi dentro sono sontuosi ma esternamente molto malandati e senza pretese di grandiosità architettonica. "Genova la superba" sarebbe un titolo indovinato se si riferisse alle donne.
- Mi piacerebbe restar qui. Preferirei non procedere oltre. Può darsi che ci siano, in Europa, donne più graziose, ma io ne dubito. La popolazione di Genova è di 120.000 anime; di queste, due terzi sono donne, direi, e almeno due terzi delle donne sono belle; ben vestite, fini, leggiadre quanto si può senza essere angeli. Gli angeli, però, non sono molto ben vestiti, mi pare, almeno quelli dei dipinti: non hanno che le ali. E queste donne genovesi sono incantevoli. La più gran parte di queste damigelle son rivestite di una bianca nube dalla testa ai piedi, sebbene molte si adornino in maniera più complicata. Nove su dieci non hanno sul capo null'altro che un sottilissimo velo ricadente sulle spalle a guisa di bianca nebbia. Hanno capelli biondissimi e molte di loro occhi azzurri, ma più spesso si vedono occhi neri e sognanti occhi castani.
- Scrutavo ogni viso di donna che passava e mi parevano belli tutti. Mai visto una simile marea di bellezza. Non vedo come un uomo di normale fermezza di carattere possa sposarsi qui, poiché, prima di decidersi, s'innamorerebbe di qualche altra.
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