Discussione:Voltaire

Ultimo commento: 3 anni fa, lasciato da Dread83 in merito all'argomento Senza fonte


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non era sua la frase che avevo scritto?

CarloV

Ciao! Proprio no.... Avresti dovuto leggere un po' più sotto. --Doppia Di 13:40, 17 Feb 2006 (UTC)

All'anonimo insistente modifica

Ciao! Prima di inserire una citazione errata, ti invito a leggere fino in fondo la voce. Grazie! --Doppia Di 09:31, 13 Apr 2006 (UTC)

c'è una frase tratta dal "Candido"("Tutto è bene, tutto va bene, tutto va per il meglio possibile")che non è propriamente di Voltaire. In realtà il suo tono è puramente ironico nei confronti di Leibniz noto per la sua filosofia e per il suo ingiustificato (almeno secondo Voltaire) ottimismo.Infatti il filosofo usava dire "Quello in cui viviamo è il migliore dei mondi possibili".

citazioni su modifica

mi sembra un po' lunga come citazione... --Quaro75 (scrivimi) 16:44, 2 apr 2010 (CEST)Rispondi

La citazione è stata spostata qui da wikipedia, forse serve a loro. È un interessante giudizio storico. Comunque proviamo a tagliuzzarla un po': --Micione (scrivimi) 02:38, 3 apr 2010 (CEST)Rispondi
Tagliuzzare va bene (adesso do un'occhiata), ma piú che altro vorrei sapere chi è il traduttore. Avendo letto la citazione francamente credo che ci si possa fermare al primo omissis inserito da Micione, se non al primo periodo. Non mi pare una pagina cosí interessante, è la solita critica ai "miscredenti arroganti": che a parte questa caratteristica non hanno nulla di notevole. Ma questa è una mia opinione personale, magari è una pagina fondamentale della critica storica a Voltaire e io non lo so ma è correttamente illustrato in Wikipedia (da verificare, credo). --Nemo 13:27, 25 lug 2010 (CEST)Rispondi

Citazione modifica

L’ammirazione sfrenata con cui troppe persone circondano Voltaire è il segno infallibile d’un animo corrotto. Che non ci s’illuda: se qualcuno, percorrendo la propria biblioteca, si sente attratto verso le Œuvres de Ferney, Dio non lo ama affatto. Spesso ci si è presi gioco dell’autorità ecclesiastica che condanna i libri in odium auctoris; in verità niente è più giusto di ciò: rifiutate gli onori a colui che abusa del suo genio. Se questa legge fosse severamente osservata, si vedrebbero rapidamente sparire i libri avvelenati; ma poiché non dipende da noi promulgarla, guardiamoci almeno dal piombare nell’eccesso ben più reprensibile dell’esaltare senza misura scrittori colpevoli, e, tra questi, soprattutto Voltaire. Egli ha pronunciato contro se stesso, senza accorgersene, una sentenza terribile, affermando che uno spirito corrotto non fu mai sublime. Non c'è nulla di più vero, giacché Voltaire, con i suoi cento volumi, non fu mai più che spiritoso [...]. Nei generi che parrebbero i più affini al suo talento naturale, egli tentenna: è mediocre, freddo, e spesso (chi lo crederebbe?) volgare e grossolano nella commedia; il malvagio infatti non è mai comico. Per la stessa ragione, egli non sa scrivere un epigramma; la più piccola goccia del suo fiele non può coprire meno di cento versi. Se prova [a scrivere] una satira, scivola nel pamphlet; è insopportabile nella storia, nonostante la sua arte, l’eleganza e la grazia del suo stile; nessuna qualità poteva rimpiazzare quelle di cui era privo: la comprensione della storia, la serietà, la buona fede e l’onestà. Quanto al suo poema epico, non posso parlarne: ché per giudicare un libro, bisogna averlo letto, e per leggerlo bisogna essere sveglio. Una monotonia soporifera spira sulla maggior parte dei suoi scritti, che non hanno che due soggetti, la Bibbia o i suoi nemici: egli o bestemmia o insulta. La sua piacevolezza così vantata è tuttavia lungi dall’essere irreprensibile: il riso ch’essa eccita non è per nulla normale; è una smorfia. Non avete mai pensato che l’anatema divino era scritto sul suo stesso viso? Dopo tanti anni occorre farne ancora esperienza. Andate a contemplare la sua statua all’Ermitage [...]. Osservate questo viso spregevole che il pudore non fece mai arrossire, quei due crateri spenti ove sembrano ancora ardere l’odio e la lascivia. Quella bocca. – Dirò forse male, ma non è per mia colpa. – Quel ghigno orribile, che corre da un orecchio all’altro, e quelle labbra strette dalla crudele malizia come una molla tesa per lanciare bestemmie o sarcasmi. – Non parlatemi di quest’uomo, non posso sostenerne l’idea. Ah! quanto male ci ha fatto! Rassomigliante a quegl’insetti, flagello dei giardini, che indirizzano i propri morsi alla radice delle piante più preziose, Voltaire, con il suo pungiglione, non cessa d’infilzare le due radici della società, le donne e i giovani; egli li imbeve dei suoi veleni che trasmette così da una generazione all’altra. [...] Il grande crimine di Voltaire è l’abuso del talento e il meretricio intenzionale d’un genio creato per servire Dio e la virtù. Non potrà addurre, come per tanti altri, la giovinezza, la sconsideratezza, il traviamento delle passioni, e infine, la triste debolezza della nostra natura. [...] Altri cinici confidarono nella virtù, Voltaire confida nel vizio. [...] Parigi lo incorona, Sodoma l’avrebbe bandito. [...] Quando vedo quello ch’egli avrebbe potuto fare e quello che invece ha fatto, i suoi eccezionali talenti non m’inspirano più che una specie di ira divina che non ha nome. Sospeso tra l’ammirazione e l’orrore, qualche volta vorrei fargli innalzare una statua... dalle mani del boia.

Senza fonte modifica

  • Amici miei, o gli astri sono grandi geometri, o sono stati disposti da un eterno geometra.
  • Chi dice il segreto degli altri è un traditore; chi dice il proprio è uno sciocco.
  • Coloro che riescono a farti credere delle assurdità, possono farti commettere delle atrocità. (Richard Dawkings, L'illusione di dio, pg. 302)
In Dawkins non pare esserci, e comunque non attribuita a Voltaire. --Spinoziano (scrivimi) 17:03, 6 nov 2012 (CET)Rispondi
Attribuita esplicitamente a Voltaire, riportata nella forma: «Coloro che ci inducono a credere a cose assurde possono indurci a commettere atrocità». --DOPPIA•DI 13:05, 1 lug 2020 (CEST)Rispondi
  • Dio è un commediante che recita per un pubblico troppo spaventato per ridere.
  • Gli uomini discutono, la natura agisce.
  • I tiranni hanno sempre una qualche sfumatura di virtù; supportano le leggi, prima di distruggerle. (citato in Call of Duty 4: Modern Warfare)
  • Il riposo è una buona cosa, ma la noia è sua sorella.
  • Il senso comune non è così comune.
  • Il sentimento di giustizia è così universalmente connaturato all'umanità da sembrare indipendente da ogni legge, partito o religione.
  • La più coraggiosa decisione che prendi ogni giorno è di essere di buon umore.
  • [Sull'Amleto di William Shakespeare] La si direbbe l'opera di un selvaggio ubriaco. (1768)
  • L'amore è un canovaccio fornito dalla natura e ricamato dall'immaginazione.
  • L'arte della medicina consiste nel divertire il paziente mentre la natura cura la malattia.
  • Non è il momento di farsi nuovi nemici. (nel letto di morte, all'esortazione di un prete a rinunciare al diavolo e tornare a Dio)
  • Non si è perduto niente quando ci resta l'onore.
  • Ogni volta che un evento importante, una rivoluzione o una calamità volge a profitto della chiesa, è sempre identificata con la Mano di Dio.
  • Ogni uomo è colpevole di tutto il bene che non ha fatto.
  • Per la maggior parte delle persone correggersi vuol dire cambiare i propri difetti.
  • Quando colui che ascolta non capisce colui che parla e colui che parla non sa cosa stia dicendo: questa è filosofia.

Il gelato è squisito. È un peccato che non sia illegale. modifica

La citazione, riportata qui dal solito lettore di Focus, è diffusissima sul web, e anche in lingua inglese: «Ice-cream is exquisite. What a pity it isn't illegal». Invece è del tutto assente nella lingua originale, o per lo meno non ho trovato niente io, nemmeno in Google Books: «La crème glacée est délicieuse péché n'est pas illégal». Questa cosa è ben strana, per cui data anche la fonte, già un po' sospetta, ho soppresso questa citazione.
En passant: ogni citazione da Focus mi porta via almeno una quindicina di minuti...
--DonatoD (scrivimi) 21:48, 6 feb 2014 (CET)Rispondi

Coloro che ci inducono a credere a cose assurde possono indurci a commettere atrocità modifica

Io ho una copia del libro di Dawkins (I ed. Mondadori, del 2007), ed effettivamente a pag. 302 si legge: "Voltaire l'aveva già capito secoli fa: <<Coloro che ci inducono a credere a cose assurde possono indurci a commettere atrocità>>"; nella versione inglese della pagina di citazioni di Voltaire è anche riportata la versione originale francese, che ovviamente non suona proprio come le due versioni italiane qui sopra, ma il senso quello; non mi intendo abbastanza di wikiquotes per procedere alla modifica della voce, però a mesembra che la citazione sia verificata... --Darwinbot (scrivimi) 15:21, 18 mag 2015 (CEST)Rispondi

Effettivamente la citazione è presente. Grazie. Leggendo da 'quote.en c'è però scritto che quella è una Alternative condensed translation, cioè una traduzione condensata alternativa. Occorrerebbe tradurre l'originale in francese, là riportato (Il y a eu des gens qui ont dit autrefois ...), e sistemare quella qui presente come citazione errata, almeno stando a quanto là si legge. Dawkins non cita fonti primarie.
--DonatoD (scrivimi) 15:48, 18 mag 2015 (CEST)Rispondi

Voltaire, Racine e M.me de Sevigné modifica

Ho espunto la citazione: «La moda di amare Racine passerà come [quella del] caffè.» Voltaire cita la frase come pronunciata da M.me de Sevigné, biasimandone l'autrice così:


  (FR) Si nous avons été indignés contre Madame de Sèvigné, qui écrivait si bien et qui jugeait si mal, si nous sommes révolté de cet esprit misérable de parti, de cette aveugle prévention qui lui fait dire que la mode d'aimer Racine passerà comme la mode du café, jugez Madame combien nous devons être affligés qu'une personne aussi instruite que vous ne rende pas justice...   (IT) Se noi siamo stati indignati contro Madame de Sévigné, che scriveva così bene e giudicava così male, se noi siamo rivoltati da questo miserabile spirito di parte, da questa cieca prevenzione che le fa dire che la moda di amare Racine passerà come la moda del caffè, giudicate Signora come dobbiamo essere afflitti che una persona così istruita, che non vi rende giustizia...
Voltaire, Oeuvres, Paris, 1833, vol IV, p. 358

(Citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Milano, Hoepli, 2007, p. 122. ISBN 978-88-203-0092-0)

Quindi non è corretto riportare la frase in questione come pronunciata da Voltaire, mentre in realtà egli l'attribuisce a M.me de Sévigné.--K.Weise (scrivimi) 19:15, 16 ott 2017 (CEST)Rispondi

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