Discussione:Modi di dire napoletani

Ultimo commento: 2 anni fa, lasciato da Dread83 in merito all'argomento Po rice co' cazz sape e sapone

I contenuti della Discussione di questa voce, antecedenti il 2 ottobre 2007, si trovano nella Discussione della voce disambigua Modi di dire.--Carlosavio 15:35, 2 ott 2007 (CEST)Rispondi

Non mi pare corretto. In realta' fare ammuina significa fare finta di fare qualcosa, far finta di lavorare ma in realta' non combinare nulla. Il precedente commento non firmato è stato inserito da 194.185.78.83 (discussioni · contributi), in data 16:53, 13 nov 2008.

Correggi, allora, no? :-) --Nemo 20:13, 25 nov 2008 (CET)Rispondi

'A ciorta e Cazzetto

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Nel proverbio "'A ciorta de cazette: jette a piscià e se ne carette" viene tradotto "ciorta" con "sfortuna". Andrebbe cambiato (ne lla traduzione letterale, ossia "fortuna"), altrimenti si perde tutta l'ironia della frase!!! Il precedente commento non firmato è stato inserito da ZheCk (discussioni · contributi), in data 18:51, 17 mag 2011.

Hai ragione. La traduzione letterale di ciorta è "sorte", ma nel linguaggio corrente viene identificata tout court con "fortuna" nel senso di "sfortuna", appunto ironicamente; come nell'esclamazione Che ciorta!, quando accade una sorpresa sgradita. Grazie.
--DonatoD (scrivimi) 21:22, 17 mag 2011 (CEST)Rispondi

'A funnicella è corta e 'o strummolo è a tiritéppola

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Il significato di questo proverbio, più che esser legato a due persone che litigano, fa riferimento a situazioni difficili perché gravate da molte problematiche.
Le trottole del passato erano composte da un puntale e una cordicella che veniva avvolta attorno a esso. Bisognava dare uno strattone alla cordicella così che srotolandosi potesse spingere alla rotazione della trottola. Una trottola con una fune corta difficilmente riesce a ruotare come si vorrebbe, se poi il puntale è storto la cosa è resa ancora più difficile se non impossibile. Un proverbio che ha un significato molto simile è il seguente: "Già è bello 'o prutusino po' vene 'a jatta e ce piscia 'a coppe" il cui significato è il seguente: "Già è bello il prezzemolo (in senso ironico) poi viene la gatta e ci fa la pipì sopra". Questi due proverbi rendono bene l'idea e possono essere utilizzati in molteplici situazioni.
--Savio-san (scrivimi) 21:02, 4 mag 2016 (CEST)Rispondi

Grammatica napoletana

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Per alcuni errori comuni, vedi la discussione.
--DonatoD (scrivimi) 13:24, 14 nov 2011 (CET)Rispondi

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Indice
0-9 · A · B · C · D · E · F · G · H · I · J · K · L · M · N · O · P · Q · R · S · T · U · V · W · X · Y · Z · ?
  • 'A campana dice: dongo e damme.
La campana dice: dò e dammi.
  • A cap' 'e tavolo o 'nu buono guappo o 'nu buono strunzo.
A capotavola o un uomo serio o uno sciocco.
  • 'A sciorta 'e Cazzetto: jette a piscià e se ne carette.
Ecco la fortuna di Cazzetto: andò a pisciare e gli cadde il pisello.
Maledettamente sfortunato.
  • A 'coppa â mano.
Di primo acchito.
Come botta e risposta.
  • 'A fessa mmano a 'e ccriature.
La vagina [affidata] nelle mani dei bambini.
Quando si affidano cose a chi non ha capacità per gestirle.
  • 'A funa è ccorta e 'o puzzo è ffunno.
La fune è corta e il pozzo è profondo
  • 'A funnicella è corta e 'o strummolo è a tiritéppola.
La fune è corta e la trottola è storta
Dicesi di due persone che litigano o non si intendono per difetti speculari o cattiva disposizione reciproca
  • 'A gallina fa ll'uovo e a 'o gallo nce abbruscia 'o culo.
La gallina fa l'uovo, e al gallo brucia il sedere.
Si dice di chi si lamenta pur non lavorando lui, ma un altro.
  • 'A mala nuttata e 'a figlia femmena.
Per dire un'estrema sfortuna.
  • 'A monaca d' 'e Camaldule: muscio nun le piaceva e tuosto le faceva male.
Ecco la monaca dei Camaldoli: floscio non le piaceva e duro le faceva male.
Dicesi di donna incontentabile.
  • 'A nave cammina e 'a fava se coce.
La nave va e la fava si cuoce.
Da riferire ad eventi che si concretizzano semplicemente attendendo.[1]
  • 'A parola cammina.
La parola cammina.
  • A pesielle pavammo.
Pagheremo con la stagione della raccolta (dei piselli).
Pagheremo poi detto con l'intenzione di non pagare mai.
  • 'A sera so' bastimiente; 'a matina so' varchette.
Di sera sono bastimenti, ma di mattina sono barchette.
La luce del giorno svela le bugie.
  • 'A strata longa s' 'a magnano 'e spine.
Le questioni troppo lunghe non si risolvono bene.
  • 'A zezzenella è ddoce.
Ha trovato un buon filone.
  • Acala 'e scelle, ribbò!
Non darti delle arie!
  • Acqua a' pippa, 'a sarda è secca.
Ce ne fosse una che va bene!
  • Acquaiuo', l'acqua è fresca?... Manco 'a neve!
Acquaiolo, l'acqua è fresca?... Più della neve!
Non chiedere al mercante com'è la sua merce.
  • Addò vede e addò ceca.
Dove vede e dove non vede.
  • Aglie, fravaglie e fattura ca nun quaglia!
Frase di scongiuro.
  • Aiutammo 'a varca!
Tutti per uno!
  • Appenniteve a 'o tramm.
Attaccatevi al tram.
  • Attiento, là 'nce stanno 'e carte ianche!
Attento, là ci stanno le carte bianche.
Attenzione ci sono i bimbi.
  • Auciello viecchio nun trase 'ncajòla.
Uccello vecchio non entra in gabbia.
Non ce la fai a ingannare chi ha esperienza.
  • Aùmm aùmm.
senza farsi notare.
  • Azzuppà 'o ppane.
Inzuppare il pane.
Approfittarsene.
  • auguri e fior e ros, ma c'iesc cocc cos?
sinceri auguri, con la speranza che venga offerto qualcosa..
  • Bona giuventù e mala vicchiaia
Una gioventù allegra, una vecchiaia triste
  • Bonanotte a 'o sicchio!
Buonanotte al secchio!
  • Buono sì, ma fesso no.
  • Ccà 'a pezza e ccà 'o sapone.
Qua lo straccio e qua il sapone.
Quando in uno scambio non si vuole rimandare la consegna.
  • Ccà nisciuno è fesso.
Qui nessuno è fesso.
  • Ccà sotto pure ce chiove.
Piove pure qui sotto.
Arrivera' il momento in cui ci si potra' vendicare.
  • Ce capimme a sische.
Ci capiamo a fischi.
  • Chella è carne vennuta!
Quella è carne venduta.
Dicesi di persona priva di ideali.
  • Chello ca nun se fa nun se sape.
Quello che non si fa, non si viene a sapere.
Si dice quando si scopre qualcosa che si è cercato di tenere nascosto.
  • Chi chiagne fotte chi rire!
Chi piange frega chi ride.
  • Chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto.
  • Chi me vo' male adda fà 'e piere fridde e 'a folla attuorno 'o lietto.
Chi mi vuol male deve arrivare ad avere i piedi freddi e la folla intorno al letto (nel senso che morirà).
  • Chi tene 'e crape, tene pure 'e corna!
  • Chi ha le capre, ha anche le corna!
Chi tiene una certa cosa, per forza ne deve tenere la parte integrante.
  • Chiacchiere e tabbacchere 'e ligno, 'o bbanco 'e Napule nun s'impegna.
Sulla parola e sui baracchini di legno il banco di Napoli non dà fiducia.
  • Chiagnere c' 'a zizza 'mmocca.
Piangere con la tetta in bocca.
Lamentarsi quando non c'è motivo.
  • Chiano, mierulo, ca 'a via è brecciosa.
Attento, merlo, perché la via è piena di insidie.
  • Cirche 'e mettere 'a capa a fa bbene!
Cerca di mettere la testa a fare bene.
  • Ciuccio, fa' tu, dicette a ciuccia.
Asino, fai tu, disse l'asina.
  • Cu n'uocchio frije 'o pesce e cu n'ato guarda 'a gatta.
Con un occhio frigge il pesce, mentre con l'altro guarda la gatta.
  • Comme dicette 'a capa 'e muort': «Signo', peggio no!»
Come disse la testa di morto: «Signore, peggio di cosi' no!»
  • Comme te' permiette 'e me chiammà schifo.
Come ti permetti di chiamarmi schifo.
  • Cu 'o core 'mmano.
Col cuore in mano.
  • Cunniscela comme vuò, sempe cucozza è.
Condiscila come vuoi, sempre una zucca è.
  • Cuopp'allesse.
Si dice di donna molto brutta (il coppo è l'involucro dove si pone la merce: in questo caso, castagne lessate).
  • Curnuto e mazziato.
Cornuto e picchiato.
Oltre al danno, anche la beffa.
  • Curto e male 'ncavato.
Basso e cattivo.
  • Darse 'e pizzeche 'ncopp' 'a panza.
Darsi pizzichi sulla pancia.
Darseli per rabbonirsi quando le cose non stanno bene.
  • Dicette 'o puorco mantenimmece pulite.
Disse il maiale: "restiamo puliti."
  • Dicette 'o scarrafone: pò chiovere gnostro, cchiù niro 'e chello ca so' nun pozzo addeventà.
Disse lo scarafaggio: può piovere inchiostro, ma più nero di quel che sono non diventerei.
  • Dicette Pulecenella: Armammece e partite!
Disse Pulcinella: Armiamoci e partite
  • È acqua che nun leva sete.
È acqua che non toglie la sete.
Quando una cosa non soddisfa.
  • È asciuto 'o ianco.
È uscito bianco.
Indica la sorpresa per qualche iniziativa od aspettativa che è andata male. Il detto si riferisce al melone, che, se acerbo, è bianco all'interno, mentre dall'esterno spesso non ci si accorge.
  • È asciuto pazz' 'o patrone.
Il padrone è diventato pazzo.
Riferito a chi offre a tutti.
  • È cchiù 'a spesa ch'a 'mpresa.
È più la spesa che l'impresa.
Dicesi di una cosa che è costata più di quanto vale.
  • 'E ciucce s'appiccecano e 'e varile se scassano.
Gli asini litigano ed il barili si rompono.
Quando persone incompetenti, nel litigare, danneggiano qualcosa di prezioso.
  • 'E che tiene paura? Da capa da criatura o do nippolo annuro?
Di cosa hai paura? Della testa del bambino o del capezzolo nudo?
Detto di qualcosa di cui non bisogna temere.
  • E chi sì, 'o figlio d' 'a Madonna?
Chi sei, il figlio della Madonna?
Inteso nel senso di: Chi credi di essere? Sei uguale a noi altri.
  • È figlio 'e 'ntrocchia.
È un tipo scaltro (dal latino: intra oculos).
  • È friddo 'e chiammata.
Non è focoso.
  • È gghiuta 'a carta 'e musica 'mmane 'e cecate.
Lo spartito è finito nelle mani di un cieco.
  • È gghiuto 'a messa scaveza.
È andato scalzo alla Messa.
Si dice di qualcuno quando si impegna a dismisura.
  • È gghiuto acito.
È divenuto aceto.
È venuto decisamente a noia.
  • È gghiuto 'mparaviso pe' scagno.
È andato in paradiso per caso.
  • È gghiuto 'o puorco dinto 'e mmele.
Il maiale è andato tra le mele.
  • È 'na galletta 'e Castellammare ca nun se spogna.
È inflessibilmente avaro.
  • È 'na mola fraceta.
È una mola fracida.
Dicesi di chi non ha voglia di lavorare.
  • È 'nu peccato ca pe' n'aceno 'e sale se perde 'a menesta.
È un peccato che per un grano di sale si perda la minestra.
È un peccato che per una sciocchezza vada tutto all'aria.
  • È 'nu scoglio ca nun fa patelle.
È uno scoglio che non nutre patelle.
Si dice riferito agli avari.
  • È omme ca nun fa carte.
È un uomo con il quale non c'è niente da fare.
  • È pesce 'e cannuccia.
È uno che si fa raggirare facilmente.
  • È piccerill' e chine 'e devozione.
È piccolo ma pieno di qualità.
  • E po' dice ca Pasca vene 'e sabato!
E poi dice che Pasqua viene di Sabato!
Dire il contrario di ciò che è sempre stato.
  • 'E sciabbole stanno appese e 'e foderi cumbattono.
Le sciabole stanno appese ed i foderi combattono.
Far eseguire un'attività da persona incompetente.
  • 'E solde menano 'e cavuce.
I soldi tirano calci.
I soldi fanno venire i vizi.
  • È trasute 'e sicche e s'è miso 'e chiatte.
Si dice di colui che inizia timidamente e poi si prende il dito con tutta la mano.
  • È venuto 'o pate abbate 'e ll'acqua.
È stato un acquazzone mai visto.
  • È zumpata 'a vacca 'ncuollo 'o vuoio.
È andata la mucca a fecondare il bue.
Si è invertito il mondo.
  • Fa acqua â pippa.
Non è incisivo. È perdente.
  • Fa' dint' 'a capa 'e morte.
Fare dentro il teschio.
Si dice di chi alza volentieri il gomito (il riferimento è al teschio di Alboino).
  • Fa' 'e 'nu pilo 'na trava.
Fare di un pelo una trave.
Ingigantire un'inezia.
  • Facesse 'na culata e ascesse 'o sole.
Stendessi un bucato e uscisse il sole.
Non me ne va una giusta.
  • Facimme ammuina!
Facciamo baldoria!
  • Faje 'a fine d' 'e tracche: tanta botte e poi dint' 'a munnezza.
Fai solo confusione ma non concludi mai nulla.
  • Faje bbene a chi te vo' male.
Fai del bene a chi ti vuol male.
  • Faje 'o gallo 'ncoppa 'a munnezza.
Fai il gallo sull'immondizia.
Ti dai arie senza motivo.
  • Faje 'o mare 'na veppeta.
Fai il mare in un sorso.
  • Faje 'o scemo pe' nun ghi' a' guerra.
Fai lo scemo per non andare in guerra.
Fingi di non essere adatto ad un impegno che non ti garba.
  • Famme fa' l'opera 'e pupe.
Lasciami lavorare.
  • Farse 'a croce cu 'a mana smerza.
Farsi il segno della croce con la mano sinistra.
Fare una cosa decisamente sbagliata.
  • Fatte benedicere 'a 'nu prevete ricchione.
Fatti benedire da un prete omosessuale.
Si consiglia a chi è particolarmente sfortunato.
  • Fatte 'o sacco co' 'e pupe e vattenne.
Raccogli le tue cose e sparisci.
  • Fernesce a pesci fetienti.
Finisce a pesci puzzolenti.
Finisce male.
  • Ferni' a taralluccio e vino.
La cosa è finita in festa.
  • Fessarie 'e cafè.
Chiacchiere futili.
  • Figlio d' 'a Madonna.
Sono i trovatelli, figli spesso illegittimi che venivano esposti sulla ruota della Chiesa di Santa Annunziata.
  • Frije 'e pisce e guarda 'a gatta.
Friggi i pesci e stai attento alla gatta.
Stai attento al pericolo
  • Frijenno, magnanno
Friggendo, mangiando
  • Frijere 'o pesce cull'acqua.
Friggere il pesce coll'acqua.
Tentare di realizzare un obiettivo senza i mezzi giusti.
  • Giorgio se ne vò jì e 'o vescovo n' 'o vò caccià.
Dicesi di due persone che vogliono la stessa cosa, ma nessuno fa il primo passo.
  • Ha cacciato 'na vongola.
Ha commesso uno strafalcione.
  • Ha addurato 'o fieto 'o miccio.
Ha sentito la puzza della miccia.
  • Ha mise 'a lengua into 'o pulito.
Mise la lingua nel pulito.
  • Ha pigliato 'o cazz p' 'a banca e ll'acqua.
Ha preso il pene per la banca dell'acqua
Dicesi di una persona che ha confuso qualcosa di scontato.
  • Hadda venì baffone!
Deve arrivare baffone!
Baffone è Stalin: arriverà qualcuno a mettere a posto le cose!
  • He pigliat' 'e ppalle 'e ciuccio pe' lampadine fulminate.
Hai scambiato i testicoli dell'asino per lampadine fulminate.
Hai commesso proprio una svista enorme.
  • He pigliato asso pe' fiura.
Hai scambiato l'asso per una figura.
Hai sbagliato persona.
  • He pigliato 'stu bagno!
Hai avuto questa bidonata!
  • He tirate 'a varca 'o sciutto.
Hai tirato in secco la barca.
  • He truvate st'America!
Hai trovato l'America!
  • He voglia 'e mettere rum, chi nasce strunz' nun po' addivintà babbà.
Hai voglia di mettere quanto rum vuoi, un escremento non può diventare un babà.
È impossibile cambiare le persone non affidabili.
  • Iamme bello, ia'!
Andiamo belli, sù!
  • Iamme guagliu', vuttamme 'e mane.
Forza ragazzi, muoviamoci.
  • Iammuncenne, siente a me, dicette 'a patella a 'o scoglio.
Sentimi, andiamocene, disse la patella allo scoglio.
Riferito a due persone una più pigra dell'altra.
  • I' dico ca chiove, ma no ca diluvia.
Non esageriamo.
  • Ienne vedenne.
Scoprire inaspettate verità.
  • Iere facive 'o guappo a mare e mo faje 'o strunzo 'int' 'a spasella.
Ieri sembrava che volessi spaccare il mondo e oggi non ti muovi. Fai solo chiacchiere!
  • I' tengo doje Maruzze: una fete, e ll'ata puzza.
Io ho due lumache: una puzza più dell'altra.
  • I' vengo d'o muorto e tu dice ca è vivo.
Stai contraddicendo una cosa che ho visto coi miei stessi occhi.
  • Jamme ja'
Andiamo, dài!
  • Jette pe' se fa 'a croce, e se cecaie 'n uocchio.
Nel farsi la croce si accecò.
Il massimo della sfortuna.
  • Jì truvanno a Cristo dinte 'e lupine.
Cercare Cristo fra i lupini.
Essere pignolo.
  • Jirse a curcare comm' 'e ggalline.
Andare a letto decisamente presto.
  • L'acqua è poca e 'a papera nun galleggia.
L'acqua è poca e l'anatra non galleggia.
Quando non vi sono le condizioni per iniziare un progetto, è inutile metterlo in atto, non reggerebbe.
  • L'acqua vò 'a pennènza e 'a forma vò 'a sustanza
L'acqua necèssita della pendenza altrimenti diventa stagnante e maleodorante così come la forma, senza la sostanza, è solo fumo senza arrosto.
  • L'esercito 'e Francischiello.
L'armata Brancaleone.
  • Lassa sta 'o munno comme se trova.
Lascia stare il mondo come sta.
  • Lassateme fa' 'o speziale.
Lasciatemi fare lo speziale.
Lasciatemi operare nel mio campo.
  • Le vanno 'e scarpe strette.
Le scarpe gli stanno strette
Non gli sta bene.
  • Leva a' taverna 'a nanze 'a carnevale.
Evita le tentazioni se sai di non poter resistere.
  • Levamme 'a frasca.
Sciogliamo la seduta.
  • Levarse 'na preta a dinto 'a scarpa.
Togliersi un sassolino dalla scarpa.
Togliersi una soddisfazione.
  • Leve mane!
Togli le mani!
Lascia perdere!
  • Lloco te voglio! Ciuccio 'nfaccia a 'sta sagliuta.
Qui casca l'asino.
  • M'è asciuto 'a dinto all'anema.
Mi è uscito dal cuore.
  • Magnarse 'e maccarune.
Mangiare la foglia.
  • Mala notte e figlia femmena.
Notte insonne e figlia femmina.
Dicesi di chi ha avuto parecchi guai insieme.
  • Male a chi 'nce capita.
Male a chi ci capita.
  • Malo masto songo, mali fierr' tengo, nun me chiammate ca nun vengo.
Sono un cattivo artigiano, ho i ferri cattivi, non mi chiamate proprio!
  • Mamma â messa e 'o cane appriesso.
La mamma va a messa, e il cane la segue.
Si dice a chi segue gli altri senza capire.
  • Manco 'a morte 'o sconceca.
È talmente brutto che neanche la morte può peggio.
  • Manca l'asso, 'o doje e 'o tre.
Manca l'essenziale.
  • Mannaggia a Bubbà
Maledizione a Bubbà.
  • Mantene' 'o carro p' 'a scesa.
Tenere il carro nella discesa.
Arginare il possibile.
  • Mazze e panelle fann' 'e figlie belle. Panelle senza mazze fann' 'e figlie pazze.
Per avere figli educati occorrono pane e bastonate. Il pane senza bastonate rende i figli maleducati.
  • Me fai fa' 'a croce c'a mana smerza.
Mi fai cadere dalle nuvole.
  • Me pare 'a sporta d' 'o tarallaro.
Mi sembra di stare nel cesto del venditore di taralli.
  • Me pare Ernesto a Furìa.
Mi sembra Ernesto a Foria.
(Amministratore delle pubbliche latrine).
  • Me pare 'na guaguina 'e mare.
Assomiglia a un colombo di mare.
Riferito a chi si muove in modo sgraziato o volgare.
  • Me pare 'o cucchiere 'e bellumunno.
Attribuito a chi ha l'aspetto triste (Belmondo inteso come agenzia di pompe funebri).
  • Me pare Pascale passaguai.
Si dice di chi è continuamente danneggiato.
  • Me pare Pulecenella spaurato d' 'e maruzze.
Si dice di chi si spaventa facilmente.
  • Me scippe 'e pacchere 'a mano.
Mi attira gli schiaffi dalle mani.
  • Me staje purtanno pe' vviche e vicarielle.
Mi stai portando in vicoli e vicoletti.
E quando giungiamo al dunque?
  • Menarse a mmare cu tutt' 'e panne.
Buttarsi in mare con tutti i vestiti.
  • Mettece 'na bona parola.
Mettici una buona parola.
  • Mettere 'o pepe 'nculo a' zoccola.
Mettere il pepe nel didietro della topa.
Insinuare un sospetto atroce.
  • Miettatello dinte 'e chiocche.
Convincitene.
  • Mimì, Cocò e Carmene 'o pazzo stevano 'e casa into 'o stesso palazzo.
Mimì, Cocò e Carmine il pazzo abitavano nello stesso palazzo
Si dice di persone che sono della stessa crocchia.
  • 'Na botta 'o chirchio e 'n auta 'o tompagno.
Una botta al cerchio e una al coperchio.
  • 'Nce ha jettato 'o nniro d' 'a seccia!
Ha fatto in modo che tutto andasse storto. Diretto agli jettatori.
  • 'Nce va sotto 'o justo p' 'o peccatore.
Errore giudiziario.
  • 'Nciuciamme.
Sparlottiamo.
  • 'Ncopp' 'o ccuotto acqua vulluta.
Acqua bollente sulle scottature.
Di male in peggio.
  • 'Nu pollece cecai 'n'uocchio a 'n'alifante.
Una pulce cecò un occhio a un elefante.
Anche i piccoli possono provocare gravi danni.
  • Nun ammiscamme 'a lana c' 'a seta.[2]
Non mischiamo la lana con la seta.
Non facciamo confusione tra una cosa positiva ed un'altra negativa, seppur similare
  • Nunn'è doce 'e sale.
È un duro.
  • Nunn'è carne p' 'e diente tuje.
Non è carne per i tuoi denti.
  • Nun fa' 'o pireto 'cchiù gruosso d' 'o culo!
Non fare una scoreggia più grande del culo.
Si invita a non esagerare (equivalente di non fare il passo più lungo della gamba)
  • Nun me passa manco p' 'a capa.
Non mi passa nemmeno per la testa.
  • Nun me pozzo fa' capace.
Non riesco a farmene una ragione.
  • Nun mettere carne a cocere.
Non mettere carne a cuocere.
Non provocare.
  • Nun purtà serenate a casa d' 'e sunature.
Non portare serenate a casa dei musicisti.
  • Nun schiara mai juorno Afravòla.
Il giorno è lungo da venire ad Afragola.
  • Nun sfruculià 'a mazzarella 'e San Giuseppe.
Non provocare.
  • Nun sputa' 'ncielo ca 'nfaccia te torna.
Non sputare in cielo che in faccia ti torna.
Non disprezzare chi sta sopra di te, perché ciò potrebbe ritorcersi contro.
  • Nun t'è muzzecate 'a lengua.
Non ti sei morsicata la lingua.
Non hai detto bugie.
  • Nun te piglià collera ca 'o zuccaro va caro.
Non arrabbiarti se lo zucchero è caro.
  • Nun tene manco l'uocchie pe' chiagnere.
Non ha neppur gli occhi per piangere.
Di chi è in miseria.
  • Nun tene né cielo 'a guardà né terra pe' cammenà.
Non ha né cielo da guardare né terra su cui camminare.
Di chi non ha proprio nulla.
  • Nun tene 'nu pile 'n faccia e sfruculea 'o barbiere.
Non ha un pelo in faccia ma va dal barbiere.
Dicesi di persona che spera che accada al più presto qualcosa desiderata.
  • 'Ntricate 'e te.
Fatti i fatti tuoi.
  • 'O ciuccio 'e Fichella: nuantanove chiaije e 'a coda fraceta
L'asino di Fichella (cognome di un ambulante napoletano): novantanove piaghe e la coda in cancrena.
Si dice di chi non è stato risparmiato dalla sorte in alcun modo.
  • 'O palazzo è auto e 'a signora è sorda.
Il palazzo è alto e la signora affacciata è sorda.
L'impresa è ardua.
  • 'O purpo se coce dint' all'acqua soja.
Il polpo si cuoce nella sua stessa acqua.
Di qualcuno che finirà per danneggiarsi da solo.
  • 'O puorco 'nnanze a te, se mette 'a cravatta.
Il maiale davanti a te, si mette la cravatta.
  • 'O quadro è bbello, e 'a pittura è fresca.
I guai non vengono mai da soli.
  • O rippa o rappa.
In un modo o nell'altro.
  • 'O ssaccio píro all'uorto mijo.
Lo conoscevo pero nel mio orto.[3]
  • 'O strummolo turuteppola, e 'a funicella è corta.
La trottola traballa e la cordicella è troppo corta.
I mezzi sono scarsi.
  • O tuse o nun 'o tuse, tanto 'o cane nunn'è 'o mie.
Puoi tosarlo o meno, tanto il cane non è mio.
Dicesi di una cosa verso la quale si è totalmente indifferenti.
  • 'O voccapierto 'e San Giuvanne.
Si dice di chi resta a bocca aperta (con riferimento ai mascheroni apotropaici in un affresco).
  • Ogge a me, dimane a te.
Oggi a me, domani a te.
  • Pare 'a nave e Franceschiello: a poppa cumbatteveno e a prora nun 'o sapeveno.
Sembra la nave di Franceschiello: a poppa combattevano ed a prua non lo sapevano.
  • Parla' a schiovere.
Quando si parla a sproposito.
  • Parla comme t'ha fatto mammeta.
Parla come ti ha fatto mamma.
Esprimiti come tuo solito, senza fronzoli.
  • Parla e parla e 'a 'nnammurata è sorda
Si ripetono le cose ma non vengono applicate.
  • Pe' 'na magnata 'e fave.
Per una mangiata di fave.
Per un nonnulla.
  • Pe' tale via passa.
Passa per questa via.
È così e basta.
  • Pe' vvintinove e trenta.
Per un pelo.
  • Pe' vulje 'e lardo, mettètte 'e ddete 'nculo 'o puorco
Per una voglia di lardo, mise le dita nel deretano del porco.
Di chi si è degradato oltre misura.
  • Perdere a Felippo e 'o panaro.
Perdere Filippo ed il cesto.
Perdere tutto.
  • Piécuro, è fernuta l'évera.
Hai finito di sfruttare la situazione.
  • Pienze 'e corna toie ca so' cchiù longhe d' 'e meie.
Pensa alle corna tue che sono più lunghe delle mie.
  • Prumette certo e vene meno sicuro.
Promette con certezza e certamente viene meno.
  • Prutusina ogni 'mmenesta.
Prezzemolo per ogni minestra.
Si dice di chi si infila in ogni discussione, anche se non gli riguarda.
  • Pulecenella 'e sische 'e teneva p'applause.
Pulcinella scambiava i fischi per applausi.
Si dice a chi non si accorge che sta sbagliando.
  • Pulecenella jette America e truvaje 'e pariente.
Pulcinella andò in America e trovò i parenti
  • Pulecenella spaventato d'e maruzze.
Pulcinella spaventato dalle lumache.
Si dice a chi si spaventa facilmente.
  • Pure 'e jatte te fanno ll'ove.
Anche i gatti ti fanno le uova.
Detto di persona molto fortunata.
  • Pure 'e pullece tenen' 'a tosse.
Anche le pulci hanno la tosse
Si dice dei bimbi che si danno arie da adulti.
  • Purta' pe' vviche e vicarielle.
Portare per vicoli e vicoletti.
  • Quann' 'a furmicula mette 'e scelle, vo' murì.
Quando la formica mette le ali, vuol morire.
Chi vuol fare cose impossibili e non alla sua portata è destinato a soccombere.
  • Quann' è niente pe' niente, 'a fessa mia nun ce faccio piglià 'o viento.
Non alzo la gonna la gonna al vento per niente.
  • Quanno nun sai fa' 'o scarparo, nu' dompere 'o cazz' 'e semmenzelle.
Se non sei capace di fare il calzolaio, non creare problemi ai chiodini.
  • Quante cchiù simmo, cchiù belle parimme.
Più siamo e più ci divertiamo.
  • Raccumannà 'e pecore a' 'o lupo.
Affidare le pecore al lupo.
  • Rafaniè, fatte accattà a chi nun te sape.
Venditi a chi non ti conosce.
  • Rispetta 'o cane p' 'o patrone.
Rispetta il cane per il padrone.
Rispettare anche i congiunti di chi stimi.
  • Risponne a maneca 'e 'mbrelle.
Risponde a manica d'ombrello.
Risponde a vanvera
  • S'arricorda 'o cippo a Furcella.
Di cosa decisamente antica, come il Cippo che si trovava a Forcella, quartiere di Napoli, dove si esponevano le teste mozzate.
  • S'è aizato 'stu cummò!
Si dice di chi è in compagnia di una donna brutta.
  • S'è arravugliato mano e piere.
Si è confuso.
  • S'è aunit' 'o pesce fetente e 'a tiella c' azzecca!
Si è unito il pesce sporco e la padella unta.
Sono fatti l'uno per l'altra.
  • S'è araputo 'o cielo.
Per dire che è successo di tutto.
  • S'è fritto 'o fécato.
Il dado è tratto.
  • S'è 'mbrugliata 'a matassa.
S'è imbrogliata la matassa.
  • S'è mise co' musso a sotto.
Si è arrabbiato.
  • S'è miso 'o scuorno 'nfaccia.
Ha fatto qualcosa di molto vergognoso.
  • S'è scarfata 'a serpe 'mpietto.
Ha covato una serpe in seno.
  • S'è scumbinata 'a grammatica.
Si è sovvertita la lingua italiana.
  • S'è squagliato 'o sango dint' 'e vvene.
Si è sciolto il sangue nelle vene.
Per significare un'emozione intensa.
  • S'è visto pigliato d' 'e turche.
Si è visto preso dai turchi.
Non è riuscito a capire che cosa succedeva.
  • Salutame a soreta.
Salutami tua sorella.
Riferito a chi ha una bella sorella.
  • San Genna', pienzece tu!
San Gennaro, pensaci tu!
  • San Giuseppe 'nce passaje 'a chianozza.
San Giuseppe vi ha passato la pialla.
Dicesi di donna con poco seno.
  • Scarto fruscio e piglio primmera.
Evito un danno e ne capita un altro.
  • Scetate, Caruli', ca ll'aria è doce.
Svegliati, Carolina, che l'aria è dolce.
  • Sciacqua Rosa, evviva Agnese.
Godiamo ora poi se ne parla.
  • Scinneme 'a cuoll'.
Scendimi di dosso.
Falla finita – riferito a persona insistente.
  • Sciò Sciò ciucciuvè.
Scacciamalocchio.
  • Sciù! P' 'a faccia toia!
Godo del fatto che ti dispiace il mio stato di benessere.
  • Se n'è gghiuto 'e capa.
Se ne è andato di testa.
  • Se n'è perduto 'o stampo.
Si dice di persone eccezionali ed uniche.
  • Se 'o nonno teneva 'e rote, era 'nu tram.
Se il nonno aveva le ruote, era un tram.
  • Se piglia 'o dito cu tutta 'a mano.
Si prende il dito con tutta la mano.
  • Se spieca comm' a 'nu libro stracciato.
':Si spiega malissimo.
  • Si comme a Santu Lazzaro.
Sei come San Lazzaro.
Stai proprio mal messo.
  • Si èraveme ciucce ragliaveme 'nsieme.
Se fossimo stati asini avremmo ragliato insieme.
Si dice quando per caso due persone dicono le stesse cose contemporaneamente.
  • Si 'na meza cazetta.
Sei una mezza calzetta.
  • Si 'nu babbà.
Sei un tesoro (il babà è un tipico dolce mnapoletano).
  • Si 'o ciuccio nun vò vevere, hai voglia a 'llo siscà.
Se l'asino non vuol bere, convincerlo è perdita di tempo.
Dicesi di persona testarda.
  • Si vene 'a morte manco 'o trova.
Neanche se viene la morte lo trova.
  • Simmo d'o stesso buttone.
Siamo della stessa risma.
  • So' cadute 'e maccarune dinto 'o ccaso.
È andato tutto bene.
  • So' cicere si se coceno.
Se son rose fioriranno.
  • So' cuppine ca nun aizane broro.
Sono mestoli che non prendono minestra.
Decisamente avari.
  • So liscio 'e chiammata.
Sono pronto a sfidarti.
  • Spunisce 'a parlesia.
Parlare in modo diverso per rendersi incomprensibili ad altri.
  • Sta alliscianno n'atu tre.
Sta preparando un'altra vittoria (con riferimento al gioce del tresette).
  • Sta chiuvenne dinto 'a terra toja.
Sta piovendo sulla terra tua
Le cose ti stanno andando bene.
  • Sta facenno carne 'e puorco.
Si sta divertendo.
  • Sta 'ntrìdece.
Stare in tredici.
trìdece in realtà sta per trivio: comportamento provocante, esibizionista.
  • Sta "tieneme ca te tengo".
Sta in piedi per combinazione.
  • Sta tirato a zuco 'e caramella.
Sta tirato a lucido.
  • Sta tutta 'ntufata.
È gonfia di arrabbiature.
  • Staje 'mmano all'arte!
Stai nelle mani dell'arte.
Sono un esperto.
  • T'anna magnà 'e can' 'e canciello.
T'auguro che ti mordano i cani da guardia.
  • Te manca 'a pazzia.
Ti manca il divertimento.
  • Te si piazzato casa e puteca.
Hai piazzato casa e lavoro.
Vuoi proprio fare le cose come si deve.
  • Te tengo stampato 'n cuorpo.
Ti tengo stampato in corpo.
Ti conosco fin troppo bene
  • Tene 'a capa fresca.
Ha la testa fresca.
È spensierato.
  • Tene' 'a capa sulo pe' spàrtere 'e rrecchie.
Avere la testa solo per dividere le orecchie.
Essere senza cervello.
  • Tene 'a cimma 'e scerocco.
È nervoso.
  • Tene 'a folla 'a ppiede 'o lietto
Ha la folla ai piedi del letto
Detto di persona sgradita: per le visite di condoglianze.
  • Tene 'a mangiatora vascia.
Non ha bisogno di sforzarsi per mangiare.
  • Tene' 'a neve dint' 'a sacca.
Avere la neve in tasca.
Avere molta fretta.
  • Tene 'o core dinto 'o zucchero.
Tiene il cuore nello zucchero.
  • Tene' 'o mariuolo 'ncuorpo.
Nasconde dentro qualcosa.
  • T'he fatto 'e cunte senza 'o tavernaro.
Hai fatto i conti senza l'oste.
  • Tene 'a faccia d' 'e corne vecchie.
Ha la faccia tosta.
  • Tene 'a folla Pintauro.
Si dice di una persona molto corteggiata.
  • Tene' l'uocchie 'ncuollo.
Avere il malocchio addosso.
  • Tiemp 'e guerra, ogni buco è pertuso.
  • Tiemp 'e tempesta, ogni pertuso è puorto.
Quando le cose vannno male, accontentati.
  • Tiene cchiù corne ca nu cato 'e maruzze.
Sei cornuto (assai).
  • Tiene cchiù culo ca cerviello.
Hai più deretano che cervello.
Sei fortunato e non sai perché.
  • Tiene 'e pile 'ncoppo 'o core.
Hai i peli sul cuore.
Sei crudele.
  • Tiene 'e rendite spase 'o sole.
Hai i soldi stesi fuori al sole.
Si dicesi a persona molto ricca.
  • Tiene 'nu culo quant'e Porta Capuana.
Sei molto fortunato (Porta Capuana è una nota Porta in città).
  • Trase 'e sicco e te miette 'e chiatto.
Presentarsi modestamente e poi scalzare gli altri.
  • Tre so' 'e putiente: 'o Papa, 'o Rre e chi nun tene niente.
Tre sono i potenti: il Papa, il Re e il nullatenente.
  • Truvà 'na pezza 'a culore.
Trovare una buona scusa.
  • Tu si 'nu guaie 'e notte.
Sei un fastidio capitato durante la notte.
Divisione ingiusta.
  • Uocchie chine e mane vacante.
Vedere e non potere toccare.
  • Va' cu 'e piere 'e chiummo.
Vai con i piedi di piombo.
Fai molta attenzione.
  • Vaco p'aiuto e trovo sgarrupo.
Cerco aiuto e trovo difficoltà.
  • Vaco pe' me fa' 'a croce e me ceco l'uocchie.
Nel farmi il segno della croce, mi son accecato gli occhi.
Quando nel fare una cosa buona ci si fa del male.
  • Vide Napule e po' muore!
Vedi Napoli e poi muori!
  • Vo' 'o cocco ammunnato e bbuono.
Vuole ottenere senza fatica.
  • When good good, more black d' 'a midnight nun pò venì.
Più nera (tragica, in senso esteso) della mezzanotte non può essere.
  • Zitto chi sape 'o juoco.
Zitto chi sa il gioco.
Chi conosce lo scherzo non lo sveli.
  • Zittu zittu e cacchio cacchio.
In silenzio e irriguardosamente.
  • Zittu zittu mmiezz' 'o mercato.
Dicesi di chi ha reso pubblico un segreto.
  • Zompa 'o cetrullo e va 'ncul' 'o parulano.
La zucchina sfugge e il fruttivendolo resta fregato.
  • Zumpà 'o fuosso.
Saltare il fosso.
Evitare un grave pericolo.[4]
Note
  1. Il senso può essere compreso meglio se si considera che "la fava" (le fave) sono quelle secche scelte per le loro possibilità di conservazione degli emigranti che in nave (lente ed a vapore) raggiungevano le Americhe. Sulla caldaia del propulsore a vapore si cuocevano le fave mentre la nave andava, appunto.
  2. esiste una variante che recita nun ammiscamme 'a merda c' 'a ciucculata, cioè non confondiamo gli escrementi con la cioccolata
  3. Un tizio che aveva regalato un pero infruttuoso per farne la statua di un santo così rispose a chi gli chiedeva perché, come facevano tutti, non chiedeva una grazia al santo.
  4. Notisi la differenza con l'identico Modo di dire italiano: Saltare il fosso, come metafora della decisione, presa dopo lunga incertezza, di cambiare radicalmente una attività, uno schieramento, etc.

Un napoletano... non napoletano

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Volevo semplicemente far notare, da napoletano (nel senso che sono nato e cresciuto a Napoli e non in altre città della Campania, distinzione che faccio non per denigrare ma per necessario chiarimento), che moltissime voci riportate non esprimono affatto la più classica parlata napoletana. Si riferiscono infatti a un tipo di dialetto napoletano parlato in province diverse da quella napoletana, in particolare della provincia di Salerno. Si noti soprattutto l'uso ripetuto dell'articolo "'U" (ovvero "il") al posto del più corretto "'O". Nulla contro questa variante, ma non è il napoletano più standard. Il compilatore di queste voci è probabilmente di origine salernitana e ha usato in maniera massiccia il testo di Domenico Apicella che era appunto di Cava dei Tirreni. La cosa andrebbe almeno messa in evidenza.

Martin Rua

Po rice co' cazz sape e sapone

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Quando non si sa che scusa trovare e si trova una risposta inadeguat 151.35.254.193 (msg) 18:02, 14 giu 2022 (CEST)Rispondi

Ciao! Grazie, ma ogni nuova citazione deve essere sempre accompagnata dall'indicazione precisa delle fonti. --DOPPIA•DI 18:05, 14 giu 2022 (CEST)Rispondi
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