Heinrich Ahrens
Heinrich Ahrens (1808 – 1874), filosofo e scrittore tedesco.
- II merito che bisogna riconoscere nell'opera di Stahl si è di avere sottoposto ad una critica vigorosa le dottrine anteriori che si fondavano sopra principj astratti, formali o subbiettivi, e di avere fatto comprendere la necessità che il diritto, per essere un principio sociale e rispondere al bisogno del sociale ordinamento, debb'essere un principio obbiettivo, conforme alla natura delle cose e delle diverse istituzioni, essendo in sé stesso non già nn prodotto della volontà o della convenzione, ma la regola o la legge superiore della volontà individuale e sociale. (citato da Raffaele Conforti in note all'introduzione a Friedrich Julius Stahl, Storia della filosofia del diritto, p. XXXI)
Corso di diritto naturale
modificaPiù titoli alle nostre considerazioni ha il libro di Zeiller che ora prendiamo ad esaminare. Esso, per noi, non solo ha valore di un lavoro scientifico, come opera, la quale è certo rispettabile espressione delle dottrine che invalsero in Germania nella scienza del diritto da Tommasio in poi; ma assume anche l'importanza d'una specialità, come libro di autore che per molti rapporti potrebbe dirsi privilegiato. Infatti le opinioni dello Zeiller, il quale fu tra i compilatori del codice civile austriaco, ebbero la sorte che di rado tocca a filosofo di potere erigere loro seggio nella legislazione di un vasto impero, e d'imporsi ai destini di numerose popolazioni; ed anche ora hanno autorità quasi di opinioni ufficiali per la educazione della gioventù, poiché il libro di Zeiller è testo per l'insegnamento del diritto privato nelle nostre università.
Citazioni
modifica- I fatti e gli avvenimenti politici e sociali cospirano per mettere al nudo l'illusione sparsa dalle teorie astratte sulla possibilità d'organizzare l'ordine giuridico e politico senza tener conto dei costumi del popolo. Lo stesso elevato principio della libertà individuale e sociale non può sussistere senza la moralità, senza essere ridotto al principio del bene che è il suo fine e dev'essere la sorgente l'ispirazione per tutte le azioni della vita. (dalla Prefazione alla quarta edizione)
- Duecento anni fa il trattato di Westfalia sancì per la prima volta la libertà per le principali opinioni religiose d'uno Stato; all'epoca nostra sarebbe necessario un trattato di pace fra tutte le dottrine morali, politiche, religiose ed economiche, che cercano di svilupparsi colla parola e l'associazione, in modo pacifico, e senza violenza fisica o morale. (dalla Prefazione alla terza edizione)
- Accade del mondo intellettuale delle idee lo stesso che del mondo fisico; in questo l'occhio scorge a grandissima lontananza gli oggetti, massime i più elevati; ma per raggiungerli, spesso fa duopo d'un lungo cammino. Medesimamente l'intelligenza può chiaramente comprendere le idee più elevate, i principii generali; ma perché si traducano nella realtà, perché acquistino il diritto di cittadinanza, perché siano applicate alle presenti condizioni sociali, sovente vi abbisognano i conati di più secoli. Oggi il mondo sociale procede più franco, e la sua mossa si fa ognor più accelerata a misura che progredisce; però in nessuna epoca è dato di conoscere la distanza che separa la teoria dalla pratica, e le modificazioni che questa può a quella arrecare. (dalla Prefazione alla prima edizione)
- Zeiller [...] appartiene a quegli scrittori, i quali credono di potere far discendere tutto il diritto da un principio subbiettivo e desunto esclusivamente dalla forma della ragione umana, detto perciò principio formale. (p. 27)
- Nel sistema di Zeiller non solo rivelatrice, ma legislatrice di tutto il diritto sarebbe la ragion pura; punto di partenza per la dottrina del diritto sarebbe l'idea di eguaglianza tra gli uomini: conclusione ed espressione pratica del diritto e della legge sarebbe il neminem ledere; carattere di questa legge sarebbe essere esterna, negativa. (p. 28)
- Anche i più illustri rappresentanti dell' attuale filosofia italica sono pure gli infaticabili zelatori del primitivo concetto nazionale, e questo allargato e vivificato dal cristianesimo tradussero in forme scientifiche che consacrano nella teorica e nella pratica l'inseparabile unione del diritto colla morale, del diritto colla idea religiosa. (p. 31)
- Senza società, senza la materia delle azioni esterne, l'etica sarebbe ridotta ad una pura virtualità, senza possibilità di manifestazioni e di atti. Se la legge esterna non le spiana il terreno su cui disvolgersi, la via onde insinuarsi nella vita pratica, l' etica è sostanza senza forma, movimento a cui manca il tempo e lo spazio. Se la legge giuridica non le apparecchia tempio, l'etica rimasta estrasociale, è ridotta ad una astratta aspirazione indiduale, Chiesa invisibile senza culto esteriore, senza popolo, senza sacerdozio. (p. 36-37)
Bibliografia
modifica- Heinrich Ahrens, Corso di diritto naturale, Traduzione di Vincenzo de Castro, Stabilimento Tipografico dell'Ancora, Napoli, 1860.
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