Christoph Willibald Gluck

compositore tedesco

Christoph Willibald Gluck (1714 – 1787), compositore tedesco.

  • Non esiste ruolo musicale che non sacrificherei per ottenere un effetto drammatico. (citato in AA.VV., Il libro della musica classica, traduzione di Anna Fontebuoni, Gribaudo, 2019, p. 118. ISBN 9788858022894)
Christoph Willibald Gluck

Citazioni su Christoph Willibald Gluck modifica

  • Gli studi e il lungo soggiorno nella penisola [italiana] diedero a Gluck, dal punto di vista dell'arte, quel che precisamente a lui mancava, sia per atavismo germanico, sia per il carattere peculiare della sua giovinezza, cioè: il sentimento della melodia organizzata. (Jean d'Udine)
  • [L'arte di Gluck] Un'arte essenzialmente di apparato e di cerimonia. (Claude Debussy)
  • Proclamando la musica «un'arte limitata», Gluck, sopra tutto, alluse alla possibilità di tradurre in sensi precisi ciò che la sua mente si figurava con precisi concetti. Sicché questo musicista confidò piuttosto nei modi della poesia, della pittura e della plastica. Fu salvo da una grave minaccia per le virtù insopprimibili della sua arte e perché, fino al suo tempo, la musica non aveva saputo esprimersi se non in accenti così nobili che, senza pregiudizio di contenuto, rappresentavano già di per se stessi un'evoluzione e un miglioramento spirituale. (Giulio Confalonieri)
  • Spirito eclettico e assimilatore, ragionatore calmo e ponderato, artista cosciente e lucido, Cristoforo Gluck è prodotto necessario dell'evoluzione e delle necessità storiche. Egli, nell'ultimo periodo d'una fulgida carriera che l'aveva innalzato all'Olimpo, riassume i suoi sforzi e le sue idealità, e trae dall'intimo del suo essere e mette in valore gli elementi atti a costruire una forma d'opera lirica, scevra degli abusi, delle sconnessioni, delle superfluità e tendente ad esprimere sentimenti veraci ed illuminare situazioni drammatiche. (Raffaello De Rensis)
  • [Sulle opere di Gluck] Se in esse si ama è con maestosa compostezza e la sofferenza stessa fa riverenze preliminari. (Claude Debussy)

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