Cesare Romiti

dirigente d'azienda, imprenditore ed editore italiano (1923-2020)

Cesare Romiti (1923 – 2020), dirigente d'azienda, editore e imprenditore italiano.

Cesare Romiti

Citazioni di Cesare Romiti modifica

  • [Su Gustavo Adolfo Rol; riferendosi a Gianni Agnelli] Mi diceva sempre: "Romiti, non ci vada!". Ne era terrorizzato da quando a Venezia aveva sentito Rol raccomandare a un amico comune di non prendere l'aereo per Roma. Quell'aereo cadde, l'amico morì.[1]
  • [«Che cosa resta dell'Avvocato [...]?»] Innanzitutto, una lezione di stile. Che non era solo una questione di estetica, o di mode. Certo, aveva un colpo d'occhio eccezionale per l'arte. E dettava piccole esteriorità subito imitate dagli adulatori, tipo la cravatta sul pullover. Ma lo stile per l'Avvocato era sostanza. Era comportamento, e anche valori morali che in lui erano profondamente radicati dall'educazione ricevuta e dall'esempio del nonno. Era del tutto incapace di dire bugie. Questo creava anche problemi. [...] Alle trattative sindacali partecipava di rado. Quando veniva, però, si faceva sfuggire fin dove la Fiat poteva arrivare. È una cosa che ovviamente non si fa mai. Ma per lui era impensabile non dire sempre la verità; gli avevano insegnato così. Lo stile era il parametro con cui giudicava le persone.[2]

Io, Cuccia e l'Avvocato: ecco la verità

Dall'intervista di Paolo Madron, Il Sole 24 Ore, 15 febbraio 2009; citato in ilsole24ore.com, 18 agosto 2020.

  • Economicamente parlando, oggi l'editoria non è certo un affare. Il problema è che in questo Paese [l'Italia] la stampa è considerata come uno strumento di potere. Allora uno in cambio ci può anche perdere dei soldi.
  • Avevo una grande stima per Ghidella, tant'è che quando mi disse che non poteva convivere con Nicola Tufarelli alla guida dell'Auto, consigliai l'Avvocato perché scegliessimo lui. Stimavo l'uomo e la sua dedizione al lavoro. Mi colpiva quando diceva che alla sera mangiava nel gavettino, come un vecchio meccanico torinese. [«Ma non esitò a sbarazzarsene senza pietà»] L'allontanamento derivò da fatti che non ho mai rivelato né intendo farlo ora. Agnelli nominò due persone di fiducia per giudicare il contenzioso, Franzo Grande Stevens e Vittorio Chiusano. Dopo venti giorni gli inviarono una lettera e l'Avvocato mi disse che Ghidella doveva lasciare la Fiat.
  • [«Perché da noi il Corriere della Sera è l'ombelico del mondo?»] Mah, è il giornale in cui s'identificava la borghesia. Tutti ci volevano mettere un piede dentro.
  • [Su Enzo Ferrari] Pranzando una volta a Fiorano mi disse: "Io so che lei sta facendo carriera e sarà un uomo di grande successo. Ma si ricordi che accanto a un uomo di successo ci deve essere sempre una donna". Io lo guardai, lui si fermò un attimo e poi aggiunse: "Naturalmente cambiandola ogni tanto".

Citazioni su Cesare Romiti modifica

  • Cesare Romiti [...] è stato di certo il più importante dirigente d’azienda della storia italiana, ha guidato la Fiat, da sovrano, per 25 anni, dal 1976 fino alla fine del secolo, ha ottenuto risultati clamorosi, ha sconfitto tanti avversari interni, ha tenuto sotto il suo potere anche Gianni Agnelli, ha battuto i sindacati e ha pareggiato coi Pm. Ha una storia ricca davvero di intuizioni, di decisioni e di successi. Ha imposto all’Italia due svolte: quella del 1980, quando ha posto fine al compromesso storico, dando scacco a Berlinguer, alla Dc, e alla potenza del sindacato; e poi quella del 1992-1993, quando ha dato il via libera al pool dei Pm di Milano e all’annientamento della Prima repubblica. Romiti ha cambiato l’Italia, in modo netto, radicale. In meglio? Può darsi. Più probabilmente in peggio. (Piero Sansonetti)
  • Insieme a Romiti voglio ricordare le centinaia di lavoratori che purtroppo si sono suicidati durante gli anni 80 per le discriminazioni e la cassa integrazione. La nostra sconfitta e la vittoria di Romiti hanno rappresentato il punto di svolta affinché l'Italia divenisse quella che è oggi: un Paese liberista dove vige il dominio totale del mercato e delle imprese, dove il lavoratore è continuamente schiacciato in nome del profitto. Il successo di Romiti è stato un passaggio di restaurazione come quello della Thatcher in Gran Bretagna e di Reagan negli Usa.[3] (Giorgio Cremaschi)
  • Lui non è mai stato un uomo di destra. Era un uomo del potere delle élite di centro sinistra. La svolta liberista sia nei gruppi dirigenti dei sindacati sia in quelli della sinistra ha avuto in lui un suo artefice. Prodi, D'Alema e compagnia sono discepoli e non nemici di Romiti. (Giorgio Cremaschi)
  • Non ci si improvvisa ingegnere dell'auto a sessant'anni. (Vittorio Ghidella)

Note modifica

  1. Citato in Aldo Cazzullo, Gustavo Rol spariva (e ricompariva): l'ultimo mago amato e temuto dai potenti (Agnelli ne era terrorizzato), corriere.it, 30 maggio 2021.
  2. Dall'intervista di Aldo Cazzullo, Corriere della Sera, 19 gennaio 2013; citato in Romiti, con Gianni Agnelli «senza mai darci del tu», corriere.it, 18 agosto 2020.
  3. Rispondendo alla domanda: «Lei su twitter ha scritto: "Riposi in pace Cesare Romiti. Ma se nell’ottobre 1980 avessimo vinto noi e non lui e Agnelli oggi l'Italia sarebbe un paese migliore". Vogliamo ampliare il discorso?»

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