Cavallo di Troia
macchina da guerra che, secondo la leggenda, fu usata dai greci per espugnare la città di Troia
Citazioni sul cavallo di Troia.
Citazioni
modifica- Bravo, Ulisse! Hai trovato il modo di far sì le pecore invitino i lupi a cena! (Agamennone: Troy)
- Essa [Troia] conversa | in fumo è adesso: ché le argive cuspidi | l'hanno distrutta e saccheggiata. Epèo | di Parnasso, il focese, costruí, | per consiglio d'Atèna, un gran cavallo, | pieno i fianchi d'armati, e lo sospinse, | simulacro funesto, entro le torri. (Euripide)
- L'improvviso cigolio delle assi di legno sommerse le grida di acclamazione dei troiani, che fino a quel momento erano risuonate ovattate nella pancia del cavallo. Acamante ondeggiò, andando a urtare il suo compagno di destra, il coetaneo Neottolemo, ma si ritrovò quasi in braccio Odisseo, che si era accucciato immediatamente alla sua sinistra. Si accorse che lance e scudi e spade danzavano sul fuoco urtandosi a vicenda, producendo lo stesso clangore che si sarebbe udito sul campo di battaglia, e trasalì; ma poi vide il re di Itaca ammiccare con espressione rassicurante, e si rese conto che si trattava di un rumore blando, rispetto a quello della struttura in movimento. Non c'era possibilità che i suoi nemici lo udissero. (Andrea Frediani)
- «Non mi piacciono i regali» mormorò Corso, cupo. «Una volta dei tipi accettarono un certo cavallo di legno. Artigianato acheo, c'era scritto sull'etichetta. Che idioti.» (Arturo Pérez-Reverte)
- Sbattuti e stanchi | di guerreggiar tant'anni e risospinti | ancor da' fati, i greci condottieri | a l'insidie si diero; e da Minerva | divinamente istrutti, un gran cavallo | di ben contesti e ben confitti abeti | in sembianza d'un monte edificaro.[1] | Poscia finto che ciò fosse per voto | del lor ritorno, di tornar sembiante | fecero tal, che se ne sparse il grido. | Dentro al suo cieco ventre e ne le grotte, | che molte erano e grandi in sì gran mole, | rinchiuser di nascosto arme e guerrieri | a ciò per sorte e per valore eletti. (Enea)
- O ciechi, o folli, | o sfortunati! Agli nemici, a' Greci | date credenza? A lor credete voi | che sian partiti? E sarà mai che doni | siano i lor doni, e non più tosto inganni? | Così v'è noto Ulisse? O in questo legno | sono i Greci rinchiusi, o questa è macchina | contra alle nostre mura, o spia per entro | ai nostri alberghi, o scala o torre o ponte | per di sopra assalirne. E che che sia, | certo o vi cova o vi si ordisce inganno, | chè de' Pelasgi e de' nemici è 'l dono. (Laocoonte)
- A ciò seguire immantinente accinti, | ruiniamo la porta, apriam le mura, | adattiamo al cavallo ordigni e travi, | e ruote e carri a' piedi, e funi al collo. | Così mossa e tirata agevolmente | la machina fatale il muro ascende, | d'armi pregna e d'armati, a cui d'intorno | di verginelle e di fanciulli un coro, | sacre lodi cantando, con dilétto | porgean mano a la fune. Ella per mezzo | tratta de la città, mentre si scuote, | mentre che ne l'andar cigola e freme, | sembra che la minacci. (Enea)
- Allor Sinone, | che per nostra ruina era da noi | e dal fato maligno a ciò serbato, | accostossi al cavallo, e 'l chiuso ventre | chetamente gli aperse, e fuor ne trasse | l'occulto agguato. Usciro a l'aura in prima | i primi capi baldanzosi e lieti, | tutti per una fune a terra scesi: | e fur Tisandro e Stènelo ed Ulisse, | Atamante e Toante e Macaone | e Pirro e Menelao con lo scaltrito | fabricator di questo inganno, Epeo. | Assalîr la città, che già ne l'ozio | e nel sonno e nel vino era sepolta; | ancisero le guardie; aprîr le porte; | miser le schiere congiurate insieme: | e dier forma a l'assalto. (Enea)
- Il gran cavallo, | ch'era a Palla devoto, altero in mezzo | stassi de la cittade, e d'ogni lato | arme versa ed armati. (Enea)
Note
modifica- ↑ Cfr. Instar montis equum su Wikipedia.
Voci correlate
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