Carne trémula
Carne trémula
Titolo originale |
Carne trémula |
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Lingua originale | spagnolo |
Paese | Spagna |
Anno | 1997 |
Genere | drammatico |
Regia | Pedro Almodóvar |
Soggetto | Ruth Rendell (romanzo Carne viva) |
Sceneggiatura | Pedro Almodóvar, Jorge Guerricaechevarría e Ray Loriga |
Produttore | Pedro Almodóvar, Jorge Guerricaechevarría, Ray Loriga |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Carne trémula, film spagnolo del 1997 con Javier Bardem, Francesca Neri e Liberto Rabal, regia di Pedro Almodóvar.
"SI DICHIARA LO STATO DI EMERGENZA IN TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE"
La difesa della pace e del progresso della Spagna e il diritto degli spagnoli costringono il Governo a sospendere gli articoli della legge fondamentale degli spagnoli che si riferiscono alla libertà d'espressione, alla libertà di residenza e alla libertà di riunione e associazione, e l'articolo 18 secondo il quale nessun cittadino spagnolo può essere arrestato se non nei casi e nei modi prescritti dalla legge.
MADRID, GENNAIO DEL 1970 (Testo in sovrimpressione)
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- La gente che non beve, pensa di poter risolvere tutto non bevendo. (Sancho)
- Ti ho conosciuto una settimana fa e ci siamo fatti una scopata memorabile, per me era la prima volta... lo sai cosa vuol dire? (Víctor)
- Madre, sarai contenta di sapere che non sono diventato un tossico e che non mi sono preso l'AIDS. Studio molto, tutti i giorni vado a lezione di pedagogia, carpenteria metallica, artigianato e perfino di teologia. Così stare qui dentro [in carcere] è meno dura e imparo cose nuove. Il compagno Wolver mi sta insegnando il bulgaro. Mi piace molto anche la Bibbia. Adesso mi sto occupando della Genesi. Penserai che sono diventato matto, vero? Ma se non voglio impazzire, devo avere la testa occupata. Non devo pensare. (Víctor) [lettera]
- È incredibile. La gente pensa che fare la carità sia liberarsi delle cose vecchie che si hanno a casa. Ma tu guarda qua. Magliette lise, camicie sbiadite a non finire, però neanche un giacchetta decente. (Clementina)
- La prima lezione l'hai imparata: l'amore si fa in due. (Clara)
- Maledetto tu sarai nella città e maledetto nel campo. Maledetto sarà il frutto del tuo ventre e maledetto il frutto della tua terra. Sarai maledetto quando entri e maledetto quando esci. Deuteronomio, capitolo 28. Quando lo scrisse Mosè, pensava sicuramente a me. (Víctor)
- Guardavo in alto prima di conoscere te. Ammiravo il sole, le stelle e anche la luna. Da quando t'ho incontrato guardo solo per terra. Faccio i conti con la merda dei cani, per non sporcarmi le mani, con le pozzanghere, con gli sputi, coi gradini per non spaccarmi la testa. Tu mi hai condannato a guardare per sempre in basso. (David)
- Non ti chiedo di essere innamorato di me, lo sono io per tutti e due. (Clara)
- Non si è padroni della gioventù, né delle donne che si amano. (Sancho)
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Conducente dell'autobus: Ma dico è impazzita? Si rende conto che potevo ammazzarla?
Doña Centro de Mesa: Sono questi tacchi che mi ammazzano. - Víctor: Non ho certo la fortuna che hai tu.
David: Io?
Víctor: Ti dice bene, anche quando ti dice male. - Víctor: Com'è andata?
Clara: Nemmeno ti ho sentito.
Víctor: È che non ho molta esperienza.
Clara: Già.
Víctor: Perché non mi insegni?
Clara: Non è una cosa che si insegna...
Víctor: Ma come no? Tutto si può insegnare. E quando mi ci metto, imparo subito, eh? Imparo subitissimo. Voglio diventare il miglior scopatore del mondo. Il migliore! Dimmi, quello che ti piace. Quello che pensi mentre ti masturbi. Dimmi tutto, dimmi... che cosa sogni. Insegnami, ho tutto il tempo per imparare.
Clara: Per esempio, Victor... mi hai trattato come il culo di una gallina.
Víctor: Madonna, che figura di merda... - Heléna: Da quando sei uscito di galera, ti ritrovo dappertutto.
Víctor: Mi dispiace, ma viviamo nella stessa città. - Clara: Perché non ci separiamo?
Sancho [schiaffo]: Finché continuerò ad amarti, tu non ti separi da me.
Clara: Un giorno smetterò di avere paura di te, Sancho. Per fortuna sento che quel giorno sta arrivando. - Clara: Non ti permettere mai più di picchiarmi.
Sancho: Fa male più a me che a te.
Clara: Ragione di più. - David: Perché che cazzo vuoi restare con me!?!
Heléna: Perché tu hai bisogno di me più di lui.
David: D'accordo... d'accordo, continuiamo a sfruttare il tuo senso di colpa.
[Al figlio non ancora nato] So perfettamente come ti senti, perché 26 anni fa mi trovavo nella tua stessa situazione mentre nascevo. Ma tu sei più fortunato di me, brutto birbante. Sapessi come sono cambiate le cose: guarda il marciapiede qua fuori, è pieno di gente. Quando sono nato io non c'era un'anima per strada, la gente stava rintanata in casa, se la faceva sotto dalla paura. Per fortuna, figlio mio, è da tanto tempo che in Spagna non abbiamo più paura. (Victor)
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