Alfredo Cattabiani

scrittore e giornalista italiano (1937-2003)

Alfredo Cattabiani (1937 – 2003), scrittore e giornalista italiano.

Alfredo Cattabiani, 1976

Citazioni di Alfredo Cattabiani

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  • Attis non è l'uomo che si libera, è invece l'emblema del figlio-amante schiavo della Grande Madre; è l'adolescente che, superato lo stadio del bambino, ha cominciato a rafforzare gli aspetti che lo differenziano dalla Grande-Madre, cioè la sua alterità maschile, diventando il compagno dell'inconscio materno: figlio e amante a un tempo. Ma si ferma definitivamente a questo stadio non riuscendo più a proseguire nel suo cammino di maturazione psichica: il viaggio si interrompe, la madre amata si trasforma in una spaventosa dea della morte che lo attrae e lo divora. (Malvina[1])
  • È una tiepida domenica, il celebre appartamento di Praz a palazzo Primoli è nella penombra del crepuscolo un'isola di civiltà dove si sentono presenze balsamiche per chi ogni giorno deve, per sopravvivere, subire la presenza del volgo. La conversazione si dipana labirintica e sottile tra l'humour dello scrittore ottantaquattrenne e la vis polemica di un suo "nipotino spirituale", appena trentenne [Paolo Isotta].[2]
  • [...] Giuseppe è una personificazione del spirito del Grano, che muore simbolicamente – con la riduzione in schiavitù – per rinascere, nutrendo la propria famiglia. Ma è anche l'icona profetica del Re del Grano per eccellenza, della Spiga divina che morirà per fecondare con i suoi chicchi il Campo umano, rinascendo come Madre-Padre-Fratello di ogni spiga. (Selma[3])
  • [Su Joseph de Maistre] Maestro occulto del romanticismo europeo [...] ispiratore dei reazionari e nello stesso tempo interprete sottile della Tradizione.[4]
  • Quanto a Giuseppe Berto, diventato «reazionario», riuscì a vincere il Bancarella con Oh, Serafina! grazie ai librai pontremolesi che non obbedivano alle parole d'ordine vigenti.[5]
  • Vivere ogni giorno come se fosse il primo. (Citato in Marcello Veneziani, Imperdonabili, Venezia, 2017, p. 495, ISBN 978-88-317-2858-4)

Bernanos

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  • Bernanos trovò nella dottrina dell'Action Française quelle verità politiche che egli aveva intuito con il suo temperamento irrazionale, ma che non aveva ancora né sistematizzato né chiarito. Maurras esercitò su di lui, come su molti altri cattolici, un'opera di chiarificazione quanto mai necessaria dopo un secolo di cultura ufficiale a sfondo progressista.
    In una Francia invasa dai «barbari», secondo la famosa definizione di Barrès, in cui il radicalesimo agnostico stava distruggendo le tradizioni religiose e storiche, uomini come Bernanos non potevano rimanere insensibili; ne era minacciata infatti la loro stessa integrità spirituale. (cap. I, p. 12)
  • La prima opera [di Bernanos, Sotto il sole di Satana] fu [...] un romanzo. Ma l'ispirazione dello scrittore, che avrebbe dato origine successivamente sia ad opere letterarie che saggistiche, era unitaria. Anche in futuro non sarebbe stato possibile distinguere un Bernanos letterato da un Bernanos politico. Il suo pensiero politico infatti derivava, come logica conseguenza, dalla sua visione del mondo, dell'uomo, delle cose. Nei romanzi egli esprimeva piuttosto gli aspetti costanti ed eterni dell'uomo e della vita, limitando al massimo i riferimenti all'attualità contingente. Tralasciava la vera e propria critica politica che invece sviluppava nei pamphlets e nei saggi. (cap. II, p. 19)
  • [...] Bernanos non è quel che si dice un dottrinario. Sarebbe inutile cercare in lui sistemazioni ordinate, un discorso continuo e coerente. Tutto nei suoi scritti nasce allo stato dell'intuizione pura, della scoperta, dell'affermazione. Anzi, per essere più esatti, in lui manca una dottrina politica: egli è soprattutto un testimone, un critico e un profeta. Rende la testimonianza che conviene a un cattolico, critica gli aspetti aberranti del mondo moderno e fa profezie sul futuro: profezie che si sono rivelate per la maggior parte esatte.
    In lui possono essere colti alcuni temi ricorrenti, delle linee di principio, delle affermazioni generali, ma non una dottrina compiuta, con capitoli, paragrafi e capoversi. È il suo limite da un lato e il suo pregio dall'altro. (cap. III, pp. 22-23)

Citazioni su Alfredo Cattabiani

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  • Cattabiani ha calato il senso della trascendenza nel mondo, mostrando i nessi sottili, invisibili ma tenaci, che legano il cosmo in tutte le sue fibre. Cattabiani ha tirato fuori dalla superstizione e dal feticismo i legami dell'uomo con la terra, con l'acqua, con gli animali, con il cielo, con gli astri; e al tempo stesso ha composto un viaggio spirituale nella fede cristiana vissuta attraverso i santi e le feste, i calendari e gli innesti nelle civiltà precristiane. (Marcello Veneziani)
  • Il libro che leggo sempre a Natale è Calendario di Alfredo Cattabiani. Ha la profondità spirituale delle radici solide cui trarre linfa per meglio volare nei cieli della bellezza e della metafisica. (Pietrangelo Buttafuoco)
  1. Da Erbario. Dialoghi sulle piante e i fiori simbolici, Rusconi, Milano, 1994, p. 161. ISBN 88-18-70079-0
  2. Da Conversando con Praz e Isotta, Prospettive libri, Editrice Prospettive nel Mondo S.r.l., gennaio 1981, p. 18.
  3. Da Erbario. Dialoghi sulle piante e i fiori simbolici, p. 192.
  4. Citato in Francesco Perfetti, Macché bigotto e fanatico. Ecco il vero De Maistre, ilGiornale.it, 1º agosto 2014.
  5. Da Io, infame scrittore di Destra, Il Tempo, 26 agosto 1994; disponibile su Centro Studi La Runa.it.

Bibliografia

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  • Alfredo Cattabiani, Bernanos, Giovanni Volpe editore, Roma, 1965.

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