Alberto Farassino
critico cinematografico e saggista italiano (1944-2003)
Alberto Farassino (1944 – 2003), critico cinematografico e saggista italiano.
Citazioni di Alberto Farassino
modifica- [Sui filmati di cinema medico scientifico di Roberto Omegna] Avvicinarsi troppo a una persona vuol dire restarne catturati, il medico e il cineasta, identificati nello stesso individuo, si specchiano letteralmente nel volto del malato e dell'attore.[1]
- Il cinema è il medium della continua ritestualizzazione [...]. Se è ovvio e giusto rifiutare le copie gravemente lacunose è tuttavia antistorico – in un'arte che prevede costitutivamente la replica e la riproducibilità – considerare "corruzioni", con una connotazione pesantemente negativa, quelle che sono le normali modalità di esistenza e di circolazione di un film.[2]
- Pentimento non è un film russo, è un film georgiano [...]. Proviene cioè dal paese che non solo ha fatto nascere alcuni dei migliori cineasti sovietici contemporanei (Paradjanov, Ioseliani, gli Shenghelaja) ma che ha una produzione media vivacissima, film di terra e di villaggio, commedie di bevute e risate. I georgiani sono i napoletani dell'Urss, il grottesco è il loro mestiere e da loro si accettano esagerazioni e enfasi che in altri suonano insopportabili. Perché sanno sempre trasformare un'idea in una gag.[3]
La repubblica, 15 luglio 1990
- È certamente nell'horror, o meglio nella combinazione fra horror e fantascienza, che la Hammer dà il meglio di sé e rivela i maggiori talenti registici e attoriali.
- [Su Terence Fisher] Il nome e l'anima creativa della Hammer. Che ancor prima di ritrovare sulla sua strada il barone Frankenstein e gli altri miti e personaggi ripresi dalla letteratura gotica del secolo scorso, si rivela ossessionato da temi come le mutazioni, i raddoppiamenti, i trapianti, tutto un universo simbolico a cui egli darà forme e figure sue personali divenute poi classiche. Il mondo di Fisher è chiuso, ripetitivo, rituale. Un continuo scavare in cimiteri bui per seppellire o disseppellire cadaveri più o meno definitivi. Un inarrestabile scoperchiare di bare. Un incessante ribollire e fumigare di alambicchi e provette in laboratori sotterranei. Una lotta continua fra la luce e il buio, il sangue e il pallore, il movimento e la rigidità. Una liturgia della liberazione dal male che si avvale di complicati strumenti e rituali: fiamme, croci, pioli di legno appuntiti e, più elaborato di tutti, unico metodo per uccidere l'uomo-lupo, la pallottola d'argento ricavata dalla fusione di un crocifisso. Ma la figuratività sontuosa e antica dei film di Fisher, dei suoi castelli, saloni, tendaggi e colonne ritorte, mentre determina appunto un universo d' autore particolarissimo, non è in contraddizione con il resto della produzione fantascientifica della Hammer e del periodo.
- Fra le brughiere e le cripte, i sotterranei e le taverne dei film Hammer, in mezzo ai verdi e agli arancioni dei filtri e della Eastmancolor, si affacciano assai più di quel che si creda la realtà e l'attualità. Il pubblico popolare a cui quei film erano destinati si ritrova nelle figure di servi, pazienti d'ospedale, frequentatori di bettole, osservatori non sempre silenziosi delle vicende di principi e baroni.
Note
modifica- ↑ Da Frammenti neuropatologici, Immagine. Note di storia del cinema, II, 5, marzo-giugno 1983, p. 4.
- ↑ Citato da Simone Venturini in AA.VV., Il restauro cinematografico. Principi, teorie, metodi, Campanotto, Pasian di Prato, 2006, p. 26. ISBN 9788845608049
- ↑ Citato in Le luci dei maestri dimenticati - Capolavori del cinema georgiano, retecivica.milano.it, 2000
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