Accordo di Belaveža

trattato internazionale tra Russia, Ucraina e Bielorussia

L'accordo di Belaveža, trattato che sancì la cessazione dell'Unione Sovietica come soggetto di diritto internazionale e come realtà geopolitica.

La firma dell'accordo nella dacia a Viskuli

Citazioni modifica

  • Noi, le Repubbliche di Belarus, della Federazione Russa, e dell'Ucraina, in quanto Stati fondatori e co-firmatori del Trattato dell'Unione del 1922 ... stabiliamo che l'Urss ha cessato la sua esistenza come soggetto della legge internazionale e come realtà geopolitica.[1]
  • Noi, i capi di Stato di Bielorussia, Russia e Ucraina: rilevando che i colloqui per la preparazione di un nuovo Trattato dell'Unione sono finiti in un vicolo cieco e il processo di secessione delle Repubbliche dall'Urss e di formazione di Stati indipendenti è diventato realtà, dichiarando che la miope politica del centro ha portato a una grave crisi politica ed economica, alla disintegrazione dell'economia e a una catastrofica caduta delle condizioni di vita praticamente di tutti i settori della popolazione, considerando la crescente tensione sociale in molte regioni dell'ex Urss, che ha portato a conflitti etnici e ha causato molte vittime, riconoscendo la responsabilità di fronte al nostro popolo e alla comunità mondiale e la necessità sempre maggiore di attuazione concreta delle riforme politiche e economiche, dichiariamo la creazione di una comunità di Stati indipendenti, sulla quale le parti hanno firmato un accordo l'8 dicembre 1991.[2]

Citazioni sull'accordo di Belaveža modifica

  • Il significato degli Accordi di Belaveža non deve essere esagerato. Si trattò della formalizzazione giuridica di un divorzio ormai avvenuto. [...] Non hanno certo eliminato il dolore della disintegrazione dell'impero, ma hanno contribuito ad evitare massacri e una catastrofe nucleare. (Egor Timurovič Gajdar)
  • L'incontro si svolgeva con grande discrezione, la residenza era addirittura controllata da un reparto speciale dei servizi segreti. A volte quella cautela creava situazioni curiose, ci accorgemmo ad esempio che nella residenza non c'era neanche una fotocopiatrice. Per avere la copia di un documento bisognava ogni volta farlo passare per i due fax che fortunatamente avevamo. (Boris Nikolaevič El'cin)
  • Mi ricordo bene quando lì, nella foresta vergine di Belaja Veža ebbi finalmente una sensazione di liberazione, come se mi fossi scrollato un peso di dosso. Firmando quel patto, la Russia aveva scelto una nuova via per il proprio sviluppo, non si trattava tanto di parti dell'antico impero conquistate secoli prima che si separavano, l'integrazione economica, culturale e politica avrà prima o poi il suo decorso naturale e quei paesi rimarranno in una zona di mutua collaborazione. Piuttosto era importante il fatto che la Russia si era scelta una strada pacifica, democratica e non imperiale, si era scelta una nuova strategia globale rinunciando all'immagine consolidata di dominatrice di mezzo mondo, rinunciando al confronto armato con la civiltà occidentale e al ruolo di gendarme nei conflitti etnici. (Boris Nikolaevič El'cin)
  • Nel 1991, a Belovezhskaya Pushcha, senza chiedere la volontà dei comuni cittadini, le élite di partito di allora decisero di sciogliere l’Unione Sovietica e la popolazione si trovò così strappata alla patria da un giorno all’altro. Questo fatto ha lacerato e spaccato la nostra unità nazionale e si è tramutato in una catastrofe nazionale. Come un tempo, dopo la rivoluzione, i confini delle repubbliche dell’Unione furono ritagliati dietro le quinte, così gli ultimi leader dell’Unione Sovietica – nonostante la volontà diretta della maggioranza della gente espressa nel referendum del 1991 – hanno fatto a pezzi il nostro grande Paese, semplicemente mettendo la popolazione davanti al fatto compiuto. (Vladimir Putin)

Note modifica

  1. Citato in Gli slavi cancellano Gorbaciov, La Stampa, 9 dicembre 1991.
  2. Citato in Il documento, La Stampa, 9 dicembre 1991.

Voci correlate modifica

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