Abbigliamento nell'antica Grecia

Citazioni sull'abbigliamento nell'antica Grecia.

  • Rinunciò [Tiberio] a ogni personale esercitazione con le armi e i cavalli, lasciò l'abbigliamento romano e si vestì alla greca, con sandali e mantello. (Luca Canali)
Illustrazione del 1882: indumenti indossati nell'antica Grecia
  • Abbigliamenti delle Tessale. Luciano nel suo Lucio od Asino parlando d'una donna d'Ipata, città della Tessaglia, così si esprime: «Il Portamento e corteggio suo annunziano una donna d'alto legnaggio: ella veste abiti ricamati a fiori, e quantità di fregi in oro: molte schiave la seguono.»
  • Dagli abbigliamenti delle Ateniesi gioverà ora il far passaggio a quello delle altre Greche. Le donne di Sparta portavano una tunica breve, ed aperta sopra l'un fianco, in guisa che lasciava scoperte le coscie. Le fanciulle spartane erano perciò dai poeti chiamate fonomeride, mostranti-le coscie. Plutarco aggiugne che per tal costume venivano dai poeti motteggiate di amar gli uomini perdutamente, siccome da Euripide che dice: Per trovarsi co' giovani, le loro | Case lascian deserte, e con i pepli | Vanno ondeggianti, e con le loro coscie ignude.
  • Le vesti venivano ornata con bende o fregi, che pur erano di varie specie, e che ci sono pure da Polluce annoverati. Dicevasi parife un fregio con orlo di porpora d'ambidue i lati visibile. Il perileuco era un tessuto generalmente di porpora con orlatura bianca. Chiamavasi meandro un doppio ornamento, con serpeggianti strisce purpuree, che ponevasi al di sopra delle vesti.
  • Lo xisto era una veste con frangie, che ordinariamente portavasi dalle vecchie, siccome Menandro ci avverte nella sua Rapizomèna. Chiamavasi col nome di simetria una lunga tonaca, che discendeva sino ai talloni con un orlo di porpora. La podera consisteva in una doviziosa tonaca di lino, della quale usavano le Ateniesi e le Jonie. Le pentectene erno piccole tuniche, adorne di porpora nell'estremità, ed intrecciate da cinque raggi. Esichio aggiugne che le pentectene, erano tutt'intorno intagliate a denti di sega. Dicevasi catasticto ed anche zoota o zodiato una tunica ricamata ad animali od a fiori intrecciati cogli animali. Lo schisto era una tunica fessa od aperta, che alle spalle attaccavasi con fermagli. Finalmente catonaca, secondo Suida, divevasi una tunica, che discendeva sino alle ginocchia, e nella parte inferiore avea una pelle tutt'intorno cucita. Quest'abito era proprio delle schiave.

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