Wonder Boys

film del 2000 diretto da Curtis Hanson

Wonder Boys

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Titolo originale

Wonder Boys

Lingua originale inglese
Paese Germania, Stati Uniti d'America, Regno Unito, Giappone
Anno 2000
Genere commedia, drammatico
Regia Curtis Hanson
Soggetto Michael Chabon (romanzo)
Sceneggiatura Steve Kloves
Produttore Scott Rudin
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani


Wonder Boys, film statunitense del 2000 con Michael Douglas, regia di Curtis Hanson.

"La ragazza sedeva perfettamente immobile nel confessionale, e ascoltava gli stivali di suo padre stridere sugli antichi gradini della chiesa come gesso sulla lavagna. Il rumore si affievolì, per poi scomparire del tutto. Percepiva la presenza del prete di là dalla grata...". Quel particolare venerdì pomeriggio del febbraio scorso stavo leggendo al mio seminario di perfezionamento per scrittori un racconto di un certo James Leer, laureando in letteratura ed unico abitante del suo tetro gulag privato. "Si morse il labbro inferiore, chiuse gli occhi, muta.". Le storie di James erano solari, pressapoco quanto il suo umore. Io ero distratto, forse c'entrava per qualcosa il fatto che mia moglie mi aveva lasciato proprio quella mattina. (Grady Tripp)

  Citazioni in ordine temporale.

  • Io non bevo, normalmente. Ma quella stava diventando una giornata veramente incasinata. E adesso mi ritrovavo nelle immediate vicinanze del marito di Sara e del suo cane, Poe. Nonostante la sua molto sbandierata laurea ad Harvard, il Professor Walter Gaskell non aveva il minimo sospetto su me e sua moglie. Poe, invece, mi aveva annusato fin dal primo giorno. (Grady Tripp)
  • [I cattolici] Quando pecchiamo, pecchiamo sul serio. (James Leer)
  • Se ti fai un'altra canna James, troverai buona anche la plastica. (Grady Tripp)
  • Stare seduto in mezzo alle sue cose, mi fece venire in mente che in realtà Emily non la conoscevo affatto. Anche se avevamo vissuto insieme come marito e moglie era solo quando uscivo di casa, solo quando ero con Sara, che mi sentivo davvero a casa.(Grady Tripp)
  • Nessuno insegna niente a uno scrittore; tu gli dici quello che sai, dici di trovare una sua voce e di restargli fedele. Dici a chi ce l'ha già di tenere duro, dici a chi non ce l'ha di tenere duro lo stesso perché è l'unico modo di arrivare dove vogliono. Naturalmente, è meglio se uno sa dove vuole andare. (Grady Tripp)

Dialoghi

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Antonia "Tony" Sloviak: Ma che bella serra!
    Grady Tripp: E' della Signora Gaskell, è il suo hobby.
    Terry Crabtree: Non eri tu l'hobby della Signora Gaskell?
    Grady Tripp: Oh, vaffanculo Terry. Ho perso una moglie oggi.
    Terry Crabtree: Ne troverai un'altra. Sarà giovane e bellissima. Come le altre.
  • James Leer: Professor Tripp, ma cosa ne facciamo, di quello?
    Grady Tripp: Non lo so, io sto ancora cercando di inventarmi il modo di dire al Rettore che ho ammazzato il cane di suo marito.
    James Leer: Lei?
    Grady Tripp: Credimi James, quando il cane di famiglia viene assassinato il padrone non vuole sentirsi dire che è stato uno dei suoi studenti a premere il grilletto!
    James Leer: E si vorrà sentir dire che è stato uno dei suoi professori?
    Grady Tripp: Io sono di ruolo.
  • James Leer: Che portabagagli grande; ci entrano una tuba, una valigia, un cane morto e un portabiti quasi perfettamente.
    Grady Tripp: Sì, proprio quello che dicevano nella pubblicità.
  • Grady Tripp: Che cosa abbiamo qui? Ha l'aria di essere la nostra vecchia amica Miss Codeina, dovrebbe servire a farmi passare il dolore. Ne vuoi una?
    James Leer: No,grazie, sto benissimo senza.
    Grady Tripp: Certo. Ecco perché stavi nel giardino del Rettore a giocherellare con la tua scacciacani, stai bene. Sì, sei sano come un fottutissimo pesce.
  • Grady Tripp: E va bene, portalo a casa mia [James, ubriaco].
    Hannah Green: Dove lo devo mettere?
    Grady Tripp: Combinato come sta, puoi metterlo in piedi nel garage accanto alle pale da neve. Ci starà benissimo.
  • Grady Tripp: Tu continui a comportarti come se fossi un fantasma, James.
    James Leer: Credo che questo spieghi perché tutti i ragazzi del seminario mi odiano.
    Grady Tripp: I ragazzi del seminario ti odiano perché già adesso tu scrivi dieci volte meglio di quanto tutti loro non scriveranno mai.
    James Leer: La mia roba fa schifo. Non l'ha detto lei stesso ieri sera al suo caro amico Crabtree?!
    Grady Tripp: Non dicevo affatto in quel senso... e poi che importa quello che dico io? Insomma, che cosa importa quello che dice chiunque?! La maggior parte della gente non pensa. E, se pensa, non pensa allo scrivere. Ormai i libri non contano niente. Niente per nessuno, non più.
    James Leer: "La figlia dell'incendiario" significava qualcosa. Ha significato qualcosa per me. E' per questo che sono venuto a studiare qui, per avere lei come insegnante. E' una delle ragioni per cui ho voluto diventare uno scrittore.
    Grady Tripp: Be', di questo James, se non di altro... mi dispiace sul serio.
  • James Leer: Io non ci vado con loro.
    Grady Tripp: Io ho una vita un po' complicata in questo momento.
    James Leer: Anche la mia è un po' complicata in questo momento.
    Grady Tripp: Lo so, ma c'è il mio editor in città, devo finire il mio libro e ci sono alcune circostanze...
    James Leer: Non la disturberò, non le rivolgerò neanche la parola...
    Grady Tripp: James, che ti piaccia o no, quelle persone là fuori sono i tuoi genitori.
    James Leer: Non sono i miei genitori.
    Grady Tripp: Cosa?
    James Leer: Sono i miei nonni, i miei genitori sono morti.
    Grady Tripp: James, quell'uomo è evidentemente tuo padre, tu sei identico a lui.
    James Leer: C'è una ragione per questo...
    Grady Tripp: Oh, piantala!
    James Leer: No, ecco perché mi odiano, ecco perché mi fanno dormire nel seminterrato!
    Grady Tripp: Sì, in un locale brulicante di ratti, su sacchi di letame.
    James Leer: Ma è vero, mi trattano come un mostro!
    Grady Tripp: Be', tu sei un mostro James, d'accordo? Benvenuto tra noi.
    James Leer: Lei non capisce, lei non sa di che si tratta.
    Grady Tripp: Hai ragione, non lo so. Ma non pretendere che ti compatisca, chiaro? Perché io non so neanche chi sei. E adesso lasciami fare una domanda: nelle ultime 36 ore tu mi hai detto una sola cosa che fosse autentica? Una sola cosa che fosse vera?
    James Leer: Io volevo solamente stare con lei un po' di tempo. Nient'altro.
    Grady Tripp: Io sono un insegnante James, non l'Holiday Inn.
  • [Leggendo il manoscritto di James].
    Terry Crabtree: "Finalmente la porta si aprì: fu uno shock, vederlo ciabattare nella stanza col passo di un pugile invecchiato. Zoppicante. Abbattuto". Non ti sembra qualcuno che conosciamo? "Ma fu quando il grande uomo strizzò gli occhi nel bagliore intenso del crepuscolo..." -"bagliore intenso del crepuscolo"? Il ragazzo ha bisogno di un editor! -"...E mormorò semplicemente "Non significa niente. Tutto quanto, niente." che arrivò il vero shock. E fu allora che il ragazzo sentì che le vere ferite del suo eroe erano in luogo più oscuro. Il suo cuore..."
    Grady Tripp: "Il suo cuore" cosa?
    Terry Crabtree:"Il suo cuore, un tempo capace di ispirare gli altri così completamente, non riusciva più ad ispirare nemmeno sé stesso. Ormai batteva solo per abitudine. Ormai batteva solo perché ancora ci riusciva."
  • Terry Crabtree: Credo, che con un'adeguata assistenza editoriale, il ragazzo può sfondare!
    Grady Tripp: Favoloso! Perfetto! Con l'aiuto dell'agente Pupcik e tuo diventerà un nuovo Jean Genet. E' parecchio tempo che nessuno scrive più un bel libro, in galera.
  • Sara Gaskell: Non è che per caso hai chiamato casa nostra, stanotte?
    Grady Tripp: Credo che potrei averlo fatto, sì.
    Sara Gaskell: E cosa potresti aver detto?
    Grady Tripp: Credo che potrei aver detto di essere innamorato di te. Te l'ha detto?
    Sara Gaskell: Sì, me l'ha detto.
    Grady Tripp: E tu cos'hai risposto?
    Sara Gaskell: Soltanto che non era da te.
  • Hannah Green: Grady, ti ricordi, tu ci hai sempre detto che gli scrittori fanno delle scelte.
    Grady Tripp: Sì?
    Hannah Green: E anche se il tuo libro è molto bello... anzi, eccezionalmente bello... certe volte, troppo dettagliato. Cioè, le genealogie dei cavalli, di tutti... le ortopanoramiche e tutto il resto... io forse mi sbaglio, ma in certi punti si ha l'impressione che tu non abbia fatto nessuna scelta. Nessuna. E mi sono domandata se non sarebbe stato diverso se quando l'hai scritto tu non fossi stato... sempre strafatto.
    Grady Tripp: Bene... be', grazie mille del pensiero! Ma, per quanto scioccante ti possa sembrare, non sono il primo scrittore che si fa un po'd'erba. E inoltre ti potrà sorprendere sapere che un libro scritto mentre ero strafatto, guardacaso, ha vinto una sciocchezza che si chiama Premio Pen. Che, tra parentesi, io accettai essendo un tantino strafatto.

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