Willer Bordon

politico italiano (1949-2015)

Willer Bordon (1949 – 2015), politico italiano.

Willer Bordon

Da Willer Bordon

Intervista di Claudio Sabelli Fioretti, Corriere Magazine, citato in Interviste.sabellifioretti.it, 8 settembre 2005.

  • [Su Francesco Rutelli] Ha sviluppato un suo percorso politico di grande coerenza, anche se negli ultimi tempi aveva fatto delle scelte politiche gravissime.
  • [Su Francesco Rutelli] La sua conversione religiosa è reale. Ma è stato grave che, sulla fecondazione ad esempio, l'abbia trasferita sul piano politico.
  • Io vengo dalla storia della sinistra anche se ho partecipato a molte battaglie radicali. Devo moltissimo a due persone, mio padre, Claudio, comunista comandante partigiano, e mio nonno, Francesco, anarchico libertario. Questo mi preservò da alcune deviazioni dogmatiche.
  • Ci sono due Pera, prima e dopo la cura. Prima era giustizialista da far paura ad Antonio Di Pietro e da mettere in difficoltà Paolo Flores D'Arcais. Oggi è ultragarantista. Prima era oltre modo laicista, diceva peste e corna della legge sulla fecondazione. Oggi la difende.
  • Sono una strana bestia libertaria e di governo, due aspetti che si sono continuamente coniugati, in un equilibrio che quando funziona è meraviglioso anche se a volte ti porta a essere oppositore in casa tua. È un prezzo che si paga alla coerenza.
  • La coerenza deve essere nei contenuti. Chi è più coerente? Chi cambia uno strumento in modo laico per raggiungere i medesimi obiettivi, o chi, come Gianfranco Fini, fu uno dei più forti oppositori del sistema maggioritario per poi diventarne sostenitore quando si è accorto che ne aveva grandi benefici? I partiti sono strumenti non chiese.
  • Adornato si è dimenticato di quello che era. C’è qualche cosa di incredibile nel suo comportamento che lo fa diventare quasi caricaturale. Le cose che dice ora sono esattamente quelle che diceva allora, basta cambiare la parola sinistra con la parola destra. Ha scoperto la scambievolezza dei poli. È come se avesse un'arma e la consegnasse prima a uno dei contendenti e poi al suo avversario.
  • [Su Ferdinando Adornato] Un protagonista irrisolto, perché poi, poveretto, non è mai diventato direttore di un quotidiano come desiderava, non è mai diventato segretario di un partito di una certa decenza. Ed è addirittura l'unico di Alleanza Democratica che non abbia fatto esperienza di governo.
  • Adornato è uno spretato. Ha un tale livore verso quello che è stato, che è imbarazzante.
  • Nel 1996 Bossi fece la famosa dichiarazione: la prossima volta faccio eleggere soltanto degli imbianchini. In qualche modo ha fatto così, ha portato a Roma degli imbianchini. Dei duri e puri caratterizzati solo dalla fedeltà. La classe politica della Lega è di una rozzezza esagerata.
  • Considero una follia che un signore come Castelli possa fare il ministro della Giustizia. Uno che canta in pubblico "Chi non salta italiano è". Per non parlare dei suoi amici che vogliono usare la bandiera italiana come carta igienica.
  • Berlusconi è simpatico, ma governare non è il suo mestiere. È il Wanna Marchi della politica italiana.
  • Fini ha dimostrato di essere uno dei pochi che hanno lo sguardo più lungo del proprio interesse.
  • Previti è una sorta di emblema lombrosiano della malattia del sistema politico italiano. Lui è l'uomo più responsabile dopo Berlusconi della situazione italiana.

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