Sveva Sagramola

giornalista e conduttrice televisiva italiana

Sveva Sagramola (1964 – vivente), autrice e conduttrice televisiva italiana.

Sveva Sagramola (2015)

Sveva Sagramola: «In tv tutti i giorni da 26 anni grazie a Mixer. Dietro la dolcezza un'anima d'acciaio. L'amore? L'ho scoperto tardi»

Intervista di Luca Bergamin, corriere.it, 1º settembre 2023.

  • [«È considerata la conduttrice più dolce della televisione»] È una dolcezza che nasconde un'anima di acciaio. Sono una persona molto forte, altrimenti non avrei saputo conservare una conduzione per [...] anni, tutti i giorni. Senza equilibrio, una donna affettiva e sensibile come me non avrebbe potuto superare tante vicissitudini della vita. Sono assai cocciuta.
  • [...] vado in video per comunicare. Ho una natura schiva, la classica ragazza da ultimo banco di scuola: stare defilata ti protegge e ti dà uno sguardo sulle cose che accadono in prima fila. Ha aiutato anche la scuola di Mixer. Giovanni Minoli insegnava che la tv è un lavoro di squadra in cui concorrono menti, competenze, tante personalità: dagli autori a chi pulisce lo studio. Non stanchi il pubblico solo se non hai una personalità invadente. Anche la terapia analitica aiuta a tenere a bada il narcisismo.
  • [«Aveva il sogno di diventare infermiera e missionaria»] Sì, poi è subentrata la passione per la filosofia, la letteratura, l'antropologia. Ho avuto un compagno viaggiatore che mi ha fatto innamorare dell'Asia, soprattutto l'India; così mi sono aperta a una dimensione di curiosità, conoscenza e osservazione delle persone: mescolarmi, entrare nelle case, capire le culture, stare nei posti.
  • [«Come si salva la Terra dai gas serra?»] Non certo con la tecnologia. Questo modello produttivo è iper consumistico, siamo arrivati a un punto limite che ha creato un'estrema disuguaglianza sociale. Alla crescita va unito il benessere sociale di tutti e la cura. Prima della raccolta differenziata, bisogna non essere predatori, bulimici nel consumo: meno hai e più sei libero di esprimere quello che hai dentro.

Secondo natura modifica

  • Partorire è stata l'esperienza più intensa di tutta la mia vita, quella che più di ogni altra mi ha fatto sentire in profondo contatto con la terra e con il mio spirito.
    Il parto è un atto naturale di cui ogni donna porta in sé gli strumenti. Eppure, almeno in Europa, bisogna lottare contro i cesarei imposti a tavolino, la paura del dolore, la perdita dell'idea del parto come momento intimo e sacro. (p. 13)
  • Il problema è che oggi l'allevamento industriale con cui viene prodotta la maggior parte della carne di cui si nutre il mondo non ha più nulla di umano e naturale e incide in modo pesantissimo sull'ambiente. È infatti responsabile di emissioni di CO2 nell'atmosfera più alte di quelle causate dalle automobili e impiega un'enorme quantità d'acqua, se si calcola quella che viene usata per coltivare i mangimi [...]. Inoltre la coltivazione intensiva per produrre i mangimi sottrae terra coltivabile per nutrire l'umanità e impiega un tipo di agricoltura che non preserva i terreni, dato l'uso massiccio di concimi chimici e pesticidi, facendo a lungo andare terra bruciata di campi che una volta erano fertili. (p. 37)
  • A volte la natura si ribella e sorgono malattie come la mucca pazza, ma non basta a fermare la nostra corsa verso l'autodistruzione. Se è vero che siamo quello che mangiamo, nutrirsi di animali allevati in questa maniera può solo farci ammalare, prima o poi.
    Eppure, prima della Seconda guerra mondiale, si allevavano le mucche al pascolo facendole alimentare di erba fresca. [...] I maiali, animali intelligenti e pulitissimi, erano il vero patrimonio della famiglia contadina, avevano spazio per grufolare, godere del sole, ripararsi e respirare. Le razze erano autoctone e diversificate a seconda dei territori in cui vivevano, adattate all'ambiente, resistenti alle malattie. Il letame prodotto dagli animali si utilizzava per fertilizzare le colture, mentre oggi quello in eccesso degli animali allevati industrialmente costituisce una delle più gravi fonti di inquinamento delle acque, anche perché è pieno di veleni. (pp. 37-38)

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