Fausto Coppi: differenze tra le versioni

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*Coppi è per me l'atleta più completo e non solo in fatto di ciclismo. Va forte, è un lione. ([[Gunnar Nordahl]])
*Coppi mi è sempre sembrato un [[Extraterrestre|alieno]]: sgraziato e rachitico, in [[Bicicletta|bici]] diventava meraviglioso. Pensare a lui, al suo modo di stare in sella, mi fa tornare in mente la poesia di [[Baudelaire]] sull'[[albatro]], che descrive maldestro, comico e brutto quando è a terra, e così maestoso invece quando vola "con le sua ali da gigante". Coppi si sentiva inadeguato nella [[vita]] di tutti i giorni perché era nato per stare sulla bicicletta. ([[Fabio Genovesi]])
*E alla fine in un solo urlo d'amore, d'ammirazione, di spavento quasi, ecco Coppi. Veniva avanti in un modo incredibile, anche per un profano: senza sforzo, con una leggerezza e una violenza che non gli costavano nulla, quasi precipitasse e il suo unico impegno consistesse nel dominare qualche potenza. Le sue ruote, non comprendiamo come, ci sembravano più alte e lievi delle altre. Ruote fatate su cui il contadino di ieri era stato rapito. Mentre il corpo rimaneva immobile, e quasi rilassato, il volto patito e duro che tutti conosciamo si muoveva in qua e in là, con una pena particolare, sorridendo senza sorridere. A somiglianza del volto di tutti i corridori era infiammato e cupo, gli occhi splendevano come di lacrime, un sudore copioso, o acqua che si era versata sul capo, gli grondava dal collo e dalla fronte. Come il becco di un rapace sfinito, il suo naso pungeva l'aria, il bianco della polvere. Era forse sfinito, ma volava. ([[Anna Maria Ortese]])
*Fausto era ancora nella camera ardente. Arrivò [[Gino Bartali|Bartali]]. Prese la mano di Fausto e disse: «È incredibile, è incredibile». Pianse e pregò alla sua maniera. Il grande duello era finito per sempre. ([[Candido Cannavò]])
*{{NDR|in occasione della morte, nel 1960}} Il grande airone ha chiuso le ali. ([[Orio Vergani]])