Luigi Cadorna: differenze tra le versioni

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==Citazioni su Luigi Cadorna==
*Cadorna è stato per ventinove mesi il vero, indiscusso padrone dell'Italia. Nessuno, prima di lui e dopo di lui ([[Benito Mussolini|Mussolini]] compreso), si è arrogato il diritto di vita e di morte su tutti gli abitanti della penisola. Disponeva, a suo piacimento, di uno degli eserciti più potenti del mondo, continuamente rafforzato con immani trasfusioni di sangue. Disponeva di propri tribunali di guerra, che imponevano la sua legge. Attraverso la censura militare metteva un bavaglio a combattenti e a civili. In accordo con [[Sidney Sonnino]], poteva senza battere ciglio decretare la morte per fame di 100.000 prigionieri. Per finire, era l'uomo che non aveva il minimo imbarazzo nel diramare direttive di questo tenore: «Deve ogni soldato essere certo di trovare, all'occorrenza, nel superiore il fratello o il padre, ma anche deve essere convinto che il superiore ha il sacro potere di passare immediatamente per le armi i recalcitranti ed i vigliacchi». ([[Angelo Del Boca]])
*Cadorna era un uomo autoritario e di idee ristrette che non accettava consigli da nessuno e disprezzava il Parlamento; una volta, sotto gli occhi di un francese, stracciò un messaggio del presidente del consiglio per far vedere ad uno straniero in quale conto egli tenesse i civili. ([[Denis Mack Smith]])
*Cadorna, pur nel mezzo della bufera politica che gli si stava addensando sulla testa {{NDR|dopo la disfatta di Caporetto}}, ebbe il grande merito di studiare e disporre la linea del Piave in modo perfetto, con una conoscenza da grande maestro di ogni particolarità della regione, ed una oculatissima disposizione delle truppe. ([[Franco Bandini]])
*È pressoché impossibile tracciare un profilo biografico, se non oggettivo, quanto meno equilibrato, di colui che nel bene o nel male rappresentò l'icona italiana del conflitto: positiva fino all’idolatria per i suoi sostenitori; negativa fino al parossismo per i suoi detrattori. In ogni caso, fu uno dei grandi condottieri della Grande guerra, capace di non sfigurare nel confronto con la maggior parte dei colleghi di altri eserciti, nessuno dei quali mancò completamente di successi o andò esente da gravi rovesci o scelte fallimentari. ([[Ferdinando Scala]])