Nerone: differenze tra le versioni

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*L'opinione pubblica romana era abituata agli imperatori che si tenevano vicino qualche fanciullo – generalmente in parallelo con le normali attività eterosessuali – ed era diffusa la credenza che Nerone si fosse interessato, oltre che delle donne, anche di uomini più vecchi di lui. ([[Michael Grant]])
*La impronta caratteristica, che il governo di Nerone lasciò nella storia dell'istruzione pubblica, non si rintraccia nelle scuole primarie o in quelle di retorica o di filosofia.<br>L'originalità del suo governo consistette invece nella introduzione di una nuova forma di educazione fisica nel piano generale dell'istruzione e della vita romana, {{sic|non che}} il decisivo trionfo del culto dell'istruzione musicale: due fatti, che reagirono contro tendenze tradizionali, subirono discussioni e contrasti vivaci, e furono tutta opera personale del principe. ([[Corrado Barbagallo]])
*Nerone aveva una [[Tigre]] femmina, chiamata Febe; se la teneva sempre vicina, nelle sue stanze, e si narra che parecchie volte la fece ministra delle sue private vendette. Alla fine di una di quelle orgie, ove, per compiacerlo, i più illustri patrizi lasciavano in disparte ogni dignità, l'imperatore mostrava all'animale uno dei convitati; e in breve una vittima si dibatteva ai piedi della faccia umana. La vera Tigre era Nerone. ([[Louis Figuier]])
*{{NDR|Interrogato sul perché non temesse Nerone}} Perché il dio che ha concesso a lui di ispirare paura, a me ha concesso di non provarla. ([[Apollonio di Tiana]])
*Quello con [[Poppea]] fu un grande matrimonio d'amore. Poppea era intellettualmente curiosa, Nerone anche. Poppea era allegra, Nerone anche. A Poppea piaceva divertirsi, come a Nerone. A Poppea interessava l'Oriente, a Nerone interessava l'Oriente. Poppea proteggeva gli ebrei e Nerone chiuse un occhio sui trambusti che costoro provocavano continuamente dentro e fuori Roma. La loro intesa era perfetta. Nerone aveva abbandonato i suoi vagabondaggi notturni, passava le sere a Palazzo e scriveva poesie per lei, sui suoi capelli «color dell'ambra». Per la prima, e forse unica, volta nella sua vita, Lucio Domizio Enobarbo, alias Nerone, era felice. ([[Massimo Fini]])