Vincenzo Consolo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Citazioni di Vincenzo Consolo: wikilink per voce biografica
Riga 24:
*Tutti dovettero avere una grande superbia, un grande orgoglio, un alto senso si sé, di sé come individui e di sé come comunità, se subito dopo il terremoto vollero e seppero ricostruire miracolosamente quelle città, con quelle topografie, con quelle architetture barocche: scenografiche, ardite, abbaglianti concretizzazioni di sogni, realizzazioni di fantastiche utopie. Sembrano nei loro incredibili movimenti, nelle loro aeree, apparenti fragilità, una suprema provocazione, una sfida ad ogni futuro sommovimento della terra, ad ogni ulteriore terremoto; e sembrano insieme, le facciate di quelle chiese, di quei conventi, di quei palazzi pubblici e privati, nei loro movimenti, nel loro ondeggiare e traballare "a guisa di mare", nel loro gonfiarsi e vibrare come vele al vento, la rappresentazione, la pietrificazione, l'immagine, apotropaica o scaramantica, del terremoto stesso: la distruzione volta in costruzione, la paura in coraggio, l'oscuro in luce, l'orrore in bellezza, l'irrazionale in fantasia creatrice, l'anarchia incontrollabile della natura nella leibniziana, illuministica anarchia creatrice; il caos in logos, infine. Che è sempre il cammino della civiltà e della storia. (da ''Il barocco in Sicilia'')
*Un uomo, [[Pino Puglisi|don Pino]] {{Ndr|Puglisi}} in lotta contro i non uomini, i mafiosi e i sicari del quartiere, per salvare i bambini e i ragazzi da un destino di violenza, di illegalità, di miseria e ignoranza, di inciviltà.<ref name=":0" />
*Un altro grande spagnolo si imbatte in personaggi, in eventi siciliani: [[Lope de Vega]]. Scrive la ''Comedia famosa del santo negro Rosambuco de la ciudad de Palermo''. Il santo negro, "más prodigioso", era il fraticello laico, figlio di uno schiavo moro, [[Benedetto il Moro|Benedetto Manasseri]]. Era stato "inventato" dai francescani a favore dei mori battezzati, in opposizione al potere dei "bianchi" inquisitori domenicani e all'orgoglio, al riscatto dei "cristiani vecchi", sui quali avrebbe ironizzato [[Cervantes]] nel ''Retablo de las maravillas'' e nel ''[[Don Chisciotte|Quijote]]''. San Benito diverrà popolare tra i mori e i poveri d'America, rimbalzerà, per le prodigiose vie della letteratura, da Lope de Vega a [[Borges]]: darà nome a quel quartiere Palermo o San Benito de Palermo di Buenos Aires, la Palermo "di coltelli e di chitarre", il quartiere di Evaristo Carriego.<ref>Da ''La retta e la spirale'', in ''Di qua dal faro'', Mondadori, Milano, 1999, p. 259. ISBN 88-04-47094-1</ref>
 
{{Int|Da ''La Trezza''|in [[Giovanni Verga]], ''[[I Malavoglia]]'' (1881), introduzione di Carla Riccardi, con un saggio di Vincenzo Consolo, Mondadori, Milano, 1983. ISBN 88-04-52519-3}}