Beatrice d'Este: differenze tra le versioni

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*Bramosa di potere e pronta, pur di appropriarselo, a correre e far correre tutte le avventure, dalla discesa in Italia del re di Francia alla caduta rovinosa di casa d'Aragona [...] [Beatrice] aveva rivelato un carattere insospettato, una vigorosità [...] indice sicuro di volontà tenacissima e di propositi fermi. E il Moro finì per amarla più di quanto si potesse prevedere. ([[Luciano Chiappini]])
*Certo, il posto delle donne non è nei campi. La virago non è accettata: non si combatte contro una donna, non la si fa prigioniera. Beatrice d'Este conduce arditamente Ludovico il Moro all'accampamento dirimpetto ai francesi, e là, mostrandogli un esercito tremante, tra le acclamazioni, in quell'ora solenne che si chiama la vigilia di una battaglia, è lei che fa battere il debole cuore del marito. ([[René Maulde-La-Clavière]])
*È bene evocare questa affascinante figura di giovane donna che, nella sua breve vita, nonostante la sua civetteria e il suo infantilismo, ebbe abbastanza fermezza di carattere e fascino d'animo da occupare uno dei primi posti tra le principesse più illuminate e gli uomini politici più saggi del suo tempo. ([[Gustavo Clausse]])
*E di vero la morte di Beatrice, la superba ed intelligente ferrarese, fu una grave sciagura per Ludovico il Moro. Essa era l'anima d'ogni sua impresa, era la vera regina del suo cuore e della sua corte [...]. Se il duca di Bari [...] riuscì a rappresentare sul teatro d'Europa una scena d'assai superiore, come fu osservato, alla condizione sua, lo si deve in gran parte a questa donna, vana femminilmente, se si vuole, e crudele, specie con la duchessa Isabella, ma di carattere risoluto e tenace, d'ingegno pronto, d'animo aperto a tutte le seduzioni del lusso e a tutte le attrattive dell'arte. Quando essa [...] venne meno [...] fu come una grande bufera che venne a sconvolgere l'animo di Ludovico. Né da essa ei si rimise più mai; quella morte fu il principio delle sue sciagure. Tetri presentimenti gli traversavano la mente; parevagli d'essere rimasto solo in un gran mare in tempesta e inclinava, pauroso, all'ascetismo. [...] il fantasma della sua bella e povera morta gli stava sempre dinanzi allo spirito. ([[Rodolfo Renier]])
*E infatti fu questo il più forte dolore che il Moro avesse a soffrire, perché Beatrice fu forse l'unica persona al mondo che egli amò con passione viva, disinteressata e tenace. Quella donna rapita ai vivi mentre era ancora così giovane, mentre era l'anima di tutte le imprese e i diletti del marito, madre da pochi anni di due fanciullini adorati, colpì il cuore di tutti. ([[Alessandro Luzio]] e [[Rodolfo Renier]])
*Ella si intromise in tutti gli affari politici in cui il suo carattere energico sostenne l'indecisione del marito [...] e se possiamo biasimare questa giovane donna per il suo attaccamento alla conquista del potere, è giusto dire che riuscì a far temere a tutti i suoi vicini un principe pusillanime e pauroso. ([[Gustavo Clausse]])
*{{NDR|Di Beatrice bambina}} ey [è] cosa [che] mai non crederissivo se non lo vidite, quanta modestia et descrecione ey in essa, et ve dico ey lo mio spasso, che a pena me sente che me vene ad trovare et me ciama [chiama] ‘lo Signor comte mio bello.’ Se io l’amo la Signoria Vostra lo pò penzare. ([[Diomede I Carafa]])
*Non ancora ventenne [...] Beatrice d'Este era già certa delle sue mete, sicura delle strade che bisognava seguire per arrivare in fondo. Donna di gran capricci, di grazie rare, di raffinatezze intellettuali, di caparbio orgoglio, odiava su tutto al mondo colei che le rubava, a suo parere, il primo posto di principessa a Milano, la generosa Isabella d'Aragona [...] E se non si può dar la colpa ad una donna dei grossi avvenimenti di poi, forse necessari in quel momento storico, è però vero che, se vi fosse stato bisogno di qualcuno che spingesse il Moro a chiamare gli stranieri in Italia per schiacciare e disperdere l'odiata dinastia aragonese, non si sarebbe potuto trovare nessuno più adatto di Beatrice. Ella era l'anima, ed un'indemoniata anima, della lotta che gli Sforza avevano impegnato contro il regno napoletano. ([[Maria Bellonci]])