Gianluca Vialli: differenze tra le versioni

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*Il momento dei bilanci arriva spesso: alla fine di ogni stagione, persino alla fine di una partita o di un impegno importante come un Mondiale o un Europeo. Quindi sono abituato ai bilanci, agli esami di coscienza. Cerco di tirar fuori quello che non è andato e, possibilmente, di migliorare.
*Credo che la mia felicità derivi dal fatto che posso fare un lavoro che mi piace in mezzo a gente che mi vuole bene. E poi sono un ragazzo sereno, equilibrato. Credo anche abbastanza educato. Ho tutte le possibilità di essere felice, sarei stupido a non esserlo. Vorrebbe dire che avrei qualche problema psicologico.
*[...] mi sono stancato di vedere il mio nome sui giornali accostato a fatti esclusivamente tecnici, ai riscontri delle partite. Domande tipo "Cosa farete domenica?" o "Come ti pare l'avversario?" mi hanno stufato. Dover per forza dire qualcosa di irrilevante è diventato fastidioso. Per me è importarte fare gol, giocare bene [...]. Quello cheSentiche ''Senti chi parla''|Itervista di si dice dal lunedì al sabato non mi interessa più.
*[...] sono un calciatore che dà tutto, che gioca col cuore e non si tira mai indietro. È vero, sono un generoso; magari non sono bravo ma sono sicuramente forte.
*{{NDR|Dopo la vittoria del campionato di [[Serie A 1990-1991]], «la Sampdoria finalmente ce l'ha fatta. Che cosa c'è di tuo in questo successo?»}} [...] senza falsa modestia penso che ci sia moltissimo di mio, come di altri colleghi, del presidente, dell'allenatore. Sicuramente ho dato tutto. Ho lasciato che molti per sette anni parlassero di un Vialli immaturo. Ho lasciato complicare i discorsi azzurri, per me e per Roberto {{NDR|Mancini}}, perché avevamo addosso questa maglia. Ho giocato per tre anni in uno stadio ridotto a metà {{NDR|per la ristrutturazione del Ferraris di Genova in vista del mondiale 1990}}, posso dire di aver guadagnato meno di quello che avrei preso altrove. Tutto questo l'ho fatto perché sono innamorato della maglia blucerchiata e perché ho sempre sperato di raggiungere un traguardo prestigioso con la Sampdoria. Ho dato tutto alla causa e mi prendo molti meriti, al di là di quelli strettamente guadagnati sul campo.