Serie A 1975-1976

74ª edizione della massima serie del campionato italiano di calcio (la 44ª a girone unico)

Citazioni sul campionato italiano di Serie A 1975-1976.

  • Ad un certo punto avevamo cinque punti di svantaggio dalla Juve, improvvisamente perdettero tre partite di fila, mentre noi ne vincemmo altrettante compreso il derby. Fu li che operammo lo storico sorpasso... [...] Se devo essere sincero non ho saputo apprezzare pienamente quello scudetto, quando sei giovane ed hai tutta la carriera davanti pensi che tutto ti sia dovuto. Oggi mi accorgo che è stato un qualcosa di straordinario, pensiero che si amplifica pensando al gruppo dei miei compagni, giocatori straordinari e di grande livello. Da Salvadori a Graziani, Pulici, Castellini, Mozzini... eravamo un grande gruppo che è riuscito ad imporsi in un ambiente dove per squadre come Torino o Verona non è mai facile vincere. (Eraldo Pecci)
  • Avevo sette anni e non credo mi ricapiterà. In quel maggio del '76, quando vincemmo l'unico scudetto del dopo Superga, immediatamente, un "fiume umano" si incamminò verso Superga. Ho poi un altro ricordo che fa molto ridere, che è molto in linea con la fenomenologia del tifoso granata. Mio padre mi prese con la sua auto e andammo a festeggiare in Piazza Castello a Torino. Ai tempi intorno alla piazza si circolava tutto intorno. Al terzo giro la macchina si incendiò ed ero talmente felice di aver vinto lo scudetto che non sapevo ancora che non ne avremmo vinti altri. È una storia molto "granata" perché noi siamo sempre sospesi fra la gioia, che non è solo legata alla vittoria o al risultato sportivo, e questa vocazione al tragico. (Mauro Berruto)
  • [«Quale fu il segreto del Toro del famoso scudetto?»] Ci accorgemmo dopo di essere bravi. Direi quindi l'inconsapevolezza. (Luciano Castellini)
  • [«Ultima giornata con in programma Toro-Cesena in un Comunale tutto esaurito. Come descrivere l'atmosfera che si provava quel pomeriggio nel prepartita?»] Durante il riscaldamento non ci eravamo resi conto di quanto accadeva sugli spalti ma, quando siamo usciti per giocare, l'impatto è stato incredibile: la tribuna, i distinti, le curve, era una "marea granata".[...] Appena finita la partita — che terminò 1-1 — vedemmo Radice dirigersi verso Castellini e Mozzini e chiedere loro spiegazioni in merito all'autorete che aveva consentito al Cesena di pareggiare. Era talmente arrabbiato con loro che in quel momento non si godette nemmeno la vittoria del campionato. [...] quel pareggio aveva vanificato la possibilità di chiudere la stagione con 15 vittorie su 15 in casa. (Renato Zaccarelli)
  • [«Quel 16 maggio 1976, Eraldo, dal primo minuto all'ultimo»] L'ultimo lo ricordo poco, perché finimmo a ballare al Boccaccio, proprio in faccia al castello del Valentino e non ho idea di che ora fosse. Il primo normalissimo, perché avevo dormito sodo come sempre e alle facce stralunate di Pulici e Castellini che le vigilie le passavano in bianco ero abituato. L'incoscienza dei vent'anni me la faceva sembrare una domenica normale, dopo colazione scendemmo come sempre da Villa Sassi prendendo il sentiero di destra verso la chiesa. Il solito pranzo di quei tempi, risotto e filetto alto quattro dita che oggi porterebbe all'arresto in flagrante del dietologo, la chinamartini di Pupi e via verso lo stadio. (Eraldo Pecci)
  • Quello scudetto [...] è una parte di noi, è la nostra vita. Quando vinci uno scudetto con la maglia del Toro, tutto ciò che hai fatto prima e quello che farai dopo non conta più nulla. (Luciano Castellini)
Una formazione del Torino campione d'Italia 1975-1976

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