Citazioni sullo scapolo

  • È una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo provvisto di un ingente patrimonio debba essere in cerca di moglie.
    Per quanto al suo primo apparire nel vicinato si sappia ben poco dei sentimenti e delle opinioni di quest'uomo, tale verità è così radicata nella mente delle famiglie dei dintorni, da considerarlo legittima proprietà dell'una o dell'altra delle loro figlie. (Jane Austen)
  • – Eh, ma sono le sei e mezza!
    – Per uno sposato sarà tardi, ma per gli scapoli è presto. (La bestia umana)
  • Gli scapoli sono convinti che le donne sposate pendano dalle labbra del marito e siano disposte a bere qualunque frottola, purché sia raccontata da lui. (Jerome K. Jerome)
  • — La vita da scapolo è penosa, caro, — disse il signor Lillywick.
    — Sì? — chiese Nicola.
    — Sì — soggiunse il riscossore. — Ho circa sessant'anni, e dovrei saperlo.
    — Certo che dovreste saperlo, — pensò Nicola — ma se lo sapete o no, è un altro paio di maniche.
    — Se mai uno scapolo ha risparmiato un po' di denaro — disse il signor Lillywick, — le sue sorelle e i suoi fratelli, i nipoti e le nipoti, mirano al denaro, e non a lui; anche se con l'essere un funzionario pubblico è il capo d'una famiglia, come per dire il condotto principale da cui si alimentano tutte le altre piccole diramazioni, in tutto il tempo non fanno che desiderarlo morto, e si sentono scoraggiati quando lo veggono in buona salute, perché ardono di venire in possesso dei suoi beni. (Charles Dickens)
  • Per me lo scapolo è un parassita! Un essere inutile, un peso morto! [...] Ah, su questo ho delle idee radicali: io gli scapoli li sopprimerei tutti. [...] E il matrimonio obbligatorio per legge prima dei venticinque anni, come la vaccinazione. (Non ti conosco più)
  • «Scapolare» significa in italiano svignarsela, fuggire al càpulum nome latino che vuol dire cappio o nodo. Vi è un accento pessimistico nel linguaggio che chiama «scapolo» il «celibe». La saggezza recondita e maliziosa delle parole sembra dire al celibe: «Sei fuggito al càpulum, te la sei svignata, sei libero e furbo!» (Remo Cantoni)

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