Sāṃkhya
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Citazioni sul Sāṃkhya ("numerazione"), uno dei sistemi (darśana) nell'Induismo.
- Il Sâmkhya e lo Yoga esaltano ciascuno il proprio metodo come il migliore (kârana) [...]. Coloro che si lasciano guidare dallo Yoga, si basano su una percezione immediata (di essenza mistica: pratyaksahetava); coloro che seguono il Sâmkhya si basano su insegnamenti tradizionali (çâtraviniçcâyh). Io considero veri l'uno e l'altro di questi insegnamenti [....]. Se ci si conforma esattamente alle istruzioni, entrambi conducono alfine supremo. Essi hanno in comune la purezza, la repressione (dei desideri) e la pietà per tutti gli esseri; l'assoluto rispetto dei giuramenti è comune a tutti e due; ma le opinioni (Mahābhārata)
- Il Sāṃkhya, lo Yoga, il Pañcarātra, ed il Veda, così com'è detto nello Svacchandatantra, non debbono essere vilipesi, in quanto che sono originati tutti da Śiva. Queste varie tradizioni, correnti nel mondo, non sono che frammenti isolati, estratti da una tradizione unica. Esse offuscano e traggono in inganno i loro devoti. (Abhinavagupta)
- In sostanza, il Sāṃkhya prosegue le Upanishad nell'insistere sul ruolo decisivo della conoscenza per il conseguimento della liberazione. L'originalità dei primi maestri Sāṃkhya consiste nella loro convinzione che la 'vera' scienza presuppone un'analisi rigorosa delle strutture e dei dinamismi della Natura, della vita e dell'attività psico-mentale, affiancata da un continuo sforzo di cogliere il modalità sui generis dello spirito (puruṣa). (Mircea Eliade)
- Tanto il Sankhya che lo Yoga ammettono due sostanze opposte ma ugualmente eterne: da una parte le anime (purusa) infinite semplici, e dall'altra la natura naturante (prakrti), unica, dinamica, complessa. Le anime sono luminose, pura intelligenza, ma inattive, impassibili, non soggette né a gioia né a dolore: esse non sono psiche, che, come vedremo, è evoluta dall'altro principio, ma l'io metempirico, essere coscienziale. (Giuseppe Tucci)