Rula Jebreal

giornalista e scrittrice palestinese con cittadinanza israeliana e italiana

Rula Jebreal (1973 – vivente), giornalista e scrittrice palestinese con cittadinanza israeliana naturalizzata italiana.

Rula Jebreal, ottobre 2010.

Citazioni di Rula Jebreal

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  • È negli ultimi 14 anni che la mia vita è cambiata, dall'11 Settembre in poi. I numeri parlano chiaro: i morti per terrorismo sono stati 725 nel 2002, 13.187 nel 2010, 32.727 nel 2014. È la prova che la guerra al terrore è fallita.[1]
  • La sparatoria di Macerata è un atto terroristico di matrice fascista, l'applicazione pratica dell'ideologia e della propaganda dell'estrema destra contro gli stranieri e i nuovi italiani. Basti pensare alle affermazioni sulla presunta "necessità di difendere la razza bianca" che abbiamo sentito in campagna elettorale.[2]
  • Le donne che ispirano la mia vita quotidiana sono Christine Lagarde, Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale; Aung San Suu Kyi, volto politico dell'opposizione Birmana, Segretario Nazionale per la democrazia e vincitrice di un Nobel per la Pace, e Patti Smith. Stimo molto queste donne e soprattutto le rispetto molto per la loro personalità, il coraggio, l'intelligenza e la creatività. Il loro grande carisma è per me una continua fonte di ispirazione.[3]
  • Le persone sono guidate dalla cultura popolare a vedere tutto allo stesso modo. Io non voglio.[3]
  • New York è un posto incredibile, che unisce l'umanità; a New York non ti senti uno straniero, ti senti parte di qualcosa.[3]
  • Quando ho lavorato come conduttrice a Roma, ho dovuto indossare la giacca per poter esser presa sul serio, per apparire motivata e credibile. In realtà, puoi essere una donna d'affari e di successo senza essere costretta a nascondere la tua bellezza lungo la strada.[3]
  • Sento parlare di scontro di civiltà da quando avevo 15 anni. La destra, gli intellettuali di destra, ci hanno detto che bisognava andare in guerra. Abbiamo seguito i loro consigli ma che cosa hanno prodotto? Più estremismo, più radicalizzazione, più distruzione. Ci sentiamo meno sicuri oggi che prima dell'invasione dell'Iraq. Stanno morendo più persone oggi che dopo l'11 Settembre. È facile prendersela con i musulmani che vivono in Europa, piuttosto che con il nostro fantastico e ricco alleato saudita. Guardate i foreign fighters.[1]
  • Voglio dire che senza voler giustificare nulla, bisogna però capire le ragioni, bisogna applicare strategie intelligenti, realistiche, tali da ridurre la radicalizzazione invece di alimentarla. E allora, se le ricette degli ultimi 14 anni sono state fallimentari, occorre abbandonarle e pensare a ricette nuove, ascoltare le voci moderate del Medio Oriente prima che sia troppo tardi. La primavera araba ha suggerito un ideale per milioni di persone che chiedevano giustizia sociale, libertà, eguaglianza e dignità. Bisogna smetterla di parlare del nemico interno. Mi irrita molto. Anch'io sono musulmana![1]
  • Vorrei ricordare quello che ci ha insegnato la storia. È scritto in grande su qualsiasi museo dell'Olocausto: la persecuzione degli ebrei non è iniziata con gli assassinii, ma con le parole.[2]
  • Non accetto né interviste né inviti a "Non è l'arena". Non è informazione. Vorrei chiarire un concetto a Giletti: come sul covid non mi confronto con stregoni, così su chi sceglie la spettacolarizzazione della guerra non discuto con propagandisti Putiniani — Questo non è giornalismo.[4]
  • Mi rattrista ascoltare Santoro che giustifica un dittatore sanguinario e mi preoccupa oltremodo constatare questa deriva autoritaria in Italia. Alcuni Editori e tanti conduttori si muovono come mercenari, disposti a svendere la democrazia.[5]

Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, capital.it, 4 maggio 2022.

  • Quello che ha fatto Lavrov è stata una sezione di propaganda ininterrotta, mi sembrava di guardare la televisione russa. Quello che denunciavo in questi giorni della televisione italiana era questo attacco alla verità, alla democrazia e soprattutto ribaltare l'idea che le vittime erano i colpevoli, che meritavano di morire. Mi facevano ricordare e devo dire che mi ha fatto impressione, quello che è accaduto in Bosnia quando i Serbi massacravano i civili, tra l'altro sono stati condannati alla Corte Internazionale dell'Aja per crimini contro l'umanità e anche in quel momento lì in Italia c'erano tanti che dicevano che i bosniaci erano anche loro colpevoli.
  • Sono stata una delle poche giornaliste che ha visto i suoi massacri, sono stata in Siria 8 volte e ho visto quello che ha fatto ad Aleppo, ho visto gli stupri etnici, ho parlato con i sopravvissuti, ho visto i bombardamenti agli ospedali, alle scuole, ai teatri, ai mercati in cui attaccavano una volta e poi quando arrivavano i soccorritori bombardavano una seconda volta con l'intenzione di sterminare un popolo.
  • Questi personaggi che non puntano mai il dito contro Putin stanno legittimando la narrazione di un dittatore sanguinario che negli ultimi vent'anni ha dominato la scena politica in Russia uccidendo il suo popolo.
  • So cos'è la dittatura, sono cresciuta ascoltando Saddam Hussein e Gheddafi quindi sono molto più suscettibile e molto più attenta al loro linguaggio: Putin ha dichiarato guerra all'occidente e lo sta facendo su tre/quattro fronti ma il modo più subdolo e più pericoloso è quello della propaganda. E ha molto complici, tanti propagandisti che sono sulla televisione italiana, coscienti o incoscienti, stanno sostenendo la linea del Cremlino assolvendo Putin.
  • Perché Lavrov sceglie l'Italia? [...] ha scelto l'Italia [...] perché sa che ci sono milioni di italiani che sono stati radicalizzati contro la democrazia, oltre ai fascisti c'è una parte del campo progressista che nel nome dell'antiamericanismo sono disposti a riciclare la propaganda dei russi.
  • [...] in questi anni sono stata in prima linea a denunciare la politica estera americana che ha fatto errori gravissimi ma non ho mai ricevuto minacce, tranne quando ho cominciato a parlare di Putin. Ricevo delle minacce quotidiane di stupri, di uccisione, sanno dove vivo e questa è la grande differenza.
  • Ci sono uomini e donne in Ucraina che preferiscono morire che vivere sotto la dittatura, l'idea di Orsini che si può vivere felici sotto dittatura, non ha capito un tubo, io ho vissuto sotto dittatura!
  • Zelensky mi fa ricordare quello che ha detto Massoud quando ha testimoniato all'europarlamento, quando ha detto di essere lo scudo che proteggeva l'occidente da Al Qaeda, non l'abbiamo ascoltato ed è stato ucciso e Al Qaeda ha attaccato l'occidente. Oggi Zelensky e l'Ucraina sono lo scudo che protegge l'Europa.

Intervista di Luciano Capone sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, ilfoglio.it, 12 maggio 2022.

  • Assad diceva di liberare la Siria dagli islamisti mentre bombardava gli attivisti pro democrazia, e lo stesso diceva Putin quando ha raso al suolo la Cecenia e poi la Siria. Ora sta facendo la stessa cosa in Ucraina: dice di fare la guerra ai nazisti e uccide i civili, anche attraverso le milizie cecene, siriane e il gruppo Wagner. Gli islamisti e i nazisti li sta usando lui. L'estrema destra in Europa l'ha finanziata lui.
  • Sono partito dall'Italia che La7 era casa mia, ora è irriconoscibile. Raccontavamo quello che accadeva, ora invece vedo in generale sulle televisioni italiane un'operazione pericolosissima di revisionismo storico e di manipolazione che mette a confronto sullo stesso piano la realtà e la propaganda. [...] Ci sono le opinioni e ci sono i fatti. Ognuno ha diritto alle proprie opinioni, ma non ai propri fatti. Non si possono riciclare storie non vere, mettere in dubbio il massacro di Bucha, sentire professori che parlano di come si vive felici in dittatura. Si dà spazio a propagandisti russi che sono in guerra contro la verità. [...] È triste vedere opinionisti progressisti che cadono in quella trappola, accecati dalle posizioni contro l'America, che va criticata e condannata quando commette errori e crimini, ma non sempre e a prescindere.
  • Non è che pur di andare contro il governo o l'America si può andare contro la verità, perché così muore la democrazia.
  • Qui non si tratta di esportare la democrazia con le bombe, ma di difendere una democrazia da chi vuole esportare la dittatura con le bombe. Le armi non vanno vendute ai dittatori sanguinari, ma adesso abbiamo un popolo che viene sterminato. Zelensky è stato invitato ad arrendersi, ma è con il suo popolo che resiste. Dare la possibilità di difendersi è un principio morale e politico.
  • [«Dicono che sia la Nato a volere la guerra con la Russia.»] Ma questa è una mistificazione. Paesi socialdemocratici e storicamente neutrali come la Svezia e la Finlandia stanno decidendo ora di entrare nella Nato, una svolta epocale. Sono diventati improvvisamente guerrafondai o lo fanno perché è Putin che minaccia la pace e la democrazia?
  • Biden era pronto a far scappare Zelensky, l'America pensava che l'Ucraina sarebbe caduta subito. È stata la resistenza eroica degli ucraini che ha obbligato il mondo a svegliarsi. Biden è intervenuto dopo, questa è la verità. Chi racconta il contrario, motivato da cinismo e antiamericanismo o dall'opposizione al governo Draghi, non si rende conto che le sue parole vengono interpretate come la giustificazione di un dittatore sanguinario.

Intervista di Nicola Bambini sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, vanityfair.it, 20 maggio 2022.

  • In sostanza credo che in tanti si siano illusi che avere rapporti commerciali forti con amici forti, avrebbe in qualche modo moderato i regimi. Significa però non aver studiato la storia degli ultimi vent'anni: com'è salito al potere quest'uomo, le devastazioni della Cecenia e della Siria, i bombardamenti in Sudan, ha armato le milizie mercenarie della Wagner e ci sono già stati anche scontri diretti con Paesi Nato, come il cyber-attacco all'Estonia. Quindi repressione interna e aggressione esterna vanno di pari passo: qualcuno - anche in buona fede - può aver sperato che stringendo patti economici si sarebbe moderato, non rendendosi conto però di avere a che fare con un criminale assassino.
  • Dopo i genocidi in Ruanda, in Bosnia e in Siria, adesso il mondo si è imposto l'obbligo internazionale di proteggere i civili dai dittatori che vogliono sterminarli. Dobbiamo capire che non siamo noi a voler esportare la democrazia con le armi, ma è lui che sta esportando la dittatura con le bombe. Se un paese ti chiede aiuto, non puoi rispondergli "sono neutrale, amo la pace": rappresenterebbe il fallimento della nostra moralità. Persino gli svizzeri hanno rotto la loro neutralità.
  • L'escalation è già avvenuta: c'è un paese che ha invaso e sta bombardando, i suoi propagandisti parlano apertamente di sterilizzazione, campi di concentramento, bombe nucleari. Ci sono stati stupri, i massacri di Bucha e Mariupol: eccola l'escalation! Non possiamo mettere la testa sotto la sabbia, come abbiamo fatto con tanti altri regimi: dobliamo difendere i valori europei.
  • [I russi] vogliono cooptare il paese, creando confusione su chi ha ragione e chi ha torto. Qui purtroppo c'è chi commercia in disinformazione, magari per fare qualche punto in più di share pur sapendo benissimo che Putin è un criminale. Basta vedere quello che è successo durante il Covid, con sciamani messi sullo stesso livello degli scienziati.
  • Chi ha studiato il suo regime sa che non riusciva più ad offrire nulla di importante al suo popolo. E i Paesi dell'ex Unione Sovietica da tempo si domandano se la prospettiva futura per loro sia migliore sotto l'ombrello dell'Occidente, dove posso contestare il presidente e rimanere una persona libera, oppure sotto l'ombrello della Russia, dove se dico una parola sbagliata rischio la vita. Putin quindi è minacciato dalla democrazia, dall'aspirazione democratica dei paesi intorno a lui. Non perché la democrazia sia perfetta, ci tengo a precisarlo: è imperfetta, ma per alcuni paesi è una questione di sopravvivenza.

Sull'invasione russa dell'Ucraina del 2022, lastampa.it, 27 maggio 2022.

  • [...] tre mesi dopo l'inizio dell'invasione le autorità ucraine hanno raccolto centinaia di testimonianze di donne e ragazze catturate e violentate dei soldati russi. Nelle telefonate intercettate di alcuni soldati russi, in molti si vantano e ammettono di aver abusato sessualmente di donne e bambini, nonostante il Cremlino continui a smentire.
  • Gli stupri sistematici di massa sono diventati il simbolo del genocidio sia in Bosnia ed Erzegovina sia in Rwanda. Centinaia di migliaia di donne furono stuprate in questi due Paesi. In Bosnia, i criminali di guerra Milosevic e Mladic istituirono veri e propri campi di stupro. Questo accadde nel cuore dell'Europa negli anni Novanta. La comunità internazionale dovette attendere la fine di queste due guerre per approvare il riconoscimento dello stupro come arma di guerra; questo fu il motore dietro al quale nacque la dottrina della responsabilità di proteggere. Oggi siamo davanti a migliaia di testimonianze, prove inconfutabili e segnalazioni documentate, molto simili a quelle già viste nei due esempi precedentemente menzionati.
  • I leader politici di destra e gli opinionisti che sostengono che la sottomissione e la cessione di una fetta del territorio ucraino a Putin porterebbe alla pace dovrebbero sapere che questo equivale a dire che non ci interessano i diritti umani e non ci interessa il numero di cittadini ucraini torturati, deportati, stuprati e uccisi dalle milizie russe.
  • Le giornaliste ucraine che hanno vinto il premio Pulitzer e che denunciano su tutte le televisioni mondiali i crimini di guerra russi hanno dichiarato in un'intervista al giornale statunitense più influente «Politico» che con tristezza rinunciano e condannano il giornalismo televisivo in Italia. Queste donne coraggiose, che rischiano la vita ogni giorno raccontando gli orrori di questa guerra, si sono trovate costrette a rinunciare ad apparire nei programmi televisivi italiani a causa della ormai dilagata propaganda russa e al numero allarmante di talk show che prediligono gli share e la spettacolarizzazione della guerra alla verità e che concedono colpevolmente spazio a opinioni o teorie palesemente illogiche, contraddittorie o persino ipocrite. Questa è una denuncia grave che dovrebbe farci riflettere e che pone un interrogativo importante: davanti a tutti questi crimini di guerra orchestrati e ordinati da Putin chi siamo noi e fin quando continueremo ad accettare lo stupro semplicemente come uno dei danni collaterali di questa guerra? Specialmente dopo aver assistito alla premiazione dei soldati che portano avanti questi atti brutali. L'ennesima dimostrazione che Putin sta esportando la sua natura con le bombe, con gli stupri, con il ricatto energetico e alimentare con la propaganda e la corruzione.

Citazioni su Rula Jebreal

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  • Ma la smetta quella signora, quella abbronzata lì, quella del deserto e del cammello. (Roberto Calderoli)
  1. a b c Dal Messaggero, citato in Rula Jebreal: "La guerra al terrore è fallita", Liberoquotidiano.it, 21 novembre 2015.
  2. a b Dall'intervista di Elena Tebano, Jebreal e la lezione della storia «Il terrorismo comincia con la violenza delle parole», Corriere della Sera, 6 febbraio 2018, p. 6.
  3. a b c d Da un'intervista rilasciata a Lifestylemirror.com; citato in «Perché in Italia mi avete fatto mettere la giacca?», Vanityfair.it, 5 marzo 2012.
  4. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 17 maggio 2022.
  5. Da un post sul profilo ufficiale twitter.com, 29 aprile 2022.

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