Ravello
comune italiano
Citazioni su Ravello e i ravellesi.
- Colazione serena e cavalcata su a Ravello, bella al di là di ogni descrizione. A Ravello trovato il giardino di Klingsor. Colazione a villa, poi caffè dall'amministratore del signor Reed, la cui moglie, una svizzera, ci ricorda Vreneli, ed è molto piacevole nella sua serietà. Cavalcata via Santa Chiara al piccolo padiglione (il panorama di Santa Chiara per me è il più bello). Fermata con cantata di Peppino. Discesa da contemplare e bella serata sulla terrazza con conversazioni sulle stelle che brillano sopra di noi, e la luna, che, come si afferma, ci guarda con le «guance gonfie e la faccia istupidita». (Cosima Wagner)
- Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la piú dilettevole parte d'Italia; nella quale assai presso a Salerno è una costa sopra il mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la Costa d'Amalfi, piena di piccole città, di giardini e di fontane e d’uomini ricchi e procaccianti in atto di mercatantía sì come alcuni altri. Tra le quali cittadette n'è una chiamata Ravello, nella quale, come che oggi v'abbia di ricchi uomini, ve n'ebbe già uno il quale fu ricchissimo, chiamato Landolfo Rufolo; al quale non bastando la sua ricchezza, disiderando di raddoppiarla, venne presso che fatto di perder con tutta quella se stesso. (Giovanni Boccaccio)
- [Affascinato dalla bellezza di Villa Rufolo, Wagner esclamò:] Ecco il giardino incantato di Klingsor! (Richard Wagner)
- Non credo che su tutta la terra ci sia una proprietà meglio situata della villa o Palazzo Ruffoli di Ravello. Si può dire Villa o Palazzo o meglio ancora: quel giardino sistemato in mezzo alle rovine dell'antico Palazzo Ruffoli insieme, com'è d'obbligo, al giardino di un certo Mr Reed. (Friedrich Spielhagen)
- Più vicina al cielo di quanto non sia lontana dalla riva, Ravello sorge su una balza scoscesa di fronte alla riva piatta e lontana di Paestum. Al tempo della dominazione normanna, era una città abbastanza importante; ora non è che un piccolo villaggio, dove noi eravamo, credo, i soli stranieri. L'albergo nel quale soggiornammo era stato un antico monastero; situato all'estremità della rupe, le sue terrazze e il suo giardino sembravano cadere a strapiombo nell'azzurro. (André Gide)
- Poscia nella sommità del Monte è posto Rivello città. Et benche non sia antica città, ella è però tanto ben’edificata, che facilmente si può annoverare tra le prime, et nobili città del Regno di Napoli. (Leandro Alberti)
- Quando, nel luglio 1882, a Bayreuth venne finalmente rappresentato "Parsifal", l'eco del successo ottenuto dall'opera arrivò fino a Ravello così come vi arrivò il nome del giardino di Klingsor. Qualcuno andò a sfogliare il registro degli ospiti illustri di villa Rufolo, rinvenne la romantica frase scritta di suo pugno da Wagner e sparse la voce che proprio là, a villa Rufolo, il maestro aveva composto quelle musiche. Nessuno si accorse, là per là, di quanto la realtà fosse più bella della fantasia: non si era semplicemente "ispirato" a villa Rufolo, Wagner, ma addirittura là dentro gli era parso di vedere le apparizioni maliziose delle “fanciulle-fiori” che si specchiavano dall'alto nel mare della costiera. E, semmai, all'architettura di villa Rufolo si ispireranno, in seguito, i vari scenografi del "Parsifal". (Vittorio Paliotti)
- Raggiungemmo quindi l'antica Ravello e ci trovammo tutto ad un tratto in una città moresca, con torri e case di stile arabo, fabbricata di tufo nero solitaria e tranquilla, abbandonata, quasi morta, sopra una verde pendice del monte. Si direbbe che è segregata da tutto il resto del mondo; non si vedono che alberi e rocce e da qualche punto il mare in lontananza. Nei giardini si osservano alte torri nere, case di stile moresco con arabeschi in parte rovinati, finestre ad arco con piccole colonne. Sulla piazza del Mercato, presso la chiesa, sorge un antico edificio di architettura araba, con ornati di gusto fantastico e con colonne meravigliosamente lavorate negli angoli. Il tetto riposa sopra una graziosissima cornice. Questo edificio è designato col nome di teatro moresco e non vi è dubbio che era il palazzo degli antichi signori di Ravello, imperocché questa città, ora deserta e derelitta, fu un tempo una colonia fiorente di Amalfi che contava trentaseimila abitanti. Ricche famiglie vi avevano introdotto il lusso a cui davano origine le loro relazioni con l'Oriente e il continuo commercio con i Saraceni stabiliti in Sicilia. Fra le più illustri erano annoverate le famiglie degli Afflitti, dei Ragadei, dei Castaldi e sopratutto dei Ruffoli. Si erano fabbricate tutte palazzi di stile moresco, con vasche, con getti d'acqua di vero gusto arabo, su disegni e sotto la direzione di artisti arabi. E' noto che Ravello si mantenne in relazione continua con i Saraceni, molti dei quali vi avevano presa dimora e gli Arabi vi tennero il presidio fino ai tempi di Manfredo. Avvenne perciò che questa piccola città fu una delle prime che accolse nell'Italia meridionale l'architettura araba ed oggidì è una delle poche che ne conservi ancora gli avanzi.
Trovai in Ravello maggiori avanzi di architettura moresca che in Palermo stesso, dove i castelli di Cuba e della Zisa sono per la massima parte distrutti. (Ferdinand Gregorovius) - Ravello è un delizioso paese con un delizioso piccolo albergo nel quale incontrammo persone piene di charme. (E. M. Forster)
- Solo i limoneti e la macchia sempreverde qui parlano dell’Italia. Per il resto il paesaggio di Ravello somiglia poco alla terra dove per secoli sono passate intere serie di civiltà. La stessa esistenza di questa antichissima città a tale altitudine appare incomprensibile, quasi incredibile. «Chi potrebbe credere che fra rupi inaccessibili sorge una città ricca di nobili stirpi e famosa per i suoi edifici?» Qualsiasi viaggiatore contemporaneo che visiti queste rovine, uniche nel loro genere, può ripetere questa esclamazione di un annalista medievale. (Pavel Muratov)
- Venticinque anni fa una rivista americana mi chiese quale era il luogo più bello che avessi mai visto in tutti i miei viaggi e risposi il panorama dal Belvedere della villa Cimbrone in un luminoso giorno d'inverno quando il cielo ed il mare erano entrambi di un azzurro così vivido da non poterli distinguere l'uno dall'altro. (Gore Vidal)
- Vi fu chi mi disse che i due giardini di Ravello, a villa Rufolo e al Cimbrone, sono i giardini più straordinari del mondo insieme con quelli di Charleston nella Carolina del Sud; ed è giusto nel senso che né gli uni né gli altri hanno equivalenti altrove. Forse i giardinieri a Ravello hanno subìto un'influenza britannica. Certo hanno acquistato l'arte di intonare colori diversissimi gettandoli alla rinfusa, come su una tavolozza, astenendosi dalle aiole troppo disegnate. Sono giardini, quelli di Ravello, romantici, di una scapigliatura geniale. (Guido Piovene)
- Vicino a Salerno, lasciando la costa, avevamo raggiunto Ravello. Là, l’aria più pungente, la seduzione delle rocce piene di anfratti e sorprese, la profondità misteriosa dei precipizi, accrescendo le mie forze e la mia gioia, favorirono nuovi slanci. Più vicina al cielo di quanto non sia lontana dalla riva, Ravello sorge su una balza scoscesa di fronte alla riva piatta e lontana di Paestum. (André Gide)
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