Costiera amalfitana
costiera in provincia di Salerno affacciata sul Mar Tirreno
Citazioni sulla Costiera amalfitana.
- Chiunque si sia recato da Salerno ad Amalfi, seguendo la strada lungo il mare, deve ricordare questa gita con vera soddisfazione. Non ve ne è un'altra ugualmente bella in tutto il regno di Napoli, e di tante escursioni che ho fatto in tutta quanta l'Italia, questa è quella che mi ha lasciata più grata impressione di tutte le altre.
La strada segue sempre la spiaggia del mare, mantenendosi ad una certa altezza, e piegandosi a tutte le sinuosità del suolo. Si hanno a sinistra i monti e le fresche valli, popolate di villaggi, le quali scendono al mare che rimane disotto, mentre lo sguardo può intanto benissimo abbracciare Pesto, i monti delle Calabrie, il capo Licosa e il golfo Policastro. (Ferdinand Gregorovius) - Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la piú dilettevole parte d'Italia; nella quale assai presso a Salerno è una costa sopra il mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la Costa d'Amalfi, piena di piccole città, di giardini e di fontane e d’uomini ricchi e procaccianti in atto di mercatantía sì come alcuni altri. (Giovanni Boccaccio)
- Mi sono ormeggiato davanti a tutte le calanche, a tutte le fenditure, a tutte le spiagge microscopiche, a tutti i piccoli promontori turriti in cui si insena e si protende questa bellissima fra le parti del globo. Ho approdato alla marinella lillipuziana di Furore, che giace in fondo a un fiord di pupattola, fra due formidabili muraglie granitiche alte trecento metri. Dal cimitero di Conca, verde e canoro di passeri sulla collina come un cimitero mussulmano, ho contemplato il mare venerabile dei nostri padri, il mare fortunoso e profumato, dalle cui profondità emersero tante prue inimiche e tante vele minacciose, da quelle del pirata fenicio, rapitore di donne, a quelle del crociato normanno, fondatore di chiese. E nelle rèfole del maestrale che mi strappavano alla lunga immobilità della notte, e mi portavano in una vasta intavolata dal Capo d'Orso alla punta della Campanella, ho visto e rivisto sfilare quel lembo di mondo medioevale che designano i nomi armoniosi di Majori, Minori, Amalfi: piccolo mondo estatico addormentatosi dopo la morte della sua grande protrettrice Giovanna d'Anjou. (Edoardo Scarfoglio)
- Qui avevo più volte soggiornato nel tempo della giovinezza, conoscevo tutta la costa da Amalfi a Positano e Nerano, insenatura per insenatura tutta l'avevo esplorata sopra e sott'acqua. Sì, le linee del paesaggio erano ancora quelle, e quelle le balze i picchi le rocce inabissate nell'azzurro. Sì, era tutto là, davanti a me, il colore del mare visto dall'alto era sempre d'un blu ceramica, duro compatto e luccicante, e dalle curve della strada si godeva sempre lo stesso fantastico colpo di scena. E però dov'era l'incanto? [...] Era come se un esercito di voraci parassiti avesse preso possesso di una bella pianta frondosa e ne avesse divorato le radici che la fanno vivere, bucato le foglie e i rami. Niente era stato rispettato, nessuno dei miei ricordi rimaneva intatto. [...] Come un estraneo ripercorrevo adesso i cari luoghi d'una volta, ma io non appartenevo più a loro e loro non erano più parte di me, non mi parlavano più, mi venivano incontro disanimati e diversi, privi d'ogni potere incantatorio. Tutti gli dei che una volta li abitavano li avevano silenziosamente abbandonati... (Raffaele La Capria)
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