Prima pagina (film)
film del 1974 diretto da Billy Wilder
Prima Pagina
Titolo originale |
The Front Page |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 1974 |
Genere | commedia |
Regia | Billy Wilder |
Soggetto | Ben Hecht, Charles MacArthur |
Sceneggiatura | I. A. L. Diamond, Billy Wilder |
Produttore | Paul Monash |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Note | |
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Prima Pagina, film del 1974 con Jack Lemmon e Walter Matthau, regia di Billy Wilder.
È la storia più scottante dall'incendio di Chicago... e loro ci sono seduti sopra.
Frasi
modifica- Se Hildy si fa vivo saresti così gentile da dire a quel grandissimo figlio di madre ignota di venire di volata qui da me? (Walter) [al telefono]
- I giornalisti... ah! Un branco di analfabeti con la forfora sul collo e le pezze al sedere, che spiano dai buchi delle serrature e svegliano la gente nel cuore della notte per domandargli se hanno visto passare un bruto in mutande, che rubano alle vecchie madri le fotografie delle figlie violentate in Oak Park e tutto perché? Perché un milione di commesse e di mogli di camionisti ci piangono sopra. E poi... il giorno dopo la prima pagina serve per incartare un chilo di trippa. (Hildy) [ai colleghi della sala stampa]
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Walter: Alle 7 in punto Williams tira le cuoia. Alle 7:03 tu esci nel cortile dove c'è un'ambulanza che ti aspetta con dentro una camera oscura e una macchina da scrivere, e poi partite a sirene spiegate. Mentre tu batti l'articolo si sviluppa il negativo. Alle 7:22 la foto va in incisione e noi cominciamo a comporre il tuo pezzo. Alle 7:56 facciamo il bozzone della prima pagina. Alle 8:12 partono le rotative e alle 8:47 siamo in edicola con un'edizione straordinaria! Che ne dici?
Hildy: Walter, o tu vinci il premio Pulitzer o vai in galera per un anno.
Walter: E tu con me perché ci siamo dentro tutti e due.
- Walter: Ci servono le ultime parole di Williams mentre sale i fatali tredici gradini. Ci vuole una frase memorabile, se necessario inventala tu.
Hildy: Vuoi sentire le ultime parole? Te le dico subito: io me ne vado.
Walter: Uno che sta per essere impiccato? No, macché, non può dire "me ne vado".
Hildy: Mica Williams, io me ne vado.
- Hildy: Vado a sposarmi.
Walter: Vai a sposarti? E perché cavolo, sei già stato sposato.
Hildy: Eh sì, bel matrimonio: appena partito in viaggio di nozze tu mi buttasti giù dal treno per il servizio su quella vecchia uccisa con la fiamma ossidrica.
Walter: È per questo che sei un giornalista di prima classe: tu sei sempre nel posto giusto al momento giusto.
Hildy: Ma non stavo mai a casa, Walter: né per Natale, né per il nostro anniversario, quando lei era in ospedale e aveva le ore contate io stavo nel Tennessee a seguire il processo dell'imbalsamatore pazzo, e non mi succederà più, Walter, ora basta.
Walter: Ok, ok. Vuoi rifare un'altra volta il tuffo? D'accordo. Allora facciamo così. Prima mi segui l'impiccagione e dopo puoi sposarti, ti prendi tutto il weekend, non devi tornare in ufficio fino a martedì.
Hildy: Martedì io sarò a Philadelphia.
Walter: A Philadelphia?
Hildy: Sì prendiamo il treno di mezzanotte. Domani pomeriggio ci sposiamo, con la sua famiglia, e i parenti, gli invitati, gli amici, e martedì io comincio a lavorare per suo zio in un'agenzia pubblicitaria.
Walter: Un'agenzia pubblicitaria?
Hildy: Sì, torno alla vita normale, lascio questo bordello.
Walter: Vuoi dire che ti metterai a scrivere fregnacce come "Traverserei il deserto per una Camel" oppure "Dio li crea e Flit li uccide"?
- Walter: Ah ma perché non me l'hai detto? Ti avrei organizzato una festicciola d'addio, scusami...
Hildy: No, no, le conosco le tue festicciole d'addio. Quando Benetch partì per Hollywood gli mettesti un sonnfero nel gin e ci vollero 4 persone per metterlo sul treno.
Walter: Bella fine ha fatto: sta seduto tutto il giorno sotto le palme di cartone a scrivere i dialoghi per Rin Tin Tin. Ma che vi prende a voialtri! Siete tutti dei traditori. Se non è Hollywood è Broodway o Parigi, dovete... dovete scrivere tutti il grande romanzo per diventare John Fitzgerald, Cristo! E adesso ti vai a vendere anche tu, l'ultimo vero giornalista che mi era rimasto!
Hindy: Senti buffone lasciala perdere la vaselina.
- [Walter Burns si reca al teatro dove Peggy Grant lavora, e facendosi passare per un agente di custodia cautelare cerca di fare in modo che il matrimonio tra lei e Hildy salti]
Walter: Mi scusi le posso dire due parole? Mi chiamo Fishbein, Otto Fishbein.
Peggy: Se lei è un agente teatrale non si disturbi, perché abbandono la mia attività.
Walter: Oh no no no no. Sono un agente per la libertà vigilata.
Peggy: Per la libertà vigilata? [Walter esibisce un adesivo a forma di stella che aveva precedentemente staccato da un cartellone pubblicitario] Che cosa c'entro io?
Walter: C'è stato segnalato che lei avrebbe intenzione di sposare un certo Hildebrand Johnson, noto anche come Hildy Johnson.
Peggy: E allora?
Walter: Be' per noi va bene però ci risulta che volete trasferirvi a Philadelphia.
Peggy: Perché, c'è qualcosa di male?
Walter: Eccome! Non può lasciare Chicago, deve presentarsi da noi tutte le settimane.
Peggy: Perché?
Walter: Perché è in libertà vigilata.
Peggy: Per quale motivo?
Walter: Ma come, non glielo ha detto? Be' certo non è mica facile eh...
Peggy: Ma di che cosa sta parlando?
Walter: Ah via non si spaventi, non è proprio un vero criminale, è soltanto malato.
Peggy: Malato!?
Walter: Be' non sempre, ma ogni tanto gli viene quel bisogno irrefrenabile...
Peggy. "Bisogno..." ... stia a sentire, non sono una ragazzina, sono già stata sposata, e quindi... che cosa ha fatto Hildy?
Walter: Vede finché lo faceva nei vicoli oscuri e nei parchi deserti, be'... noi e la polizia chiudevamo un occhio. Ma l'ultima è successo in pieno giorno, alla Galleria d'Arte Moderna.
Peggy: Oh santo cielo, che cosa è successo?
Walter: Ecco: c'erano sedici ragazze delle scuole medie in visita di studio, e lui si era piazzato in cima alla scalinata, con un impermeabile addosso e non pioveva da due mesi.
Peggy: E secondo lei questo sarebbe un delitto?
Walter: Lo sa cosa portava sotto? Le scarpe e i calzini.
Peggy: E che altro?
Walter: Nient'altro. E diceva le solite frasi degli esibizionisti: "Ehi donne guardate!" [aprendo e chiudendo la giacca]
Peggy: [imbarazzata e sconvolta] ... non ci posso credere.
Walter: Abbiamo una pila di denunce alta così.
Peggy: Povero Hildy...
Walter: Già, povero Hildy. Adesso sarebbe in galera, se non fosse per quel suo direttore, Walter non-so-che...
Peggy: Walter Burns?
Walter: Esatto. Si è dato molto da fare con la procura e con i giudici. Quello sì che è un vero amico.
- Walter: Ci dedicheranno una strada: via Johnson, piazza Burns...
Hildy: Come mai tu una piazza e io solo una via?
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