Claudio Maria Celli
arcivescovo cattolico italiano (1941-)
Claudio Maria Celli (1941 – vivente), arcivescovo cattolico italiano.
Citazioni di Claudio Maria Celli
modifica- Silvestrini dedicava grande parte del suo tempo al lavoro di ufficio per la Santa Sede, ma poi il resto del suo tempo era dedicato a Villa Nazareth, al dialogo con i giovani, al cammino dei giovani, nel rispetto grande del tempo di ciascuno. Il suo era uno stile mai impositivo: era sempre un accogliere, dialogando, dando spazio e rispettando proprio il cammino di crescita di ciascuno, i tempi di ciascuno. Questo per me è stato veramente di grande insegnamento. Era uomo di Chiesa, un uomo che amava profondamente la Chiesa e un uomo che era legato al Santo Padre. Le confesso che un giorno, mentre ero nel suo ufficio, il Segretario del Santo Padre lo chiamò al telefono dicendogli: “Eccellenza, il Santo Padre vuole parlarle”. La cosa che mi ha colpito – io l’ho sempre ricordato nella mia vita – è che si è alzato in piedi per parlare al telefono con il Papa, non è rimasto seduto. Mi ricordo ancora che gli disse: "Mi benedica, Padre Santo".[1]
- I blog sono persone. E alla Chiesa interessa incontrare le persone. La Chiesa ha qualcosa da imparare dai blogger, dal loro modo di esprimersi libero e con un linguaggio attuale.[2]
- Nell’approccio immediato e diretto del suo colloquiare. Papa Francesco riesce a combinare un frasario semplice con la ricchezza del contenuto della fede. Il suo è un linguaggio che viene percepito immediatamente, perché Francesco sa parlare al cuore, e sa stabilire una vicinanza e una sintonia profonda.[3]
- Non importano comunque i caratteri, quanto il contenuto che vogliamo trasmettere.[4]
- Vediamo talvolta dei siti e dei blog che, pur connotandosi come strenui difensori dell’ortodossia cattolica, sono molto aggressivi nel loro linguaggio verso chi la pensa diversamente. Anch’io ritengo che la Verità debba essere annunciata nella sua integralità, senza sconti e senza camuffamenti: ma lo si deve fare con uno stile rispettoso degli altri. Se mi permette, in questo settore, papa Benedetto dà un grande esempio: il suo stile non è né aggressivo né caustico né pesante, ma pacato: dice tutto, ma senza urlare. Annuncia qualcosa più grande di lui, con umiltà, con discrezione, considerando gli altri come persone in ascolto, non come nemici da distruggere. Ad esempio il 12 maggio dell’anno scorso, nell’incontro al Centro cultural Belém con il mondo della cultura portoghese, il Papa ha detto qualcosa che mi ha molto colpito: «La convivenza della Chiesa, nella sua ferma adesione al carattere perenne della verità, con il rispetto per altre "verità", o con la verità degli altri, è un apprendistato che la Chiesa stessa sta facendo. In questo rispetto dialogante si possono aprire nuove porte alla trasmissione della verità». Perciò lo stile aggressivo di certi siti e blog non mi sembra per niente in linea con lo stile del Magistero, incarnato nella sua massima espressione dal Papa.[5]
intervista di Iacopo Scaramuzzi, La Stampa, 26 marzo 2019.
- Credo che da entrambe le parti si sia maturata la consapevolezza che l’accordo provvisorio [del 22 settembre 2018] è sì un punto di arrivo, ma anche un punto di partenza per un dialogo tra due parti per il bene della Chiesa in Cina e l’armonia all’interno dell’interno popolo cinese.
- Benedetto XVI conosceva molto bene la questione cinese perché il suo predecessore voleva che il cardinale Ratzinger venisse informato su ogni passo e desse il suo parere. Quante volte ho avuto l’onore di incontrare il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede per metterlo al corrente del cammino e avere i suoi suggerimenti da riferire al Santo Padre.
- Per ricostruire la piena unità ecclesiale è necessaria oltre la comunione con Pietro anche la riconciliazione tra i fratelli; e la Chiesa in Cina nonostante la sua di realtà piccolo gregge deve assumere l’urgente compito della missione evangelizzatrice.
- Sulla linea dei suoi predecessori [papa Francesco] ha portato la novità del proprio carisma, facendo emergere nuove prospettive e dando un supporto concreto e un nuovo slancio al dialogo: infatti è nel suo pontificato che si firma l’accordo provvisorio e si chiude la dolorosa esperienza dei vescovi illegittimi. Oggi possiamo dire che tutti i vescovi in Cina sono in comunione con Pietro e che ci sono le condizioni per poter meglio affrontare i problemi che sono ancora sul tappeto. [...] Come abbiamo toccato con mano attraverso gli incontri con diversi presuli cinesi, in essi c’è il desiderio profondo di essere pienamente cattolici i e quindi in comunione con Pietro e con tutti i vescovi del mondo e nello stesso tempo pienamente cinesi. Questo è un tema fortissimo, è il grande tema dell’inculturazione, che pone innegabilmente ulteriori riflessioni e approfondimenti
Citazioni su Claudio Maria Celli
modifica- Ho conosciuto don Claudio tanti anni fa e questa conoscenza è andata crescendo negli anni della Segreteria di Stato, nell’ambito della Diplomazia della Santa Sede (Honduras, Argentina e Filippine). Poi nella seconda sezione della Segreteria di Stato, dove è stato mio superiore. Ho imparato tanto da lui e ho cercato di mettere in pratica quanto appreso, soprattutto nei contatti con i cinesi. (card. Pietro Parolin)
Note
modifica- ↑ Citato in Riccardo Cristiano, Perché la lezione del card. Silvestrini sarà utile a Conte. L’analisi di Cristiano, Formiche.net, 1 settembre 2019.
- ↑ Citato in Pietro Roberto Minali, Bloggers in Vaticano. Un nuovo inizio?, Paoliniditalia.it. 5 maggio 2011.
- ↑ Dall'intervista di Roberto Paglialonga, «Il Papa fa percepire la tenerezza di Dio», La Stampa, 19 luglio 2013.
- ↑ Citato in "Così il Papa modifica i suoi tweet". Intervista a Mons. Claudio Maria Celli, Stanze Vaticanae - TgCOM 24, 2 gennaio 2013.
- ↑ Citato in Intervista a mons. Claudio Maria Celli, Rossoporpora.org, maggio 2011.
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