Pearl S. Buck

scrittrice statunitense
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Pearl Sydenstricker Buck (1892 – 1973), scrittrice statunitense.

Pearl S. Buck nel 1938
Medaglia del Premio Nobel
Medaglia del Premio Nobel
Per la letteratura (1938)

Citazioni di Pearl S. Buck

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  • Le persone che provano a vivere da sole non avranno successo come esseri umani. I loro cuori inaridiranno se non risponderanno ad altri cuori. Le loro menti si restringeranno se ascolteranno solo l'eco dei propri pensieri senza altra fonte d'ispirazione.[1]
  • Nessuno che sia sempre stato libero può comprendere il terribile fascino della speranza di libertà per chi non è libero.[2]
  • Ogni grande errore ha un momento a metà strada, una frazione di secondo in cui si può annullare e forse rimediare.[2]
  • Soffrirai perché niente dura, ecco tutto. È la dannazione finale alla quale cerchiamo di sfuggire per tutta la vita.[3]

La buona terra

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Era il giorno delle nozze di Wang Lung.[4]

Citazioni

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  • Che cosa dobbiamo farcene di una donna bella? Una donna che curi la casa, e che procrei dei figli lavorando – ecco quel che ci occorre! Le donne belle non hanno altro pensiero che scegliersi vestiti che s'intonino con la loro faccia. Alla larga! Noi siamo contadini. (cap. I, 1998, p. 9)
  • Meglio arrivare primi con una donna brutta, che centesimi con una bella. (cap. I, 1998, p. 9)
  • Quando si comincia a vendere la terra [...] è la fine di una famiglia. Dalla terra siamo venuti, e alla terra dobbiamo tornare... Se conserverete la terra, vivrete... Nessuno potrà mai portarvela via... (cap. XXXIV, 1998, p. 291)

Incipit di alcune opere

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Angelo guerriero

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Capitava di incontrare la sua alta, magra, americana figura un po' curva per le vie di uno dei mille paesi o emporii commerciali cinesi. Ci fu un'epoca della sua vita durante la quale usò vestire panni cinesi, come si vede in un ritratto di lui, che conservo. È seduto su una sedia dalle angolose, esotiche sculture, coi piedoni americani infilati in enormi scarpe cinesi, quelle scarpe che facevano ridere dietro la mano le donne indigene quando ne tagliavano le suole, e che richiamavano l'attenzione di molti passanti, i quali, vedendolo incedere sulla polvere o sugli acciottolati con quel suo passo dinoccolato, si voltavano a guardarlo.

Wang Lung moriva. Moriva nella vecchia, scura casupola di fango costruita nel mezzo dei suoi campi, adagiato sullo stesso letto sul quale aveva dormito negli anni della gioventù, e sul quale era giaciuto la prima notte di matrimonio. La camera era più angusta delle cucine della grande casa che Wang Lung possedeva in città, e nella quale abitavano i figli ed i figli dei figli.

I parenti

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Il treno, a Chinatown (quartiere cinese), era gremito. Tutti gli attori fatti venire da Canton recitavano e cantavano le vecchie opere cinesi. Se Billy Pan, l'impresario annunciava un deficit alla fine dell'anno lunare, gli uomini d'affari davano il denaro occorrente per colmarlo. Perché il teatro era per essi la casa e la patria.[5]

L'amore di Ai-Uan

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Nel quindicesimo anno della Repubblica cinese, corrispondente all'anno millenovecento e venticinque del calendario occidentale, viveva a Sciangai un ricco banchiere, Wu di cognome, il quale aveva due figli. La sua famiglia era ricca da più generazioni, e da almeno tre figurava tra le notabili della città, sebbene in modi diversi. Il cospicuo rango che ora occupava era dovuto al fatto che il signor Wu era direttore della Grande Banca Cinese, con filiali in tutto il centro e il meridione della Cina. In gioventù egli aveva fatto pratica bancaria nel Giappone e in Europa, e subito dopo il rimpatrio aveva fondato la banca che in breve volgere di tempo era diventata una delle più potenti istituzioni della giovane repubblica cinese.

La madre

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Nella cucina del piccolo cascinale dal tetto di paglia la madre, seduta su di uno sgabelluccio di bambù dietro la stufa di terra, alimentava il fuoco sotto il calderone di ferro introducendo destramente dell'erba nel fornello. La fiamma aveva appena attecchito, ed essa la teneva viva rimuovendo qui uno stecco, là una manciata di foglie, e introducendo di tanto in tanto una nuova manciata dell'erba secca raccolta sui colli nell'autunno.

La promessa

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Nella disperazione gli uomini devono sperare, quando sia stata fatta loro una promessa, anche s'è soltanto una promessa.[5]

Stirpe di drago

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Ling Tan alzò il capo. Nella risaia in cui stava con l'acqua fino alle ginocchia udì risuonare la voce alta e squillante di sua moglie. Perché mai la donna doveva chiamarlo ora a mezzo il pomeriggio, quando non era né ora di mangiare né ora di dormire? All'estremità più lontana della risaia i suoi due figli erano curvi sull'acqua, entrambi col braccio destro immerso contemporaneamente sì da parere le braccia di un sol uomo mentre piantavano i semi del riso.

Citazioni su Pearl S. Buck

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  • L'arte della B.[uck] non è sempre uguale: talora, soprattutto nei romanzi di argomento americano, la narrazione scade di livello. L'atmosfera felice della sua narrativa resta quella in cui è analizzata la vita del contadino orientale, raccontata entro i limiti della mentalità provinciale cinese: qui, se la B. non sa offrire nulla di particolarmente nuovo al lettore dal punto di vista stilistico, raggiunge tuttavia una nota distesa, personalissima, di poesia. (Dizionario universale della letteratura contemporanea)
  • Il tempo passa per tutti: la bella faccia s'è andata a poco a poco stemperando, ingrigendo. Pearl Buck ha ormai sessantasei anni: la si può, quindi, definire una vecchia signora. Eppure il suo sorriso è rimasto ostinatamente giovane, e ostinatamente comunicativa è rimasta la sua maniera di scrivere. Un suo libro costituisce sempre un avvenimento per il pubblico. Si tratta sempre, infatti, d'un libro con una sua ragione d'esistere, d'un romanzo con una sua storia da narrare: e questo non è davvero un avvenimento trascurabile ai nostri giorni in cui escono troppi volumi inutili, semplici esercitazioni di grafomania o di cattivo gusto. (Oreste Del Buono)
  1. Da To my daughters, with love, John Day Co., 1967.
  2. a b Da What America means to me, John Day Co., 1943.
  3. Da Questo indomito cuore, p. 399.
  4. Citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993.
  5. a b Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937

Bibliografia

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  • Pearl S. Buck, Angelo guerriero (Fighting Angel Portrait of a soul), traduzione di Andrea Damiano, Medusa, A. Mondadori, 1942.
  • Pearl S. Buck, Figli (Sons), traduzione di Andrea Damiano, Oscar Mondadori, 1979.
  • Pearl S. Buck, L'amore di Ai-Uan (The Patriot), traduzione di Andrea Damiano, Oscar Mondadori, 1968.
  • Pearl S. Buck, La buona terra (The Good Earth), traduzione di Andrea Damiano, San Paolo, 1998.
  • Pearl S. Buck, La madre (The Mother), traduzione di Andrea Damiano, Oscar Mondadori, 1978.
  • Pearl S. Buck, Questo indomito cuore (This Proud Heart), traduzione di Andrea Damiano, A. Mondadori, 1964.
  • Pearl S. Buck, Stirpe di drago (Dragon Seed), traduzione di Giorgio Monicelli, Oscar Mondadori 1976.

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