Paura in palcoscenico

film del 1950 diretto da Alfred Hitchcock

Paura in palcoscenico

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Marlene Dietrich in una scena del film

Titolo originale

Stage Fright

Lingua originale inglese
Paese Regno Unito
Anno 1950
Genere giallo, thriller
Regia Alfred Hitchcock
Soggetto Selwyn Jepson (romanzo)
Sceneggiatura Whitfield Cook, Alma Reville
Produttore Alfred Hitchcock
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Doppiaggio originale (1951):

Ridoppiaggio (1975):

Note
  • Citazioni tratte dal ridoppiaggio

Paura in palcoscenico, film britannico del 1950 con Jane Wyman e Marlene Dietrich, regia di Alfred Hitchcock.

  Citazioni in ordine temporale.

  • Il perdono è il segreto d'un matrimonio felice. Che unito a lunghi periodi di lontananza, ravviva la fiamma. (Commodoro)
  • Col sorriso sulle labbra e la morte nel cuore, lo spettacolo continua: è la vita dell'attore. (Wilfred)
  • Spero che tu non sia diventata come quelle persone che appena gli si fa una domanda ti raccontano come stanno. (Charlotte)
  • Se c'è una cosa che odio dire è: "Te l'avevo detto". (Commodoro)

Dialoghi

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Jonathan: Ora che sai di Charlotte e di me, mi odi, è vero?
    Eve: No, non potrei mai odiarti, Jonathan, perché sono... ti sono molto affezionata e... sì, insomma, hai capito. Ma soltanto a teatro accetto il ruolo della seconda donna.
  • Eve: Mi sono comportata da sciocca?
    Commodoro: Be', nell'insieme credo di sì. Credo che il tuo amico si sia comportato come uno sciocco e ho un forte presentimento che anch'io mi comporterò da sciocco: è contagioso.
  • Freddie: Mi fai paura.
    Jonathan: No, cara. Tu non conosci la paura.
  • Wilfred: Senta, lei non sembra un irresponsabile, perlomeno dall'aspetto. Come ha potuto permettere a sua figlia una cosa simile? Che genere di padre è lei?
    Commodoro: Unico. Del tutto unico. Solo un po' giù in questo momento. Vede, ho un'altra idea: è un peccato sciupare le idee, sa?

Citazioni su Paura in palcoscenico

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  • È un poliziesco di routine, ma vale più della sua fama. Ha il torto di raccontare una storia in cui sono i cattivi che hanno paura e di avere in J. Wyman un'attrice fuori parte, ma l'ambientazione londinese e teatrale è deliziosa: la prima mezz'ora (con la festa di beneficienza in giardino) e il finale sono notevoli e, in bilico tra ambiguità e volgarità, M. Dietrich lascia il segno. (il Morandini)
  • Marlene Dietrich fu, più o meno, la sola attrice che avesse mai goduto di sostanziale libertà creativa sul set. La mattina si presentava presto e si metteva a dare istruzioni al direttore della fotografia Wilkie Cooper sull'illuminazione adatta per lei. Stupefatti, I membri della troupe riferirono la faccenda a Hitchcock: ma rimasero ancora più stupefatti quando egli ordinò loro di fare quello che la Dietrich chiedeva. Dai suoi sette film con Joseph von Sternberg – che l'avevano caratterizzata come la "donna fatale" per eccellenza – l'attrice aveva tratto un'ottima conoscenza in fatto di luci, ombre e angolazioni; Hitchcock non solo le diede carta bianca nel definire il suo personaggio, ma le concesse piena libertà nella scelta dei costumi e dei gioielli da indossare nel film. (Donald Spoto)

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