Patto Gentiloni

accordo politico tra liberali e cattolici in funzione antisocialista

Citazioni sul patto Gentiloni.

  • Di fronte alla grandiosa coalizione dei suoi accusatori, Giolitti indisse le elezioni sulla base del suffragio universale per l'ottobre-novembre 1913. Riuscì ancora a spuntarla, ma tirandosi addosso una serie di accuse legate da un'etichetta destinata a diventare famosa: il patto Gentiloni. In forza di esso più di duecento deputati «liberali» sottoscrissero un impegno in forza del quale si obbligarono col capo delle organizzazioni elettorali cattoliche, il conte Vincenzo Ottorino Gentiloni, a combattere la massoneria, alla quale pure apparteneva, allora, buona parte della nostra classe dirigente: funzionari, diplomatici, ufficiali, banchieri, imprenditori, industriali, professori universitari, intellettuali, personaggi di élite in ogni campo. (Nino Valeri)
  • Non si è mai saputo con certezza come si svolse l'operazione [del patto Gentiloni] che, ben s'intende, doveva restare segretissima. Giolitti negò sempre di avervi partecipato, e infatti d'impronte digitali non ve ne lasciò. Fu probabilmente senza le sue credenziali, ma certamente non senza il suo beneplacito che qualche esponente liberale prese contatto coi cattolici. Questi avevano una "unione elettorale" di cui era Presidente un Conte marchigiano, Gentiloni, politico abile, ma vanesio e chiacchierone. Egli s'impegnò a mobilitare il voto cattolico in favore dei candidati liberali dovunque questi fossero minacciati dalla Estrema Sinistra; e i liberali s'impegnarono a difendere la parificazione delle scuole confessionali a quelle dello Stato, a ripristinare in queste ultime l'istruzione religiosa, a respingere l'introduzione del divorzio, e – pare – a combattere la Massoneria. (Indro Montanelli)

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