Controriforma
riforme della Chiesa cattolica in seguito al concilio di Trento
Citazioni sulla controriforma o riforma cattolica.
- [Pasolini scandalizzava quella] borghesia italiana che in quattro secoli ha creato i due più importanti movimenti conservatori d'Europa, cioè la controriforma e il fascismo. (Alberto Moravia)
- Il Gothein afferma che essa [la Controriforma] rappresenta «una reazione contro la grande trasformazione culturale e religiosa operata dal Rinascimento e dalla Riforma». Reazione infatti fu, ma non retriva e ristretta: la Controriforma utilizzò anche, infatti, molte idee dei suoi avversari servendosene contro di essi. Essa non rappresenta neppure come vogliono alcuni (ad es. De Ruggiero) un ritorno puro e semplice al Medio Evo, ma rivela l'entusiastica vitalità della Chiesa che si risveglia dal suo assopimento e si fa Chiesa «militans» da Chiesa «triumphans». La Controriforma rivelò la grande capacità assimilativa del Cattolicesimo pervenendo a restare lontana dalle posizioni estreme e riuscendo ad assumere dappertutto (tranne che in materia strettamente dogmatica) atteggiamenti di mediazione. (Giuseppe Masi)
- Con la Controriforma il costume sociale italiano entra quale regola di coscienza, quale paradigma di vita. L'individuo, con le sue preoccupazioni, col proprio spirito tormentato, con le proprie aspirazioni morali, con le angosce tra colpa e redenzione, rimane isolato. Non gli è lecito vivere la vita interiore della propria anima, come non gli è lecito parlare liberamente della propria patria. Quando avanza dubbi in proposito e cerca un conforto nella comprensione degli uomini gli succede, come avvenne a Torquato Tasso, di sentirsi opporre un precetto pratico alle ambasce dell'animo. (Fabio Cusin)
- Lo spirito della Controriforma ha smorzato il sentimento individualistico di cui si alimenta il liberalismo moderno; e, anche più che soffocarlo con la coazione, lo ha inaridito alla fonte con la sua educazione gesuitica, rivolta a deprimere l'autonomia del volere e a piegarne le energie all'ossequio passivo dell'autorità. (Guido De Ruggiero)
- Nella Controriforma, sotto le apparenze rigoriste, dove si esibisce una pomposa meschineria, essa [la Chiesa cattolica] si appoggia sulle parti più grette e più caduche del Rinascimento. Riforma in parte i suoi costumi ma soprattutto (come anche lo stesso protestantesimo, così presto inaridito nel suo slancio) essa imbocca la strada di un umanesimo razionalista che tradisce le sue origini. Essa stessa fabbrica nei suoi collegi l'umanesimo gretto del XVIII secolo che le si rivolterà contro. (Pierre Drieu La Rochelle)
- Non c'è dubbio che la Controriforma restituì alla Chiesa un'austerità morale, uno slancio, un mordente, un ardore di crociata, ch'essa aveva perso dai tempi eroici dell'alto Medio Evo, e che le consentirono di riguadagnare molte delle posizioni strappatele dai protestanti. Ma è anche vero che, più che spirituale, la rivincita fu temporale, grazie alla forza che le prestò il suo braccio secolare, cioè Filippo II. (Indro Montanelli e Roberto Gervaso)
- «Controriforma», «Gegenreformation», è stata definita dalla storiografia tedesca la reazione cattolica alla rivoluzione protestante. Il nome, che è ormai entrato nella pratica storiografica, può essere accolto, con beneficio d'inventario però: innanzi tutto una controriforma presuppone una riforma e anche qui il termine è inesatto, perché il protestantesimo non fu una riforma, ma qualcosa di più ampio e radicale, una rivoluzione religiosa che tagliò netto dalla teologia e dalla sociologia del cattolicesimo. A buon conto si dovrebbe parlare quindi di controrivoluzione cattolica; ma ciò restringerebbe nel tempo e nel campo di attività quel vastissimo movimento di riforma cattolica che si origina dalla crisi del laicismo umanistico e che acquista autocoscienza di se, qui in Italia, per lo meno dal Savonarola.
Non si fa quindi un'oziosa discussione sui nomi, ma una precisazione sui concetti che questi nomi esplicano.
- L'epoca della Controriforma non fu certo tempo né di felicità, né di serenità, né di iniziale calma interiore.
Ma moltissimi spiriti riconobbero come indispensabili, necessarie, certe rigide decisioni (più dura disciplina gerarchica, indice dei libri proibiti ecc. ecc.). Le videro e le accettarono, insieme con le definizioni dei dogmi e con l'incremento della vita liturgica e sacramentale, come vie per l'affermazione della verità, come reazione all'indegnità di vita di laici e di ecclesiastici, come difesa dell'etica cristiana; e questo, nella maggioranza dei casi, con disinteressata e sincerissima persuasione, non per atti di esteriore violenza o arbitrio.
- Non regge scientificamente il concetto di «Controriforma» come dispotico oscurantismo. Se si mettono in relazione Concilio di Trento e opere successive con il rifiorire del sentimento religioso italiano – popolare e anche non popolare – che di fronte alla rivoluzione protestante ha volontariamente riaffermato la sua devozione al cattolicesimo, si scorge bene come l'opera «controriformistica» sia stata accettata e interiormente rivissuta con sincerità e purezza di fede: non c'è affatto urto tra le formulazioni dogmatiche e la vita sociale e sentimentale di quel tempo, perché ci sono state delle generazioni che hanno voluto vivere socialmente e sentimentalmente proprio in funzione di quelle formulazioni.
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