One Hour Photo
film del 2002 diretto da Mark Romanek
One Hour Photo
Titolo originale |
One Hour Photo |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2002 |
Genere | thriller |
Regia | Mark Romanek |
Soggetto | Mark Romanek |
Sceneggiatura | Mark Romanek |
Produttore | Christine Vachon |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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One Hour Photo, film statunitense del 2002 con Robin Williams, regia di Mark Romanek.
Sa chi sei. Sa dove vivi. Sa cosa fai.
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Le foto di famiglia ritraggono volti sorridenti, nascite, matrimoni, vacanze, feste di compleanno dei bambini. Si scattano fotografie nei momenti felici della propria vita. Chiunque sfogli un album fotografico ne concluderebbe che abbiamo vissuto un'esistenza felice e serena, senza tragedie. Nessuno scatta una fotografia di qualcosa che vuole dimenticare. (Sy)
- Ormai sono più di vent'anni che lavoro nello sviluppo rapido delle fotografie. Lo considero un lavoro importante. Quando una casa va a fuoco, qual è la prima cosa che si mette in salvo, dopo che gli animali e i familiari sono al sicuro? Le foto di famiglia. C'è chi pensa che questo sia un lavoro da commessi. Che è convinto che qualunque idiota che abbia frequentato un corso di due giorni sia in grado di dominare l'arte di produrre stampe perfette in meno di un'ora. Invece, come spesso accade, è molto pù difficile di quanto possa sembrare. Ho visto le stampe che rifilano ai clienti da Rex Hollo o alla FotoTech. Stampe sovra esposte, slavate, stampe troppo scure. Non hanno alcun rispetto per il servizio che offrono alla clientela. Io sviluppo e stampo queste foto come se fossero le mie. (Sy)
- I neo genitori fanno foto di continuo. (Sy)
- I miei clienti non se ne rendono conto, ma le istantanee sono il loro modo di esorcizzare il passare del tempo. Il diaframma scatta, il flash abbaglia... e così fermano il tempo, anche se solo per un istante. E se queste immagini potranno mai avere un significato per le generazioni future, sarà questo: io c'ero, sono esistito. Sono stato giovane, sono stato felice e qualcuno a questo mondo mi ha voluto abbastanza bene da farmi una fotografia. (Sy)
- Quasi nessuno fotografa le piccole cose, il cerotto usato, il gestore della pompa di benzina, la vespa sulla marmellata. Ma queste sono le piccole cose che raccontano la vera storia della nostra vita, e la gente non scatta fotografie di queste cose. (Sy)
- Secondo il dizionario etimologico, il termine "scatto", che significa anche istantanea, fu utilizzato per la prima volta nel 1808 dall'inglese Sir. Andrew Hooker. Nel suo diario scrisse che quasi ogni uccello da lui abbattuto quel giorno fu frutto di uno scatto, intendendo un colpo sparato di scatto, senza prendere la mira. In origine, quindi, era un termine di caccia. (Sy)
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Detective: Abbiamo sviluppato il rullino trovato nella sua borsa, non mi sembrano belle fotografie. Ha lasciato la macchina fotografica in albergo, abbiamo sviluppato anche quel rullino.
Sy: Posso vederle?
Detective: Non era per farle una cortesia signor Parrish, queste sono prove.
- Nina: O mio Dio!
Sy: Cosa?
Nina: È ...È buffo, io io ... sto leggendo proprio lo stesso libro.
Sy: Sta scherzando?
Nina: No. È che mi sembra strano che anche lei legga quel libro.
Sy: Be', l'autore insiste molto sul prendere sul serio le coincidenze.
Nina: È sì, è vero.
Sy: E quella cosa che dice sulla paura? "Le cose che temiamo di più, ci sono già capitate."
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