Olena Zelens'ka

scrittrice, architetto, sceneggiatrice e first lady ucraina

Olena Volodymyrivna Zelens'ka, nata Kijaško (1978 – vivente), architetta e scrittrice ucraina.

Olena Zelens'ka

Citazioni di Olena Zelens'ka

modifica
  • L'Ucraina è un paese pacifico. Siamo contro la guerra e non abbiamo attaccato per primi. Ma non ci arrenderemo. Che il mondo intero guardi: lottiamo per la pace anche nei vostri Paesi.[1]
  • Sono Olena Zelensky, sono la moglie del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ci siamo sposati nel 2003. Nel 2004 è nata nostra figlia e nel 2013 nostro figlio. Sono scrittrice e architetto. E sono anche sotto la minaccia di morte del signor Putin.[2]
  • L'Ucraina vuole la pace. Ma l'Ucraina si difenderà e non capitolerà mai. L'Ucraina non ha bisogno di essere salvata. Ma abbiamo bisogno del sostegno del mondo per il nostro esercito e i nostri civili. Non solo a parole.[3]
  • Roger Waters, faresti meglio a chiedere la pace al presidente di un altro Paese. Non all'Ucraina.[4]

editorialedomani.it, 9 marzo 2022

  • Nonostante le rassicurazioni della propaganda sostenuta dal Cremlino, che la chiama "operazione speciale", si tratta in realtà di un omicidio di massa di civili ucraini.
  • Mentre la Russia dice che «non sta facendo la guerra contro i civili», le rispondo con i nomi dei bambini assassinati.
  • I primi neonati della guerra, hanno visto il soffitto di cemento dello scantinato, il loro primo respiro è stato l'aria acre del sottosuolo, e sono stati accolti da una comunità intrappolata e terrorizzata. A questo punto, ci sono diverse decine di bambini che non hanno mai conosciuto la pace nella loro vita.
  • La guerra in Ucraina non è una guerra «da qualche parte là fuori». Questa è una guerra in Europa, vicino ai confini dell’Ue. L'Ucraina sta fermando la forza che domani potrebbe entrare aggressivamente nelle vostre città con il pretesto di salvare i civili.
  • Se non fermiamo Putin, che minaccia di iniziare una guerra nucleare, non ci sarà un posto sicuro nel mondo per nessuno di noi.

Intervista di Cristel Brigadeau, corriere.it, 22 marzo 2022

  • Seguo le notizie da Mariupol, dove centinaia di migliaia di persone, compresi dei miei conoscenti, sono sottoterra senza contatti, senza elettricità, senza medicinali. Ecco il nuovo rituale di tutti i miei concittadini. Ogni giorno bisogna chiamare tutti i parenti. Sono vivi? Controllare i messaggi. Se appaiono come letti, si può ancora sperare che abbiano avuto un minimo accesso alla rete, che siano in vita. Ed è già una fortuna incredibile in guerra.
  • [«Come sono i rapporti tra lei e Brigitte Macron?»] Oserei dire non solo calorosi, ma amichevoli. Una delle prime parole di conforto è arrivata da lei. «Come stanno i bambini? E i loro genitori?»
  • Abbiamo avuto più di 4.000 nascite. Sono venuti al mondo nei sotterranei, nelle stazioni della metropolitana, nei rifugi anti-bomba... talvolta nei reparti maternità bombardati: è successo a Mariupol, avete visto tutti le foto.

Intervista di Taylor Antrim, vogue.it, 8 aprile 2022

  • [Sull'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina del 2022] Mi sono svegliata tra le 4 e le 5 del mattino, sentendo una specie di fragore metallico. Non mi sono subito resa conto che si trattava di un'esplosione. Non capivo cosa potesse essere. Mio marito non era a letto. Ma, quando mi sono alzata, ho visto che era già vestito, in giacca e cravatta, come al solito. È stata l'ultima volta che visto l’ho in giacca e camicia bianca, perché da quel momento ha indossato solo la divisa militare. «È iniziato», ha detto, senza aggiungere altro.
  • Una delle conseguenze più immediate della guerra è stata quella di fondere questi due aspetti, quello privato e quello civile. E questo, probabilmente, è stato l'errore fatale commesso dal tiranno che ci ha attaccato. Siamo ucraini prima di tutto, il resto viene dopo. Voleva dividerci, frantumarci, provocare uno scontro interno, ma questo è impossibile, con gli ucraini. Quando uno di noi viene torturato, violentato o ucciso, sentiamo che tutti noi siamo stati, a nostra volta, torturati, violentati o uccisi. Non abbiamo bisogno della propaganda per dotarci di una coscienza civica, né per resistere.
  • Tutti si sono trasformati in volontari – artisti, ristoratori, parrucchieri –, mentre i “barbari” cercano di impadronirsi del nostro Paese. Quello che sta accadendo ha risvegliato nei nostri figli un intenso patriottismo, non solo nei miei, ma in tutti i bambini e i ragazzi dell'Ucraina. Cresceranno amando e difendendo la loro patria.
  • Vorrei che tutti si rendessero conto del fatto che le donne ucraine conducevano una vita pacifica, moderna, come quella delle lettrici di Vogue degli altri Paesi. Erano anche loro vostre lettrici, perché esiste Vogue Ucraina. Non stavano preparando rifugi antiatomici in previsione di attacchi missilistici. Ma, fin dai primi giorni, da quando i missili hanno cominciato a colpire edifici residenziali in diverse città, è apparso chiaro che la Russia non ha alcun riguardo per chi vive in pace.
  • Ci sono decine di migliaia di donne e bambini fra le rovine di Mariupol', e si può solo immaginare quale incubo stiano vivendo, da un mese in cerca di cibo sotto il fuoco dell’artiglieria, perché gli aiuti umanitari lì non possono entrare. Circa quattro milioni di donne e bambini sono emigrati e ora si trovano in altri Paesi. Essere un migrante è difficile sia mentalmente sia fisicamente, perché devi ricominciare tutto da capo. Che razza di vita è quando nemmeno gli abiti che indossi sono tuoi? Come spiegare a un bambino perché non può dormire nel suo letto? È un’ordalia che non augurerei a nessuno.
  • Quello che abbiamo visto nella regione di Kiev quando l'esercito russo si è ritirato è stato orribile. Il mondo ha imparato il nome di Buča. È una delle città, un tempo belle, che si trovano vicino alla capitale, ma gli stessi orrori si possono vedere anche in decine di villaggi e città nella regione di Kiev. Persone uccise per strada. Non militari, ma civili! Tombe vicino ai parchi gioco. Non riesco nemmeno a descriverlo, non trovo le parole. Ma non dobbiamo chiudere gli occhi. Voglio sperare che non siamo gli unici a interpretare nel modo corretto il messaggio che la Russia sta inviando. Ed è un messaggio indirizzato non solo a noi, ma al mondo intero: questo è ciò che potrebbe accadere a qualsiasi Paese che non piace alla Russia.
  • La cosa più importante è non abituarsi alla guerra, non trasformarla in statistiche. Continuate a partecipare alle proteste, continuate a chiedere ai vostri governi di agire. Gli ucraini sono come voi, ma, poco più di un mese fa, le nostre vite sono cambiate radicalmente. Gli ucraini non volevano lasciare le loro case. Ma in molti casi non ne hanno più una. Si sono spostati a lungo senza visto in Europa, molti potevano viaggiare e lo hanno fatto. La maggior parte della nostra gente è stata all'estero, in precedenza. Ma non avevano intenzione di diventare rifugiati. Quindi trattateli come se fossero vostri connazionali. Queste madri e questi bambini sognano soprattutto di tornare a casa, di riunire le loro famiglie. Quindi aiutateli ad ambientarsi, per favore – casa, lavoro, scuola per i bambini – finché non potranno fare ritorno in patria.

Intervista di Shaun Walker, lastampa.it, 18 giugno 2022

  • Avevo una sensazione surreale, come se stessi giocando a un gioco per computer e dovessi superare determinati livelli per ritrovarmi a casa. Ma stavo anche tenendo tutto insieme, e ho avuto questo strano sorriso sulla faccia tutto il giorno, perché stavo cercando di non mostrare il panico ai bambini. Abbiamo solo seguito gli ordini della sicurezza, siamo andati dove ci era stato detto.
  • [Su Jill Biden] È stato coraggioso da parte sua venire. Era estremamente empatica e molto interessata alle storie che le persone avevano da raccontare.
  • Nessuno ha bisogno di un Paese che abbia vinto, che abbia combattuto per il proprio territorio, ma che sia popolato da persone che non possono vivere, funzionare o allevare i propri figli normalmente. Ci sono grandi pericoli davanti a noi.

Intervista di Greta Privitera, corriere.it, 15 luglio 2022

  • Ormai anche un temporale ci terrorizza. Non potevo immaginare la paura che può fare un tuono improvviso. Nelle ultime settimane ci sono stati potenti temporali, e anche noi adulti eravamo spaventati.
  • [Su Volodymyr Zelens'kyj] La sua qualità principale è l’affidabilità, quando c’è lui intorno non devi avere paura di niente. Non so quale sia invece la parte più difficile dello stare insieme: per me vivere con Volodymyr è sempre stato facile.
  • Credo di aver scoperto la stessa forza che hanno tutti gli ucraini: siamo capaci di agire nonostante tutto. Nonostante le notizie quotidiane di nuovi missili che colpiscono le case, le morti dei nostri familiari e dei vicini di casa.
  • Le ucraine - 2 milioni in più degli uomini - stanno affrontando una prova terribile. E mi rifiuto di definirle vittime passive. Ognuna di noi ha la sua storia di resistenza. La maggior parte dei nostri medici sono donne. Il 50% dei nostri imprenditori sono donne e lavorano per far andare avanti l’economia. Ci sono 37.000 donne nei ranghi delle Forze armate. Più di 1.000 sono già diventate comandanti.
  • La donna ucraina è una qualsiasi ragazza, una signora con figli o con vecchi genitori, che vedete oggi per le strade italiane. Il 60% di loro ha un’istruzione superiore, una carriera o un’impresa. È molto difficile ricominciare da zero, ma lo fanno per il bene dei propri cari, con la speranza di tornare a casa. C’è una domanda che va di moda: "Qual è il tuo superpotere?". Ognuna delle nostre donne può rispondere così: "Sono ucraina!"
  • Essere un pacifista quando un assassino con una pistola sta camminando verso di te è l’ultima cosa che ti può venire in mente. Provate a immaginare che i russi stiano invadendo l’Italia. Immaginate un esercito che occupa la vostra magica Milano o Napoli. Guardateli mentre devastano la periferia di Roma, mentre uccidono i suoi abitanti. Provate a pensare ai loro razzi che colpiscono ogni giorno le case di Bologna, da dove escono poi solo bambini morti. Come ti sentiresti se i tuoi parenti vivessero in una Genova occupata e tu non riuscissi neanche a parlare con loro? E ora dimmi come reagiresti se in quel momento qualcuno ti dicesse: "Abbassa le armi, non resistere! Prova a parlare con quelli che hanno appena bombardato i tuoi genitori o minato la scuola dei tuoi figli". Perdonatemi, ma a me suona come "dai, non resistere durante uno stupro". "Cerca di parlare con il tuo stupratore". Dovete capire una cosa importante: un invasore, come uno stupratore, non si fermerà mai se tu cederai. Andrà solo oltre. E, chissà, potrebbe raggiungere anche altri, un giorno.
  • Moltissimi bambini che hanno trascorso mesi negli scantinati sotto i bombardamenti hanno provato che cos’è la vera fame. Questo per me è davvero spaventoso. Che la nostra civiltà venga deliberatamente distrutta, che le persone del ventunesimo secolo vengano costrette a pensare alla semplice sopravvivenza, come nel Medioevo, è folle. Ma guardo al futuro, mi voglio concentrare sullo sviluppo.
  • La guerra ha distrutto i miei piani. Ora tutti i progetti riguardano l’aiuto, il risparmio, la messa in sicurezza. Io tengo molto al Programma Nazionale di Salute Mentale e Supporto Psicosociale. Secondo studi recenti, almeno il 60% di noi definisce la propria condizione psicologica come grave o molto grave. Tutti ci troviamo a dover affrontare eventi traumatici causati dalla guerra. Sia chi è riuscito ad andarsene, sia chi è rimasto a combattere o aspetta i propri cari. Gli ucraini devono affrontare uno stato di stress altissimo.
  • Israele vive da anni sotto attacco e sono riusciti a trasformare il dolore in forza. Dobbiamo imparare da loro.
  • A differenza nostra, la Russia usa i social soltanto a scopi propagandistici. C’è una cosa che non capisco: durante la Seconda guerra mondiale, non c’erano così tante informazioni disponibili. Quindi gli abitanti degli Stati fascisti potevano giustificarsi con il fatto che non potevano informarsi sui crimini dei loro Paesi. Ora il desiderio di sapere dipende esclusivamente dalla persona. Quindi, nel ventunesimo secolo la responsabilità di ognuno è aumentata, ma non tutti lo hanno capito.
  • Sapete com’è strizzare gli occhi perché la luce del sole è troppo forte dopo che per settimane hai vissuto in rifugio antiaereo? Com’è lo spavento che si prova con i suoni delle sirene, i boati dei fuochi d’artificio o dei tuoni? Niente sarà mai percepito come prima da chi ha visto le bombe russe cadere dall’alto. Serve l’empatia per provare a capire come stiamo, e voi italiani ne avete moltissima.

Intervista di Rachel Donadio, vogue.it, 26 luglio 2022

  • È necessario che in questa guerra le voci femminili siano ascoltate e godano di visibilità.
  • Dopo Bucha, abbiamo capito che era una guerra destinata a sterminarci tutti. Una guerra di sterminio.
  • [Su 1984] Un'immagine di ciò che sta accadendo in Russia in questo momento.
  • Le porte del mondo dell'umorismo sono aperte tanto agli uomini quanto alle donne. Ma le donne ci si avventurano di meno. Ci vuole coraggio per intraprendere questa strada.

Intervista di Vogue Ucraina, vogue.it, 15 aprile 2023

  • La responsabilità e il lavoro ti fanno andare avanti. Quando la tua giornata è programmata minuto per minuto, non hai il tempo per pensare a quello che ti aspetta.
  • Ricordate la foto di Buča con il bambino sulla tomba della madre, nel loro cortile? Quando si comprende l'entità della nostra tragedia, ci si rende conto che l'intera nostra società vive nella tensione, e questo non può restare senza conseguenze, purtroppo.
  • Chiunque veda o ascolti una persona che ha subito un'esperienza traumatica deve sapere come comportarsi.
  • Ora, a causa della mancanza di elettricità, cerchiamo di non usare la lavastoviglie, quindi lavare i piatti a mano è il mio modo di rilassarmi. E poi ci sono le pulizie: mettere le cose al loro posto, buttare via le carte inutili, i vecchi cosmetici o le medicine. Riordinare ha un effetto calmante. La cosa migliore sarebbe uscire a correre, ma non sempre ci riesco.
  • Sa qual è la percentuale di persone disabili che scende nei rifugi? Il 2,5 per cento! E non perché gli altri siano più coraggiosi, no: semplicemente perché non hanno la possibilità di farlo.
  • Non so se sono cambiata. Penso che sarà possibile capirlo più tardi, quando tutto questo sarà finito. Ora mi sembra di prestare meno attenzione di prima a certe inezie, del tipo chi penserà cosa di me, o all'impressione che farò quando dirò o non dirò qualcosa. Ho capito di avere un obiettivo e so che devo raggiungerlo.
  • Vorrei andare in vacanza, ma non mi permetto di pensarci, perché mi rende triste. E desidero che i bambini superino la guerra senza traumi eccessivamente gravi. Siamo al loro fianco. Certo, chiunque può chiedersi: perché studiare, se non sappiamo cosa succederà domani? Nessuno lo sa, in effetti, ma bisogna avere fiducia nel futuro, perché tutto andrà bene. Ripeto "tutto andrà bene" come se fosse un mantra. E ci credo anch’io.

Intervista di Iacopo Scaramuzzi e Fabio Tonacci, repubblica.it, 21 novembre 2024

  • [Su Donald Trump] Nessuno può essere del tutto sicuro con lui, ma, ripeto, questa è la mia opinione personale.
  • [Su Volodymyr Zelens'kyj] La sua faccia racconta le emozioni che prova. Non è un mistero, è diventato un po’ più duro. Quando la guerra finirà si rilasserà, forse. Ora non può permetterselo.
  • Anche la mia famiglia deve sopravvivere all’inverno, come tutti. Non vogliamo più blackout,freddo e vedere i nostri figli che fanno i compiti a lume di candela. Nessuno lo vuole. Abbiamo resistito agli altri inverni di guerra, lo faremo anche questa volta. Il nostro popolo ha una grande capacità di resilienza.
  • [«Quanti bambini ucraini deportati in Russia siete riusciti a riportare a casa?»] Al momento 388, ma ce ne sono 19.500 ancora in Russia. Il programma presidenziale Bring kids back coinvolge molti Paesi. È una procedura complicata, ogni volta ci sono degli ostacoli. I 388 bambini non sono certo tornati perché c’è un vero processo funzionante. [...] I russi cambiano i nomi dei bambini, fornendogli documenti nuovi. Quindi quando poi vogliono da noi la lista dei soggetti da riconsegnare in cui bisogna indicare nome, data e luogo di nascita, non li trovano più. Hanno deportato molti orfani dalle zone occupate, spesso di loro non si hanno informazioni certe.

Citazioni su Olena Zelens'ka

modifica
  • Ha una personalità forte, probabilmente è più forte di quanto pensasse lei stessa. Questa guerra... beh, qualsiasi guerra è destinata a far emergere qualità che non si pensava di possedere. (Volodymyr Zelens'kyj)
  • Le mie battute non funzionano sempre con lei. È un'ottima editor. (Volodymyr Zelens'kyj)
  1. Da un post su instagram del 1° marzo 2022; tradotto in L'appello sui social di Olena Zelenska, First Lady in prima linea, RaiNews.it, 3 marzo 2021.
  2. Da un post su instagram; tradotto in L'appello sui social di Olena Zelenska, First Lady in prima linea, RaiNews.it, 3 marzo 2021.
  3. Da un post su instagram del 2 marzo 2022; tradotto in L'appello sui social di Olena Zelenska, First Lady in prima linea, RaiNews.it, 3 marzo 2021.
  4. Citato in "Basta armi? Così spariremmo". Olena Zelensky fa a pezzi Roger Waters, Ilgiornale.it, 7 settembre 2022.

Altri progetti

modifica