Mediterraneo (film)
film del 1991 diretto da Gabriele Salvatores
Mediterraneo
Titolo originale |
Mediterraneo |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1991 |
Genere | commedia |
Regia | Gabriele Salvatores |
Sceneggiatura | Vincenzo Monteleone |
Produttore | Gianni Minervini, Silvio Berlusconi, Mario Cecchi Gori, Vittorio Cecchi Gori |
Interpreti e personaggi | |
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Note | |
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Mediterraneo, film italiano del 1991 di Gabriele Salvatores con Diego Abatantuono e Claudio Bisio.
In tempi come questi la fuga è l'unico mezzo per mantenersi vivi e continuare a sognare. (Henri Laborit) (Testo a schermo)
Frasi
modifica- Avevamo tutti più o meno quell'età in cui non hai ancora deciso se mettere su famiglia o perderti per il mondo. (Raffaele Montini) [voce narrante di presentazione della truppa al momento dello sbarco]
- Strazzabosco! Dolce l'uva, eh? Viaggio di nozze in nave, isola dell'Egeo! Mi sa che stasera... [mima il classico gesto della copula e accompagna con un fischio]! Eh?!
- Se le cose fossero sempre così, che ti portano via le armi e ti lasciano questa roba qua... si vivrebbe meglio! (Lorusso) [chiosando alcune riflessioni sulla vita fumando una pipa di hashish lasciato sull'isola da un truffaldino "commerciante" turco]
- Chi vive sperando muore cagando! Lorusso, isoletta dell'Egeo che non conta un cazzo, 1941... sono anche un autore! (Lorusso) [riferito ai fratelli Munaron che esprimevano il desiderio di tornare a casa dopo aver visto una stella cadente]
- Siamo stati aggrediti dai polli greci. (Lorusso)
- Una vita è troppo poco. Una vita sola non mi basta. Se conti bene non sono neanche tanti giorni. Troppe cose da fare, troppe idee. Sai che ogni volta che vedo un tramonto mi girano i coglioni? Perché penso che è passato un altro giorno. Dopo mi commuovo, perché penso che sono solo, un puntino nell'universo. I tramonti, mi piacerebbe vederli con mia madre e con una donna che amo. Invece le notti mi piacerebbe passarle da solo; da solo... magari con una bella troia, che è meglio che da solo. (Lorusso)
- Che culo che ci hai, pope! Vabbè che i dadi sono rotondi... (Lorusso)
- Non sono assolutamente d'accordo con l'atteggiamento lassista e rilassato che si è diffuso tra voi! Essendo un compagno non posso non andare con la corrente, cioè non posso schierarmi contro il volere della maggioranza, diciamo. Capisco anche il vostro atteggiamento di ribellione nei confronti delle autorità dovuto a una assoluta latitanza dello Stato. (Lorusso)
- Non si viveva poi così bene in Italia, non ci hanno lasciato cambiare niente... e allora gli ho detto... avete vinto voi, ma almeno non riuscirete a considerarmi vostro complice... così gli ho detto, e sono venuto qui... [ormai vecchio] (Lorusso)
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Farina: Signor tenente, cosa c'è scritto là?
Tenente Montini: E ellas einai o tafos... La Grecia è la tomba... ton italon.
Lorusso: Scusi, ton italon cosa vuol dire?
Tenente Montini: Ragazzi, allora, ora tutti uniti avanziamo piano piano verso il paese. Occhi aperti, mi raccomando! Strazza chiude la fila, Colasanti nel mezzo perché non voglio che succeda qualcosa alla radio, appena arrivati sopra troviamo un posto per fare la base; tutto chiaro?
Lorusso: Sì, tutto chiaro, ma ton italon cosa vuol dire?
Tenente Montini: Degli italiani.
Lorusso: Cioè come viene?
Farina: La Grecia è la tomba degli italiani.
- Lorusso: Scusa, Colasanti! Non ho fatto apposta, mi sei entrato in traiettoria!
Colasanti: Tanto avevo caldo.
Farina: Ma dove sono andati tutti?
Lorusso: Stavolta mi puzza! Questa volta mi puzza proprio! Mi ricordo una situazione analoga che mi è capitata in Africa.
Farina: Perché? Cos'era successo?
Lorusso: Niente! Mi è uscita... mi è uscita una pattuglia in perlustrazione, no? Mi trova un villaggio deserto, mi si ferma a dormire nelle capanne.
Farina: E allora?
Lorusso: Alla mattina abbiamo trovato solo le ossa! Ecco!
Farina: Di chi?
Lorusso: Come "di chi"? Della pattuglia! Mangiati! Tutti! Selvaggi!
Montini: Ma che bischerate racconti, Lorusso?
Lorusso: "Bischerate", signor tenente? Bischerate? Eh, bisognava esserci!
Farina: Va be', ma qui mica siamo in Africa, no? I cannibali non dovrebbero esserci!
Lorusso: Cosa ne sai tu?! Cosa sai tu di cosa mangiano i greci?!
- Strazzabosco: Altolà! Chi va là?
Lorusso: Sono io, Lorusso.
Farina: Parola d'ordine!
Lorusso: Sono io, ho detto.
Strazzabosco: Farsi riconoscere, parola d'ordine!
Lorusso: Vi ho detto che sono io, Lorusso.
Farina: Parola d'ordine o spariamo!
Lorusso: Oh! Va be'! Eh? Savoia o morte.
Farina: Va bene, sergente, lei può avanzare.
Lorusso: "Va bene" un cazzo! Controparola d'ordine!
Farina: Memento audere semper.
Lorusso: No! Sbagliato!
Farina: Come?
Strazzabosco: Folgore!
Lorusso: No!
Libero Munaron: Quella xe de ieri.
Felice Munaron: Pizza margherita!
Lorusso: Seee, quattro stagioni adesso!
Libero Munaron: È Regina Margherita.
Farina: Regina.
Lorusso: Va bene. E noi dovremmo spezzare le reni alla Grecia con questi quattro deficienti qua? Voi domani siete tutti consegnati, è chiaro?
Colasanti: Ma va' a cagare...
Lorusso: Chi è stato? Chi è stato?! Venga fuori chi è stato, vigliacchi!
[qualcuno riproduce con la bocca il rumore di un peto] Questo qua so chi è! Questo qua l'ho riconosciuto! Faccia di culo!
Farina: Non sono stato io, no!
Lorusso: "Non sono stato io"?! "Non sono stato io"?! Due giorni di consegna a tutti e quattro a faccia di culo! È chiaro? Silenzio! ... Sssh!
- Tenente Montini: Ma è proprio rotta?
Colasanti: Non lo so! Non lo so!
Tenente Montini: Vabbè, si potrà aggiustare.
Colasanti: Non lo so!
Lorusso: Come "non lo so"?! Come "non lo so"?!
Colasanti: Ho detto "non lo so"!
Lorusso: Ma come? Era la cosa che ci interessava di più... la cosa che dovevamo mantenere in perfetta efficienza... eravamo legati a questa radio e ce l'ha spaccata quel deficiente del montanaro...
Farina: Sergente, non gridi. Cosa c'entra prendersela con lui adesso? L'importante, piuttosto, è mantenere la calma.
Lorusso: Ma "mantenere la calma" un cazzo, scusa!
Farina: Stiamo calmi!
Lorusso: Ma no, non stiamo calmi! Siamo tagliati fuori dal conflitto bellico! Come comunichiamo con l'esterno? Coi segnali di fumo?!
- Lorusso: Sono un po' preoccupato per i ragazzi, perché, insomma, un po' non succede niente, voglio dire... poi li vedo... c'è Strazzabosco soprattutto che sempre solo, schivo, gli è morta anche Silvana adesso, mi sa che è frocio! Niente di male, voglio dire, c'è un dispaccio governativo che parla chiaro che pesanti sanzioni...
Tenente Montini: Perché?
Lorusso: Perché sta con i soldati, con... vive con gli uomini, voglio dire...
Tenente Montini: Allora, anche Alessandro Magno era un grande guerriero, eppure...
Lorusso: Una mamma, anche Alessandro Magno?
Tenente Montini: Certo!
Lorusso: Vabbè, voglio dire... una roba di antichi greci... robe successe decine e decine di anni fa... insomma, poi non è che... oh, mica che me lo invento, signor tenente. Qui c'è un dispaccio: circoscrivere e bloccare il fenomeno omosessuale sul nascere. Reprimere e punire i rapporti omoerotici tra la truppa. Carta canta, non è che lo dico io.
Tenente Montini: Va be', allora inventiamoci qualcosa per tenere alto il morale della truppa.
Lorusso: Eh! Si potrebbe far scavare una bella trincea.
Tenente Montini: E a che serve?
Lorusso: Niente, cioè la scavano, poi la ricoprono.
Tenente Montini: Dai, poi si demoralizzano.
Lorusso: Facciamo un simulacro d'attacco.
Tenente Montini: Con questo caldo?
Lorusso: Va be', signor tenente, se non le va bene niente cosa devo fare adesso, per tener su l'ambiente, no?
Tenente Montini: Va be', senti, Lorusso, pensaci te, va bene. Ora scusatemi però, perché devo redigere il diario militare, scusa, eh.
Lorusso: Scusi, non sapevo, stava... andiamo, va'. Qui non succede niente e lui redige. Cosa scriverà? Boh!
- Farina: Perché urli sempre, sergente Lorusso? Dai una mano, piuttosto...
Lorusso: Il sergente Lorusso urla quando gli pare a lui, perché da che mondo è mondo il sergente è una persona che urla! È chiaro? È chiaro? [urlando]
- Vassilissa [parlando un italiano stentato misto a greco]: Egò: Vassilissa... Vassilissa...
Lorusso: Vassilissa?
Vassilissa: Sì.
Lorusso: Bellissimo nome... Io sono Lorusso, Nicola...
Vassilissa: Io parlare per δουλειά μου [doulià mu]...
Lorusso: Non conoso Dugliamo, mi dispiace...
Vassilissa: Non nosce? εργασία [ergasia]. Capisci?
Lorusso: [rivolto ai commilitoni] Conosciamo un certo Ergassia, Dugliamo Ergassia? [i commilitoni fanno cenni di diniego] No...
Vassilissa: Come si dice...? Lavoro! Lavoro...!
Lorusso: Lavoro... Volere parlare di... per lavoro. E che lavoro... fare?
Vassilissa: Io sono puta...
Lorusso: "Puta", che in greco...
Colasanti: Una puttana!
Lorusso: Per piacere!
Vassilissa: Sì, bravo, puttana.
Lorusso: [a Colasanti] Bravo, bravo! [a Vassilissa] No, dicevo... per piacere, c'è modo e modo di dire... il concetto resta quello...
Vassilissa: Può interessare? [il sergente lancia uno sguardo ai commilitoni che lanciano evidenti segni di assenso]
Lorusso [molto serio]: Io devo dare un'occhiatina al regolamento, perché, sa, noi siamo molto molto... [fa un gesto che indica rettitudine] però può interessare.
Vassilissa: Va bene.
Lorusso: E dove... diciamo così... "professare"...? Cioè, dove, dove si esibisce nelle sue manifestaz...? La casa?
Vassilissa: Mia casa.
Lorusso: Sua casa.
Vassilissa: Casa azzurra! [Vassillissa si presenta al sergente Lorusso per offrire i suoi servigi al plotone].
- Lorusso [leggendo i "turni" di Vassilissa]: Lunedì, martedì, mercoledì. Giovedì riposo. Venerdì, sabato doppio turno, domenica riposo. È chiaro?
Colasanti: Perché non facciamo un giorno sì e un giorno no?
Lorusso: Perché ho deciso così e resta così.
Farina: Decide anche l'ordine?
Lorusso: No, l'ordine è in base all'anzianità e al grado, quindi primo io.
Farina: Quindi primo il tenente.
Lorusso: No, il tenente non va con le puttane, quindi primo io. Secondo Colasanti, terzo Noventa, quarto Strazzabosco e quinto il piccolo Farina.
Colasanti: E i due fratellini?
Lorusso: Cazzarola, i Munaron!
Strazzabosco: Fatti i fatti tuoi!
Lorusso: Urge volontario per salire a chiamare su in cima alla montagna i due fratelli. [Tutti guardano altrove, fingendo nulla] Non trovandosi il volontario, i due fratelli restano dove sono.
- La Rosa: Ma come non sapete niente?! Non sapete niente?! C'è stato l'otto settembre!
Lorusso: E che c'entra? Tutti gli anni c'è l'otto settembre... anche il nove, il dieci ... [il pilota Carmelo La Rosa informa gli ignari "naufraghi" degli ultimi accadimenti]
- Lorusso: Andiamo, ci stanno aspettando. Salta fuori dalle olive e andiamo, dai.
Farina: Io non vengo. Questa è la mia casa, io sono sposato, rimango qui io.
Lorusso: Come rimani qui? Questi qua non ci aspettano, sono inglesi. Sei sposato, ma questo matrimonio in Italia non vale. Muoviti, andiamo via!
Farina: Per me vale, vale moltissimo. Moltissimo...
Lorusso: Vabbè, allora porta anche lei, ma andiamo! Non ci aspettano!
Farina: Ma dove?! Dove? Non ho casa, non ho lavoro, non ho niente, sono solo, perché dovrei partire? No!
Lorusso: Tonino, sta cambiando tutto. C'è da rifare l'Italia, ricominciamo da zero. C'è grande confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente. Dai, costruiremo un gran bel paese per viverci, te lo prometto. Dai, è anche il nostro dovere.
Farina: Ma che "dovere", Nicola? L'hai detto anche tu, ti ricordi? Si sono dimenticati di noi? Be', io voglio dimenticarmi di loro. "Rifare l'Italia", "cambiare il mondo", io... io non ci credo, non sono capace. Io rimango qui.
- Farina: E tu adesso cosa fai?
Tenente Montini: Vi do una mano... [lentamente prende una melanzana e comincia a tagliarla]
Dedicato a tutti quelli che stanno scappando. (Testo a schermo)
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