Mauro Milanese
dirigente sportivo e calciatore italiano
Mauro Milanese (1971 – vivente), ex calciatore, allenatore di calcio e dirigente sportivo italiano.
Citazioni di Mauro Milanese
modificaCitazioni in ordine temporale.
- [Nel 2014] Il calcio è cambiato, ormai è un'azienda e chi investe il proprio denaro non vuole perderci niente. Prima era tutto diverso, era un investimento a perdere da parte di ricchi signori, che per gratitudine o altre ragioni loro, decidevano di investire i propri fondi in favore della città che gli aveva permesso di elevarsi a ceti sociali di un certo livello. Allora compravano la squadra di calcio del posto e ciò bastava a rendere felici i cittadini, perché il calcio crea emozioni, spirito di appartenenza, unione. I presidenti erano personaggi di questo genere: guadagnavano tanti soldi grazie alle attività che svolgevano e decidevano di non conservare tutti i proventi. Mettevano già in cantiere l'ipotesi di perdere una percentuale dei propri guadagni personali mediante il calcio. Adesso una cosa simile sarebbe impensabile.[1]
- Non c'è un solo modo di essere leader e non esiste una sola strada per farsi ascoltare. Spesso alzare la voce non è utile. Prendete l'esempio di Zanetti, lui è stato un gran capitano, ma non ha mai urlato ai compagni, né imponeva la propria personalità. Lui era l'esempio da seguire, perché si allenava con costanza, metteva la squadra davanti a tutto, non ha mai fatto un minuto di ritardo, sempre il primo a sacrificarsi e l'ultimo a mollare. I suoi compagni seguivano l'esempio che lui dettava in silenzio, semplicemente eseguendo il suo lavoro in maniera praticamente impeccabile.[1]
- [Su Mauro Icardi] Secondo me è forte [...] perché fa 20 gol a stagione. Ma non trasmette tanto a livello caratteriale. Non è un trascinatore, non è un capitano.[2]
- [Su Luciano Gaucci, «un episodio in particolare?»] Perdemmo una partita. Il Presidente ci disse "non vi do neanche il tempo di cambiarvi le mutande, andate in ritiro fino a quando non vincete". Però le partite successive erano contro Juventus, Milan e Lazio. Così all'ennesimo ritiro imposto, Matrecano, il nostro capitano a cui era nata una bambina, gli disse che avremmo dovuto godere di ventiquattr'ore di riposo da regolamento. La risposta non fu altrettanto diplomática. [«Cosa vi disse Gaucci?»] Ovviamente non ci diede il giorno libero e a Matrecano disse "benissimo capitano, sei fuori rosa. C'è qualche altro sindacalista in squadra?". Poi siamo andati in ritiro.[3]
Intervista di Claudio Agave, contra-ataque.it, 7 gennaio 2018.
- Ronaldo è stato secondo me il giocatore più forte con cui abbia mai giocato e che abbia marcato, ho avuto il piacere di seguirlo non solo la domenica ma anche in allenamento. Prendeva palla e puntava la porta scartando tutti, era una gioia vederlo, anche perché abbinava velocità e tecnica in una maniera che solo lui conosceva. Poi noi non gli facevamo fallo durante l'allenamento: si pensava sempre di prendere la palla e invece si beccava la caviglia o il ginocchio, quindi meglio averlo a disposizione la domenica per godere dei suoi numeri.
- Fui uno dei primi italiani ad andare a giocare in Inghilterra. [...] All'epoca molti si facevano problemi di qualità della vita, tra cibo e meteo, io ero affascinato da quegli stadi pieni e dalla gente così vicina al campo da gioco, a un metro dal guardalinee. [...] Purtroppo in Italia il calcio era diventato uno sport non dico da signorine ma comunque troppo leggero: ogni contatto ci si accasciava atterra, si perdeva moltissimo tempo, falli cercati, barelle. Perciò scelsi un campionato dove gli arbitri fischiavano meglio, in cui si potesse entrare sull'avversario in maniera più veemente anche se corretta. Dopo tanti anni di gavetta e Serie A fu una bella chance: io ci arrivai un po' vecchio ma avevo voglia di giocare un calcio più fisico.
- Andai molto in difficoltà quando George Weah veniva su a rete: lui aveva tecnica incredibile e una forza fisica micidiale, nonché una grandissima progressione. Era un giocatore di un'eleganza particolare. Non gli mancava quasi nulla, forse poteva migliorare solo riguardo la cattiveria nel fare più gol: con le qualità che aveva poteva diventare un bomber anche in un campionato tattico come quello italiano.
Note
modifica- ↑ a b Dall'intervista di Alessandro De Felice, Milanese: "ET mi ha spiegato la sua Inter. Ronnie? Falso il fatto che...", fcinter1908.it, 19 dicembre 2014.
- ↑ Da un'intervista a RMC Sport; citato in Milanese: "Icardi non è un capitano come era Batistuta alla Fiorentina", fiorentinanews.com, 5 febbraio 2019.
- ↑ Dall'intervista di Alessio Alaimo, Milanese: "Il mio Perugia come l'Atalanta, Gaucci e quei ritiri...", tuttomercatoweb.com, 3 febbraio 2020.
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