Le avventure di Pinocchio (sceneggiato televisivo)

sceneggiato televisivo italiano del 1972 diretto da Luigi Comencini

Le avventure di Pinocchio

Miniserie TV

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Il Gatto e la Volpe, interpretati da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia

Titolo originale

Le avventure di Pinocchio

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno

1972

Genere sceneggiato televisivo
Episodi 6
Regia Luigi Comencini
Soggetto Carlo Collodi
Sceneggiatura Luigi Comencini, Suso Cecchi D'Amico
Rete televisiva Rai 1
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Le avventure di Pinocchio, sceneggiato televisivo con Andrea Balestri, Gina Lollobrigida e Nino Manfredi, regia di Luigi Comencini,

[La compagnia di Mangiafoco arriva al paesino di Collodi, tutti sono tappati in casa dal vento freddo]
Mangiafoco [Da dentro il carro]: Che cosa aspettate?!
Gatto: Eh, non c'è nessuno!
Volpe: Eh, sono tappati tutti nelle case.
Mangiafoco: Fate l'annuncio e vedrete come vengono fòri! [Gatto suona la tromba]
Volpe: Paesani, sudditi, cittadini: esultate!
Mangiafoco: Giù dal carro!
Volpe: L'artista che avete atteso invano! Il mago che avete atteso per anni!
Gatto [la tromba suona male al causa del vento freddo]: S'è ghiacciata la tromba.
Mangiafoco: Suona lo stesso! [Gatto si mette controvento permettendo alla tromba di suonare bene]
Volpe: Giunge finalmente nella vostra città! Per dare! Uno spettacolo! [a Teodoro, tappato nella bottega] Ma la gente dov'è? [sempre dietro la finestra, Teodoro risponde ma non si sente nulla] Come!?
Teodoro [mettendo la testa fuori]: Tappata in casa e nelle stalle! Con questa tramontana è roba da matti andare in giro!
Mangiafoco: Allora che semmo a fa', fannulloni!?
Volpe: È fiato sprecato: fa troppo freddo!
Mangiafoco: Nu' voglio sprecare i miei soldi! Vi pago! Fate l'annuncio!
Volpe [arrabbiato]: Cittadini esultate. Venite ad applaudire l'illustrissimo cavaliere signor Mangiafoco!
Gatto [ad una vecchietta]: Nonnina, quanti siete in questo paese?
Vecchietta: Du'cento anime, una ventina di somari, centottanta pecore e du' falegnami.
Gatto: Siamo a posto.
Volpe: L'illustrissimo signor Mangiafoco! Artista di fama mondiale e maestro burattinaio! Alla vigilia della sua partenza per le lontane Americhe! Ha deciso di fermarsi nella vostra città! Per lasciare a voi tutti l'indelebile ricordo dello spettacolo mirabolante della sua compagnia! Ove pertanto, in un turbine di musiche entusiasmanti! Le sue marionette danzeranno e canteranno, per mostrarvi la meraviglia del progresso! E le mirabolanti conquiste dell'uomo! In questo secolo! Così da suscitare stupore e ammirazione! Non soltanto sui propri simili! Bensì pure in quelle creature che sono fatte di legno!
[Geppetto guarda la carovana incuriosito dalle marionette, il suo vicino Mastro Ciliegia osserva dalla finestra di casa sua]
Ciliegia: C'è gente che ha tempo da perdere.
Geppetto: Dite a me, Mastro Ciliegia?
Ciliegia: Cosa? No, non parlavo in modo particolare, signor Geppetto. Osservavo che c'è gente che ha tempo da perdere.
Geppetto: Beh, sì, quando non c'è lavoro. Questa per me è stata una settimana sfortunata.
Ciliegia: Perché? La settimana passata avete avuto molto lavoro?
Geppetto: No. Neanche la settimana scorsa. Niente.
Ciliegia: Eh... Io ho avuto da riparare l'anta di un armadio e questa settimana niente riparazioni.
Geppetto: Niente?
Ciliegia: Figuratevi: ho da rifare la gamba ad un tavolino. Di legno di noce. Guardate: nuova! Come questa. Un lavoro da guadagnarci anche dieci soldi.
Geppetto: La verità è che in questo paese non c'è più lavoro per due falegnami: ci si fa concorrenza. C'è un bel calduccio qui. Se aveste bisogno di aiuto per la vostra gamba non fate complimenti.
Ciliegia: Non mi permetterei mai!
Geppetto: Beh, capisco la gentilezza, ma in via eccezionale...
Volpe [finito di annunciare, guida la carovana con Gatto in fondo al borgo distribuendo volantini]: Buona donna, se mi date un paio d'uova vi faccio entrare gratis allo spettacolo. [la donna rifiuta gentilmente] Come non detto. Ricordate!
Gatto: Ricordate!
Volpe: Tutti giù al borgo!
Gatto: Tutti giù al borgo!
Volpe: Accettiamo il pagamento anche in generi alimentari!
Gatto: Accettiamo il pagamento anche in generi alimentari! [un volantino finisce in faccia a Geppetto che ottiene una bella idea di farsi un burattino]

  Citazioni in ordine temporale.

  • Lo vedi? Lo vedi? Sembra vero! È proprio il figliolino che avevamo sempre sognato! Peccato che tu non lo possa vedere. Guarda, sta anche in piedi! [Pinocchio inciampa] (Geppetto) [rivolgendosi alla foto della sua defunta moglie]
  • È come le dicevo, signora guardia: io m'ero fatto un bel burattino... Tutto ben fatto... E sta' fermo! Poi, non so come, questa mattina, mi son trovato questo. [un bambino] (Geppetto)
  • Quando uno ha avuto un figlio vero, anche se un po' discolo, e poi ti viene a mancare... altroché se conta! C'è il vuoto. (Geppetto)
  • "Ha fame". Non puoi neanche mangiare: hai la bocca finta. (Geppetto)
  • Non vorrei essere creduto il padre di quel farabutto [Pinocchio] nemmeno per un istante! (Mastro Ciliegia)
  • Veramente un burattino che salta da solo su un palcoscenico è una cosa piuttosto insolita. (Volpe)
  • Addio, Pinocchio! Ricordati di salutarmi il tu' babbo! E sta' attento a non perdere quelle monete, non farle vedere a nessuno, però, hai capito? E bada, Pinocchio, non fidarti mai troppo di chi ti sembra buono... e ricordati che c'è sempre qualcosa di buono in chi ti sembra cattivo! (Mangiafuoco)
  • Questo non va bene. Non ha nemmeno gli occhi per piangere. (Volpe) [a Gatto, a proposito di Pinocchio, mentre cercano qualcuno a cui chiedere la carità]
  • Ma lascialo perdere, si crede ricco perché ha un vestito di stracci, anziché di carta. (Gatto) [a Volpe, a proposito di Pinocchio]
  • Non lo sai che gli impiccati prima di morire aprono la bocca? (Gatto)
  • [Dopo aver inseguito Pinocchio tutta la notte per derubarlo, scoprono che aveva nascosto le monete dietro un sasso prima dell'inseguimento] Le avevi nascoste lì!? Chissà quanto male ci saranno rimasti gli assassini!! Con un palmo di naso! (Volpe)
  • Chi ruba l'uva è capacissimo di rubare anche i polli! (Padrone di Melampo)
  • Lo sai come si dice? "L'acqua va al mare". (Contadino)
  • La smetti di lamentarti? (Lucignolo)
  • Ma dai! Ti ho riconosciuta subito! Tanto lo sapevo che non eri morta. [si trattiene il naso] No, invece ci ho creduto e ho pianto. (Pinocchio)
  • Lo vedi a cosa ti ha portato disobbedirmi, Pinocchio? Eh? Dopo tutto quello che ho fatto per te! Perché sei fuggito? A quest'ora potevi essere un bravo bambino... consolazione e sostegno del tuo babbo... invece hai rovinato tutto! Voi ragazzi non solo non credete a quello che vi dicono i vostri genitori, ma v'illudete che qualsiasi cosa succeda interverranno loro a sistemarla! Hah... non pensate mai che un giorno i vostri genitori non ci saranno più, e che dovrete cavarvela da soli... come succede ora a te, povero Pinocchio. Eh, io posso solo aiutarti a ritrovare il tuo babbo, nient'altro! Oh, no... No, non mi faccio illusioni; hai fallito con il mio sostegno, da solo farai anche peggio! Vorrei solo che il povero Geppetto riavesse il suo burattino... lui si accontentava anche di quello. Ero io che avrei voluto dargli... tanto di più. Addio, Pinocchio... povero burattino dalla testa di legno. (Fata Turchina)
  • Sono bambino! Il burattino è morto! È morto il burattino! (Pinocchio)
  • Cos'è? Una Balena o un Pesce-Cane? (Pinocchio)
  • E allora vai! Vattene! Ma un giorno te ne pentirai. Capirai che a gente come noi la vita non riserva nulla di buono! (Geppetto)

Dialoghi

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  • Grillo parlante: Pinocchio? Pinocchio! Pinocchio, Pinocchio!
    Pinocchio: Chi mi chiama?
    Grillo parlante: Sono io! Hai fame, vero? Se Geppetto fosse qui saprebbe come sfamarti, ma purtroppo è in carcere per colpa tua...
    Pinocchio: Chi sei? Cosa vuoi?
    Grillo parlante: Sono un grillo, e abito in questa casa da più di cento anni.
    Pinocchio: Adesso vattene! È casa mia! E io ci faccio quello che mi pare!
    Grillo parlante: Io non me ne andrò di qui se prima non ti avrò detto una grande verità: guai a quei ragazzi che fanno soffrire i loro genitori, prima o poi dovranno pentirsene amaramente.
    Pinocchio: Parla pure, Grillo, tanto appena fa giorno io me ne vo'. [il Grillo ridacchia] Perché ridi?
    Grillo parlante: Povero grullarello, ma non sai che facendo così diventerai un grandissimo somaro? Ricordati cosa hai promesso alla Fata.
    Pinocchio: Chetati, grillaccio del malaugurio!!!
    Grillo parlante: Per tua regola, tutti quelli che si comportano come te finiscono presto o tardi in prigione o all'ospedale.
    Pinocchio: T'ho detto basta, grillaccio! Chetati!
    Grillo parlante: Ah, povero Pinocchio, mi fai proprio compassione!
    Pinocchio: Perché ti faccio compassione?
    Grillo parlante: Perché sei un burattino, e quello che è peggio, hai la testa di legno!
    Pinocchio: Per tua regola, io non sono più un burattino di legno, sono un bimbetto, in carne ed ossa! Guarda! [fa la linguaccia al Grillo]
    Grillo parlante: Sei un burattino ridicolo e presuntuoso!
    Pinocchio: Ora sì che m'hai stufato! [tira un martello al Grillo, rompendo anche un ritratto della moglie di Geppetto appeso al muro] Ora non parli più, eh, grillaccio? [si accorge del fumo] Aiuto! Aiuto, i miei piedi! Fatina mia, aiuto! I miei piedi!! Sono di legno, bruciano! [Pinocchio è tornato burattino con i piedi bruciati. Piangendo, si rivolge al ritratto della Fata] Cattiva...
  • Mangiafoco: [a Gatto e Volpe che stanno accendendo un fuoco] Buoni a nulla. Andate a prendere quel burattino che m'è saltato oggi in palcoscenico e facciamola finita. Dev'essere fatto di buon legno stagionato, e ci darà una bella fiammata.
    Gatto: È con questo che vuole cuocere il suo montone? [Pinocchio è tornato di carne e ossa]
    Mangiafoco: Oh, cos'è quella roba?
    Gatto: Un bambino.
    [...]
    Mangiafoco: E come lo brucio, idioti?! Ho chiesto un burattino di legno, questo è un bambino!
    Pinocchio: Appunto, sono un bambino!
    Gatto: Nella gabbia della scimmia abbiamo trovato questo.
    Mangiafoco: VOGLIO QUEL BURATTINO CHE M'È SALTATO SUL PALCOSCENICO OGGI ROVINANDOMI LO SPETTACOLO!
    Gatto: Ma non c'era.
    Volpe: Veramente un burattino che salta da solo sul palcoscenico è una cosa piuttosto insolita.
    Gatto: Avrà avuto le traveggole, Signor Mangiafoco.
    Mangiafoco: L'avreste visto anche voi se foste stati al vostro posto, INVECE D'ANDARE A SPASSO! Adesso vo' io a prenderlo! E poi mi prendo anche il gusto di cacciarvi a calci nel sedere!
    Volpe: Certo... cerchi pure!
    Pinocchio: Signore? Ascoltatemi! Il burattino che cercate...
    Mangiafoco: Vattene via, tu! Fila! I bambini non li ho mai potuti sopportare! [Sale sul carro ma non trova nulla]
    Pinocchio: ...sono io. Ha capito? Signore?
    Mangiafoco: Dove me lo avete nascosto, il burattino?!
    Volpe: Senta, Signor Mangiafoco: se lei ha le traveggole non possiamo farci niente! E le dirò di più...
    Gatto: No, no...
    Volpe: ...che ci ha stufati - lasciami - da un pezzo! Lei sarà un artista, sarà un poeta, sarà quello che sarà, ma noi ci siamo stufati di lei, è chiaro? Oh, e le dirò ancora di più. Da oggi in poi non ci deve più considerare al suo servizio, perché ce ne andiamo!
    Gatto: No, no, io no.
    Volpe: E non c'è bisogno che ci licenzi! Ce. Ne. An-dia-mo!
    Gatto: I-o no. [Mangiafoco si arma di spingardina] FA SUL SERIO!
    Volpe: GAMBE! [Gatto e Volpe fuggono]
    Mangiafoco: Se vi ammazzo sarà solo un'opera buona. [spara due colpi] Peccato: li ho mancati. [Agli altri membri della Compagnia] Se si dovessero ripresentare, sparare a vista! E chi si renderà loro complice farà la stessa fine! Ehi, voi! Raggiungeteli e fatevi dare i miei costumi! Filate!
  • Mangiafuoco: Spiega a tuo padre che non avevo altro da metterti addosso. Non ho mai avuto bambini io, ho avuto soltanto dei burattini! Che mestiere hai detto che fa, tu' babbo?
    Pinocchio: Il povero.
    Mangiafuoco: E quanto guadagna a fare il povero?
    Pinocchio: Guadagna tanto da non avere mai un centesimo in tasca!
    Mangiafuoco: Uh... come fa a campare?
    Pinocchio: Per comprarmi l'abbecedario ha venduto la su' casacca che tra toppe e rammendi era tutta una piaga. Hai capito? [Mangiafuoco starnutisce, commosso]
    Mangiafuoco: Di' a tu' padre, quando lo vedrai domani, che se vuole lavorare con me, gli fo fare fortuna nelle lontane Americhe, parola mia! [tira fuori gli zecchini d'oro] Ehi... dagli queste da parte mia, così capisce che dico sul serio.
    Pinocchio: Cosa sono?
    Mangiafuoco: Cinque monete d'oro.
    Pinocchio: Sono tante?
    Mangiafuoco: Non son tante, ma nemmeno poche.
    Pinocchio: Vorrei comprare al mio babbo una casacca d'oro e d'argento con i bottoni di brillanti!
    Mangiafuoco: Allora credo che siano poche...
  • Pinocchio: Chi sono quei due tipacci? Voglio il mio babbo, il mio babbino!
    Fata Turchina: Non facciamo scene! Se tu volevi veramente tanto bene al tuo babbo, a quest'ora saresti con lui! Invece, chissà dov'è! Se pure non è già morto di crepacuore per colpa tua!! [Pinocchio scoppia a piangere]
    2º dottore: Quando il morto piange è segno inconfondibile che è in via di guarigione!
    1º dottore: Mi dispiace di contraddire il mio illustre collega, ma per me quando il morto piange è segno che gli dispiace di morire.
    Fata Turchina: Illustri professori, io esigo da loro una risposta precisa! Che cosa devo fare? Lasciarlo burattino o farlo diventare bambino? Mettendomi così al rischio di nuocere al povero Geppetto, invece di consolare la sua triste esistenza?
    1º dottore: Conoscendo il burattino...
    2º dottore [interrompendolo]: Non vi è dubbio che un burattino, per quanto cattivo d'animo, ha meno capacità di nuocere di un bambino... di un bambino parimenti cattivo o meno cattivo. Non vedo quindi perché dovremmo ridargli quella libertà di azione che gli è stata oculatamente tolta. Dico... oculatamente tolta. Conclusione: resti burattino!
    1º dottore: NO!! E poi no! E poi no! Troppo comodo! Lasciarlo burattino sarebbe come richiudere la sua anima malvagia dentro una corazza che lo protegge, che lo difende! Mi spiegherò meglio: come si piegano all'ubbidienza i bambini disubbidienti? Con le botte! Come si fanno studiare i bambini svogliati? Con le botte! Ora, provatevi ad infliggere a costui una reprimenda, corporale... [batte il palmo di Pinocchio, facendosi male] Ahi! La punizione, quella punizione che avrebbe meritato poc'anzi allorché volle impadronirsi dello zucchero, a chi provoca dolore? A me! Non certo a lui! Lo scappellotto... quel santo scappellotto di mio padre senza il quale non sarei quello che sono...! Quel provvidenziale scappellotto, fondamento indispensabile dell'insegnamento della scienza a questi somari! [colpisce Pinocchio in testa] Ahi! DEVE RIDIVENTARE BAMBINO! Per provare il dolore della punizione, lui! Lui! Il bambino, per il suo bene, deve apprendere dagli adulti che ne sanno più di lui e che lo hanno messo al mondo! Deve assoggettarsi con le buone o se necessario con le cattive! Conclusione: se il bambino non si piega, lo si spezzi! Ovvero come dicono i latini: "Quod non flecto, frango"!!!
    2º dottore: Per carità! Mi dispiace ma deve restare burattino!
    1° dottore: Il mio giudizio non poteva essere più esplicito, deve ridiventare bambino. Chiedo licenza. [Se ne va]
    2° dottore: Con permesso. [Se ne va anche lui]
  • Fata Turchina: Vogliamo ragionare tra di noi? Tu sei buono, lo so, ma sei debole. Ti fai traviare dalle cattive compagnie. E ora raccontami sinceramente tutto ciò che ti è successo. Perché non sei tornato subito dal tuo babbo quando Mangiafuoco ti ha dato gli zecchini? E quanti zecchini ti ha dato Mangiafuoco...?
    Pinocchio: Quattro, li volevo portare al mio babbo, ma poi ho incontrato gli assassini...
    Fata Turchina: Ah sì? Hai incontrato gli assassini proprio mentre tornavi dal tuo babbo?
    Pinocchio: Sì, te l'ho detto, quando andavo a casa del mio babbo. [il naso si allunga] Aiuto, fatina mia! Guarda il mi' naso, cosa gli succede?!
    Fata Turchina: Caro Pinocchio, ci sono due specie di bugie: quelle che hanno le gambe corte e quelle che hanno il naso lungo. E le tue, per l'appunto, sono di quelle che hanno il naso lungo.
    Pinocchio: Sì, ho detto una bugia, Mangiafuoco mi ha dato cinque monete, una l'ho spesa per la carità... [il naso cresce di più] Fatina mia, guarda il mio naso, sembra un bastone! Perché si è allungato ancora? Io non ho detto una bugia, ho detto la verità! [il naso si allunga rompendo una finestra, la Fata ride] Aiuto!! Ti dirò la verità, va bene, non ho fatto la carità! Ho pagato la cena al Gatto e la Volpe!
    Fata Turchina: So tutto!
    Pinocchio: E allora perché mi fa' tante domande?! Per farmi di' le bugie? Sei cattiva!
    Fata Turchina: Pinocchio! Cosa dici? Per tua norma io sono fata, e le fate, come sanno tutti, non sono mai cattive.
    Pinocchio: Non posso nemmeno strapparmi i capelli dalla testa perché sono di legno! Tu non sei una fata, sei una strega! [la Fata si offende]
    Lumaca: Ora vo' a prendere un bastone... e si dà una bella lezione a questa birba matricolata!
    Fata Turchina: No, lasciaci soli... È stato un duro colpo, ma passerà. Il bimbo è stato fuorviato dalle cattive compagnie.
    Pinocchio: Sbrigati!
    Fata Turchina: Non aver paura. Vuoi bene alla fatina che ti ha fatto diventare bambino?
    Pinocchio: Tanto, ma ora sono burattino e se vuoi che ti voglia bene fammi tornare subito bambino!
    Fata Turchina: Certo.
    Pinocchio: E scorciami il naso!
    Fata Turchina: Sicuro! Ma sappi una volta per sempre che tutto quello che faccio è a fin di bene.
    Pinocchio: Anche il naso lungo?
    Fata Turchina: Anche quello, così impari che non si devono dire bugie.
    Pinocchio: Come ti voglio bene, fatina mia... E come sei buona...
    Fata Turchina: Sei te che devi diventare buono.
    Pinocchio: Farò tutto quello che mi dirai.
    Fata Turchina: Va bene, resterai con me per qualche tempo, e se diventerai veramente buono, farò venire Geppetto e ti restituirò a lui!
    Pinocchio: Davvero? Uuuh, che bella notizia che mi dai! Ma adesso fammi tornare subito bambino perché Geppetto non mi deve veder così! [la Fata suona un campanello] E ora cosa succede?
    Fata Turchina: Sono i miei amici uccellini che ti beccheranno il naso, così si accorcerà e tu tornerai come prima.
    Pinocchio: Ma io non voglio restare burattino neanche col naso corto!
    Fata Turchina: Abbi pazienza e vedrai!
  • Pinocchio: [Sopravvissuto alla tempesta, Pinocchio si mette in piedi su una barca nella speranza di vedere il padre ancora vivo] Oh, babbo. Babbino mio, dove sei? Chi mi darà da mangiare? Come faccio senza di te? Ho perso anche le scarpe. Chi mi darà le mi' scarpe? Oh, babbo. Babbino mio, dove sei?
    Lucignolo: La smetti di lamentarti?
    Pinocchio: [trova Lucignolo nascosto sotto la barca] Chi sei?
    Lucignolo: Te ne vuoi andare?
    Pinocchio: Perché?
    Lucignolo: Perché sì.
    Madre di Lucignolo: Oh, Lucignolooo! Lucignolooo! Lucignolooo!
    Lucignolo: Svelto: alzati in piedi e fa' finta di nulla! Alzati, ti ho detto! Chi vedi?
    Pinocchio: Un carabiniere con una donna.
    Lucignolo: È mi' madre! Bada a te: se fai lo stupido, ti ammazzo.
    Pinocchio: E che debbo fa'?
    Lucignolo: Fai che stai zitto! Capito? Cretino.
    Madre di Lucignolo: Oh, Lucignolooo! Lucignolooo! Mi fai morire di crepacuore! Questa volta non la passi liscia!
    Pinocchio: E se mi dicono qualcosa?
    Lucignolo: Digli che non mi hai visto, che non ci sono. Capito? Imbecille.
    Madre di Lucignolo: Lucignolooo! Dove sei?
    Lucignolo: Dove vanno? Vengono qui?
    Pinocchio: Sì, ma forse non ce la fanno.
    Madre di Lucignolo: Lucignolo! Oh, Lucignolo!
    Carabiniere: Sei tu Lucignolo?
    Pinocchio: No.
    Madre di Lucignolo: No, non è lui!
    Carabiniere: Da quanto tempo sei qui?
    Pinocchio: Non so. Da prima che facesse giorno.
    Carabiniere: Hai visto un ragazzo... com'è? Moro?
    Madre di Lucignolo: Moro. Moro.
    Carabiniere: ...moro. Com'é? Alto?
    Madre di Lucignolo: Alto.
    Carabiniere: Alto. Con la faccia da delinquente.
    Madre di Lucignolo: Questa volta, suo padre lo ammazza.
    Pinocchio: Qui no. [trattenendosi il naso] Qui non c'è nessuno, ci sono solo io.
    Madre di Lucignolo: E allora non ci rimane che andare al canale. Siate gentile, abbiate pazienza. Questo figliolo mi farà ammattire.
    Carabiniere: Ehi, tu. Tornatene a casa.
    Madre di Lucignolo: Lucignolooo! Oh, Lucignolooo...
    Pinocchio: Oh, puoi uscire: se ne sono andati via. Oh! Puoi uscire!
    Lucignolo: [uscendo da sotto la barca] Bravo. Gli hai risposto proprio bene.
  • Lucignolo: Quella, vedi, è la scuola!
    Pinocchio: E tu ci vai?
    Lucignolo: Quando piove o quando fa freddo, grullo!
    Pinocchio: Anche a me non piace anda' a scuola.
    Lucignolo: E bravo testa di legno!
    Pinocchio: Il mi' babbo m'aveva fatto di legno, ma la mattina dopo, appena mi sono alzato, mi sono ritrovato bambino.
    Lucignolo: E io sono nato sotto un cavolo!
    Pinocchio: Davvero?
    Lucignolo: Sì, sotto un cavolo dell'orto!
    Pinocchio: Non ci credo.
    Lucignolo: E io devo credere a te?
    Pinocchio: Certo! Il mio babbo si chiama Geppetto e fa il falegname povero.

[Geppetto, Pinocchio sono fuggiti dal Pesce-Cane in groppa al Tonno]
Tonno: Comincio ad essere un po' stanco. L'acqua si fa bassa, tra poco vi lascio. [all'orizzonte si profila la costa toscana, Geppetto e Pinocchio vengono lasciati a riva]
Geppetto: Grazie signor Tonno! Grazie tante!
Pinocchio: Grazie.
Geppetto: Grazie per averci salvato! Arrivederci.
Pinocchio: Vieni? Andiamo!
Geppetto: Eh?
Pinocchio: Ho fame.
Geppetto: Eccola, ci siamo!
Pinocchio: Guarda! Laggiù! C'è una casa! Ci daranno qualcosa da mangiare! Corri!
Geppetto: Ci danno da mangiare? Eh, speriamo.
Pinocchio: Corri!
Geppetto: Piano! Piano, non ce la faccio! Sono stanco, io!
Pinocchio: Non aver paura babbino, ormai ci sono io!

Canzoni

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Canzone di Pinocchio

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Perché, perché, perché sono un monello?
Perché, perché, perché son senza cuore né cervello?
Perché son libero e giocondo?
Perché, perché son nato giramondo?

Perché, perché non voglio andare a scuola?
Perché, perché dai libri non imparo una parola?
Perché la vita è tanto bella?
Eppur, si sa, non tutto il mondo balla.

A tutti questi cento e più perché, perché
io cerco una risposta anche per te
e urlano, strillano, corrono, mi vogliono ubbidiente,
docile, vinto e come un burattino
mi vorrebbero guidar,
è vietato schiamazzar, è proibito brontolar,
il bambino ha da ubbidir, fare i compiti e studiar.

Lo so, lo so, lo so sono monello.
Lo so, lo so, lo so son senza cuore né cervello.
Lo so, son proprio un giramondo
eppur non so piegarmi a questo mondo.

Io scappo e mi ribello, sai perché, perché?
Perché sono un bambino come te!
E spiegalo, diglielo, cantalo, che scoppi il finimondo,
urlalo, strillalo, la vita è tanto bella
e la vorrei goder.
Basta poco per campar, che m'importa di studiar?
Non si può solo ubbidir, voglio vivere e capir.

Lo so, lo so, lo so sono monello.
Lo so, lo so, lo so son senza cuore né cervello.
Lo so, son proprio un giramondo
eppur non so piegarmi a questo mondo.

Lo so, lo so, lo so sono monello.
Lo so, lo so, lo so son senza cuore né cervello.
Lo so, son proprio un giramondo
eppur non so piegarmi a questo mondo.

Canzone di Geppetto

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Come è triste l'uomo solo che si guarda nello specchio.
Ogni giorno un po' più vecchio, che non sa con chi parlare,
passa giorno dopo giorno, senza avere, senza dare...
Quando il sole va a dormire ed il cielo si fa scuro,
resta solo una candela ed un'ombra sopra il muro.

Per non essere più solo mi son fatto un burattino,
per avere l'illusione d'esser padre di un bambino
che mi tenga compagnia, senza darmi gratta capi.
Che non usi la bugia come pane quotidiano
e che, adesso che son vecchio, possa darmi anche una mano.

Come è stato lo sapete,
è la storia di Pinocchio,
naso lungo e capo tondo;
Che va in giro per il mondo,
che pretende di pensare
e su tutto ragionare.

Chi mi dice di ascoltarlo, chi mi dice di punirlo.
Ma non so che cosa fare, non è facile educare.
Lui non vuole andare a scuola, lui non vuole lavorare...
Debbo dirvi in confidenza che com'è non mi dispiace,
m'è riuscito proprio bene! Più lo vedo e più mi piace.

Canzone del Grillo e della Fata

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Lo chiamavano "tre per tre"
ma nessuno lo sa, il perché.
Lo sapeva soltanto il Grillo,
chi vivrà vedrà.

Grillo mio, dimmi tu il perché
lo chiamavano "tre per tre".
Tre per tre fa soltanto nove,
chi vedrà vivrà.

Altri progetti

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