La Cina è vicina
film del 1967 diretto da Marco Bellocchio
La Cina è vicina
Titolo originale |
La Cina è vicina |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1967 |
Genere | commedia |
Regia | Marco Bellocchio |
Soggetto | Marco Bellocchio |
Sceneggiatura | Marco Bellocchio, Elda Tattoli |
Produttore | Franco Cristaldi |
Interpreti e personaggi | |
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La Cina è vicina, film italiano del 1967, regia di Marco Bellocchio.
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Certamente sarebbe preferibile la ragazza borghese, per violentare in lei soprattutto la classe a cui appartiene. Ma dal momento che tale ragazza non entra mai per buona educazione in uno stato ipnotico e quando si lascia sfilare le mutande lo fa a ragion veduta, ci conviene prima farci le ossa con suddetta Giuliana. (Camillo)
- Senti, Elena, tu sarai furba quanto vuoi ma certamente non capisci che a diciassette anni si può essere marxisti-leninisti ma si pretende dalla propria sorella che non si faccia sbattere. Cosa vuoi, ci siamo passati tutti, il mondo può andare a rotta di collo ma la sorella non si tocca. (Vittorio, alla sorella)
- Com'è vero Iddio se non voti per me io ti licenzio. (Vittorio, alla domestica)
- Tu sai che vado a letto con Vittorio, solo che lui ha una grande paura che possa capitarmi quello che per esempio è capitato a Elena e naturalmente fa tutto il possibile per evitarlo. Insomma, per parlar chiaro, se tu vuoi farti sposare da Elena perché aspetta un figlio, anch'io voglio farmi sposare da Vittorio, per questo tu devi fare in modo che io abbia un figlio. (Giovanna, a Carlo)
- A parte l'incauta ma breve parentesi comunista, interrotta sdegnosamente per i tragici fatti d'Ungheria, io sono passato attraverso tutti e quattro i partiti del centrosinistra. Questa disinvolta disponibilità politica, comune del resto a tanti altri italiani non è evidentemente un indice di leggerezza morale, ma la migliore garanzia che il centrosinistra non è soltanto una colazione politica d'emergenza, ma un'alleanza messa in cammino molto tempo fa e che doveva inesorabilmente realizzarsi. (Vittorio, sul palco del comizio elettorale)
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Don Pino: Cos'hai, caro, da accusare?
Giacomo: Accuso lei prima di tutto, se ha il candore di chiedermi ch'io debba accusare.
Don Pino: No, di che cosa ti accusi, voglio dire: è un riflessivo.
Giacomo: Mi accuso di non accusarla e mi scuso di quest'accusa. Pur sempre l'accuso di non poterla accusare.
Don Pino: Ho l'impressione che tu non sia ben disposto al sacramento.
Giacomo: Sarei ben disposto ad essere disponibile se potessi disporre di una buona disposizione, ma essendo mal disposto ad essere disponibile ovviamente non ho alcuna disponibilità di buona disposizione. - Medico [interrotto mentre stava per far abortire Elena]: La sua apparizione, padre, è stata per me la mia Damasco.
Parroco: Di questo ringraziamo il Signore.
Medico: Reverendo, vorrei confessarmi.
Infermiere: Anch'io, reverendo padre, di tutto.
Carlo [all'infermiera]: E lei non si confessa?
Infermiera: Non ho niente da perdere.
Medico: Il suo perdono, padre, mi ha folgorato, tanto che vorrei tangibilmente dimostrarle la mia eterna riconoscenza con un'offerta per la sua parrocchia.
Citazioni su La Cina è vicina
modifica- Era uno slogan scritto in quegli anni dai gruppuscoli maoisti, uno slogan che mi aveva riferito mio fratello. Lo adorai subito come titolo, perché creava quella distanza siderale che volevo rappresentare nel mio film, che raccontava di una politica piccola e provinciale. Era, insomma, una cosa comica, provocatoria e grottesca, un modo per dire che ci poteva essere una ventata rivoluzionaria che poteva spazzare via i parassiti politici di allora. (Marco Bellocchio)
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