Kulārṇava Tantra
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Kulārṇava Tantra, testo della tradizione tantrica del Kula.
- Il guru è un padre, il guru, è una madre, il guru è Dio, il Signore supremo. Quando Śiva è irato, il guru protegge [dalla sua ira]. Quando il guru è irato, nulla serve [a proteggere da lui].[1]
- Nella via tantrica della vita, il godimento (bhoga) diventa yoga, il cosiddetto vizio diventa virtù, e il mondo, altrimenti considerato la causa della schiavitù, diventa un mezzo per la liberazione.[2]
- Alcuni preferiscono il non-dualismo, altri scelgono il dualismo. Ma essi sanno che la mia Realtà trascende il dualismo e il non dualismo.
- Some choose nondualism, others choose dualism. But they know my Reality as transcending dualism and nondualism. (Śiva, I.19)[3]
- La percezione è la prova accettata da tutti gli esseri. Coloro che si oppongono alla verità sono sconfitti dalla forza della percezione della verità. Chi può conoscere l'invisibile? La vera filosofia è quella che dà risultati tangibili. (II.88-89)[4]
- Per chi non sa questo, la propria consorte a cui deve unirsi giace incosciente, ma così conosce, sa che essa è la consorte interiore, ben desta, la shakti con cui compiere la propria unione. L'effluvio di beatitudine che è prodotto dall'amplesso della coppia divina del Supremo Shiva e la Suprema Dea, questo è l'unico e vero significato dell'unione sessuale. Chi in altro modo si unisce a una donna, non è altro che un animale che copula. (V.111-112)[5]
- Il corpo è il tempio di Shiva. (IX.41)
- The body is the temple of God.[6]
- Non vi sono comandamenti, non vi sono proibizioni. Nemmeno esistono meriti o demeriti; inferno e paradiso non esistono per i seguaci del Kula, o Dea del Cuore. (IX.59)[7]
- Il sole asciuga ogni cosa nel mondo, il fuoco consuma ogni cosa (e ancora il sole e il fuoco si mantengono puri); così anche lo yogin, pur sperimentando tutti i piaceri, non è contaminato dal peccato. (IX.76)[8]
- In quella sera, l'adepto | potrà, se lo desidera, | invitare a casa sua una donna | che sappia ciò che si aspetta da lei | e che sia conseziente. (X.2)[9]
- Allora, come si fa con un idolo, | mediante i mantra appropriati, | egli farà scendere su di lei | la divina Shakti | che da quel momento abiterà in lei | per tutto il tempo di questo rito. (X.8)[9]
- E quando la vedrà raggiante | e pronta a darsi a lui, | egli canterà ancora un inno | come azione di grazie | alla Dea Sovrana. (X.13)[9]
- Unendosi alla donna, infatti, | nel segreto della casa, | è come se si venerasse | la Shakti nei templi | ove ne viene celebrato il culto. (X.18)[9]
Note
modifica- ↑ Citato in André Padoux, Tantra, traduzione di Carmela Mastrangelo, a cura di Raffaele Torella, Einaudi, 2011, p. 182.
- ↑ Citato Mishra 2012, p. 45.
- ↑ Citato in Georg Feuerstein, Tantra, the path of ecstasy, Shambala publications, 1998, p. 126.
- ↑ Citato in Mishra 2012, p. 99.
- ↑ Citato in Cattive tradizioni. Estratti dalla via della mano sinistra, a cura di Fabio Zanello, Coniglio editore, Roma, 2008.
- ↑ Citato in Georg Feuerstein, Tantra, the path of ecstasy, Shambala publications, 1998, p. 126.
- ↑ Traduzione propria da Douglas Renfrew Brooks, The ocean of the hearth: selection from the Kulārṇava Tantra; in Tantra in practice, a cura di David Gordon White, Motilal Barnasidass, 2001 (Princeton University Press, 2000), p. 357.
- ↑ Citato in Mishra 2012, p. 340.
- ↑ a b c d Citato in Varenne 2010, p. 162 e segg.
Bibliografia
modifica- Kamalakar Mishra, Tantra. Lo Śivaismo del Kaśmīr, traduzione di P. Zanoni, Lakṣmī, Savona 2012.
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