Il seme della violenza

film del 1955 diretto da Richard Brooks

Il seme della violenza

Immagine Blackboard Jungle (1955 poster).jpg.
Titolo originale

Blackboard Jungle

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1955
Genere drammatico
Regia Richard Brooks
Soggetto Evan Hunter (romanzo)
Sceneggiatura Richard Brooks
Produttore Pandro S. Berman
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Il seme della violenza, film statunitense del 1955 con Glenn Ford, regia di Richard Brooks.

Dialoghi modifica

  Citazioni in ordine temporale.

  • Edwards: Ha consigli per un pivello?
    Murdock: Due: non faccia l'eroe e non volti mai le spalle alla classe.
  • Anne: Non devi ritornare più in quella scuola, mai più.
    Richard: Oh sì, ci tornerò. Mi hanno pestato ma non battuto: c'è una gran differenza.
  • Richard: Quale scopo c'è di insegnare a dei ragazzi che non vogliono imparare? E lei mi deve credere: non vogliono.
    Kraal: Hai torto. Sei come il cieco che incontrò l'elefante, gli toccò la coda e disse: "Ah, l'elefante somiglia al serpente".
  • Gregory: Tutti imparano qualche cosa a scuola, anche i maestri.
    Richard: Sì, questo è vero.
    Gregory: E per noi sarebbe seccante istruirne uno nuovo.

Citazioni su Il seme della violenza modifica

  • Conta per le qualità morali (sincerità, coraggio, buone intenzioni) più che per quelle estetiche. Difficile dire dove finisca la tenerezza del regista e dove cominci l'irrealismo ingannatore delle sue proposte. (il Morandini)
  • È un film che alla sua uscita fece scandalo per la crudezza con cui descriveva la violenza degli slum, ma rivisto oggi la sua presa di posizione a favore del professore progressista con gli occhi chiari e il cuore d'oro appare un po' facile. (Il Mereghetti)
  • Il seme della violenza è un film sorprendente: più del libro dal quale è tratto e, a guardar bene, con differenze sostanziali; esso commuove e pone problemi vivaci, strappa consensi, scuote la fantasia e fa appello alla nostra coscienza: proprio come accadeva un tempo, prima della guerra, anche con film minori che venissero di là, dall'America. Il merito primo di Richard Brooks, il quale tra i così detti registi ribelli è uno dei più sinceri e dotati [...], è quello di non aver avuto paura della paura, di aver aperto così un altro spiraglio nella crisi del coraggio e nelle tenebre maccartiste della produzione standard hollywoodiana. (Guido Aristarco)
  • Non privatevi del film Il seme della violenza. Doveva rappresentare l'America a Venezia l'anno scorso, ma un intervento della signora Luce,[1] che è, che non è, lo tolse di gara. Politica. Infondati, opinabili timori: il solito flemmoncino di intolleranza, di suscettibilità nazionalistica, per il quale non si trovò, o non agì subito, un efficace antibiotico. Signora Luce, abbia pazienza: mi dica qual è la massima riverenza che l'etichetta ambisce ch'io Le faccia, e da me ne avrà una dieci volte più garbata e devota; ma ciò non mi vieterà di manifestarle, come uomo di cinema, come artista, il mio rincrescimento e la mia disapprovazione. (Giuseppe Marotta)

Note modifica

  1. Clara Booth Luce, ambasciatrice degli Stati Uniti in Italia.

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