Il ritratto di Jennie
film del 1948 diretto da William Dieterle
Il ritratto di Jennie
Titolo originale |
Portrait of Jennie |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 1948 |
Genere | drammatico, fantastico |
Regia | William Dieterle |
Soggetto | Robert Nathan (romanzo) |
Sceneggiatura | Paul Osborn, Peter Berneis, Leonardo Bercovici |
Produttore | David O. Selznick |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Note | |
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Il ritratto di Jennie, film statunitense del 1948 con Joseph Cotten e Jennifer Jones, regia di William Dieterle.
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- La scienza insegna che nulla muore ma solo si trasforma, che il tempo stesso non trascorre ma si incurva attorno a noi, e passato e futuro ci sono accanto, assieme, per sempre. (Voce narrante)
- Nessuno come una vecchia zitella se ne intende di amore. (Spinney)
- Mia madre diceva sempre: "Quando lo stomaco lavora poco, lavora troppo la testa". (Gus)
- Sapete perché mi piace? [...] Perché il viso di questa fanciulla mi ricorda il passato, e dev'esserci qualcosa di al di fuori del tempo in una donna, qualcosa di eterno, lo si vede in tutti i ritratti più famosi, son donne che potresti incontrare anche oggi e che anche oggi ti ispirerebbero. (Matthews)
- Invecchiando si impara a credere in tante cose che non si vedono. (Spinney)
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Jennie: Che cosa stupenda il mondo! E il sole che ogni giorno si spegne nel cielo, come ha fatto ieri, e farà domani.
Eben: Quand'è domani, Jennie?
Jennie: Oh, non ha importanza. È sempre. Oggi era domani una volta.
Eben: Da dove vengo nessuno sa e dove vado tutto va.
Jennie: Cos'è? La conosco.
Eben: Certo, me l'hai cantata tu, nel parco.
Jennie: Ah sì? Non me la ricordo.
Eben: Il vento soffia, il mare urla... e Iddio sa.
Citazioni su Il ritratto di Jennie
modifica- Ogni tanto, in quei melanconici tornei per letterati si ripete la domanda: Quali autori salvereste? oppure: in quale epoca vorreste vivere? Le opinioni dei letterati sono varie, oscillano da Dante a Panzini, dal Settecento al 1910, ma il pubblico del cinema ha già scelto: salverebbe i «romantici», vorrebbe vivere in quell'epoca felice che è il «sogno». Così si spiega l'insuccesso che ottengono da noi i nostri migliori film realistici («... viviamo già fra tante brutture che...») e il successo di libri e di film come Ritratto di Jennie, dove la Delicatezza vince la logica e dove i Diritti dell'Anima, sostenuti con scarso pudore, s'impongono persino su una platea romana in piena digestione. (Ennio Flaiano)
- Sospeso tra melodramma e thriller psicologico, il film di Dieterle, una "fragile storia di fantasmi", fu molto amato da Luis Buñuel per la sua magica combinazione di favola e di "amour fou" e soprattutto per i suoi virtuosi incantesimi figurativi (viraggi di vario colore, technicolor finale). (Piero Di Domenico)
- Uno dei più squisiti film fantastici nella storia di Hollywood. Un po' velleitario come riflessione su grandi temi (vita, morte, amore, arte), ma figurativamente suggestivo. Stupenda fotografia di Joseph August che rischiò di vincere un Oscar. (il Morandini)
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