Il conformista (film)

film del 1970 diretto da Bernardo Bertolucci

Il conformista

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Marcello (Jean-Louis Trintignant) e Giulia (Stefania Sandrelli) in una scena del film

Titolo originale

Il conformista

Lingua originale italiano
Paese Italia, Francia, Germania Ovest
Anno 1970
Genere drammatico
Regia Bernardo Bertolucci
Soggetto Alberto Moravia (romanzo)
Sceneggiatura Bernardo Bertolucci
Produttore Maurizio Lodi-Fè
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

Il conformista, film del 1970 con Jean-Louis Trintignant e Stefania Sandrelli, regia di Bernardo Bertolucci.

  Citazioni in ordine temporale.

  • Chissà a che serve! Però non è dorata come me l'immaginavo. Vista da lontano è quasi più piccola di quella che ho sul comodino. Dicono che almeno una volta al mese c'è qualche innamorato che si butta di sotto. Che scemi! (Giulia) [guardando da lontano la Torre Eiffel]
  • Le persone veramente serie non sono mai serie. (Luca)
  • Che strano sogno ho fatto. [...] Ero cieco e voi mi portavate in Svizzera, in una clinica, per farmi operare. [...] Ed era il professor Quadri che mi operava. L'intervento riusciva, riacquistavo la vista e partivo con la moglie del professore. Si era innamorata. (Marcello)
  • [...] per me vigliacchi, invertiti ed ebrei sono tutti una razza. Fosse per me li metterei al muro tutti insieme. Anzi, bisognerebbe eliminarli subito, appena nati. (Manganiello)

Dialoghi

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Italo: Ma che t'aspetti dal matrimonio?
    Marcello: Vedi, l'impressione della normalità.
    Italo: "La normalità..."
    Marcello: Sì, la stabilità, la sicurezza. La mattina mentre mi vesto mi guardo nello specchio mi sembra che la mia immagine sia diversa da quella di tutti gli altri.
  • Italo: È strano, però... Tutti vorrebbero sembrare diversi dagli altri e tu invece vuoi somigliare a tutti.
    Marcello: Una decina d'anni fa mio padre era a Monaco. Mi ha raccontato che spesso al sera dopo il teatro andava con gli amici in una birreria e c'era uno squilibrato, un po' buffo, che parlava di politica. Era diventato un'attrazione. Gli pagavano da bere, lo eccitavano e lui saliva su un tavolo e faceva dei discorsi da pazzo furioso. Era Hitler.
  • Giulia: Se vuoi sposarti devi comunicarti e se vuoi comunicarti devi confessarti, se no... lui non ci sposa!
    Marcello: Ma io non sono credente.
    Giulia: Ah, e chi lo è? Il 90% della gente cha va in chiesa mica è credente. E i preti stessi...
  • [Dopo che Marcello è stato accusato di aver ereditato la sifilide dal padre]
    Madre di Giulia: A proposito, la mia bambina ha avuto gli orecchioni, la scarlattina, il morbillo e la rosolia!
    Marcello: Malattie profondamente morali.
 
«Mediocre. Piena di idee meschine. Di piccole ambizioni meschine. Sì, tutta letto e cucina.» (Marcello)
  • Prete: Da quanto tempo non ti confessi?
    Marcello: Da quando ho fatto la prima comunione.
    Prete: Male, figlio. Molto male. Quanti anni hai?
    Marcello: Trentaquattro.
    Prete: Ed hai vissuto tutto questo tempo come una bestia! Dimmi, quali peccati hai commesso?
    Marcello: Li ho commessi tutti, anche i più gravi.
    Prete: Tutti?
    Marcello: Tutti. Ho anche ucciso.
    Prete: Hai ucciso? E non hai sentito il bisogno di confessarti?
    Marcello: Come?
    Prete: Non hai sentito il bisogno di correre a confessarti?
    Marcello: Avevo tredic'anni.
    [...]
    [Marcello racconta che il 25 marzo 1917 è stato adescato da un autista di nome Pasqualino Semirama. Confessa di averlo ucciso con una pistola mentre stavano per iniziare un rapporto sessuale]
    Marcello: Sembra quasi che un peccato di sodomia per la Chiesa sia più grave dell'uccisione di un uomo.
    Prete: Come ti permetti?! Insolente! Ricordati che io sono un prete e tu sei un peccatore! E dopo quella volta hai avuto altri rapporti con uomini?
    Marcello: No, vita sessuale normale.
    Prete: Vale a dire?
    Marcello: Il bordello verso i diciottanni e poi soltanto rapporti con donne.
    Prete: E questa secondo te è una vita sessuale normale?
    Marcello: Sì, perché?
    Prete: Ma tu l'hai vissuta sempre nel peccato. "Normale" vuol dire "matrimonio", avere una moglie, una famiglia.
    Marcello: È quello che voglio.
    Prete: Bravo, bravo, bravo...
    Marcello: Sto per costruirmi una vita normale. Sposo una piccola borghese.
    Prete: Allora deve essere una brava ragazza.
    [Il prete guarda Giulia in lontananza]
    Giulia [a Marcello]: Parla, sbrigati.
    Marcello: Mediocre. Piena di idee meschine. Di piccole ambizioni meschine. Sì, tutta letto e cucina.
    Prete: Non usare queste espressioni.
    Marcello: La normalità. Voglio costruire la mia normalità, faticosamente.
    Prete: Ma nella religione.
    Marcello: Fuori dalla religione! Dio è così buono, la Vergine è così materna, Cristo è così misericordioso... e il prete è pieno di... di comprensione. Non avete provato alcun orrore per il mio crimine, solamente un po' di stupore perché non sono venuto subito a confessarmi.
    Prete: Devi pentirti, figliolo. Devi implorare perdono.
    Marcello: Mi sono già pentito. Voglio che il perdono me lo dia la società. Sì, mi confesso oggi per la colpa che commetterò domani. È il sangue che lava il sangue. Il prezzo che mi chiede la società io lo pagherò.
    Prete: Fai parte di quelche setta, di qualche gruppo sovversivo?
    Marcello: No, no... Faccio parte dell'organismo che dà la caccia ai sovversivi.
    Prete: Ego te absolvo peccatis tuis.
  • Marcello: Com'è un uomo normale secondo te?
    Italo: "Un uomo normale"? Per me un uomo normale è quello che si volta per la strada per guardare il sedere di una bella donna che passa e scopre che non è il solo ad essersi voltato. E ce ne sono almeno cinque o sei. Ed è contento se scopre gente uguale a lui. I suoi simili. Perciò gli piacciono le spiagge affollate, le partite di football, i bar del centro...
    Marcello: ...e le adunate oceaniche a Piazza Venezia.
    Italo: Ama quelli che sono come lui. E diffida di quelli che sente diversi. Per questo l'uomo normale è un vero fratello, un vero cittadino, un vero patriota, un vero...
    Marcello: ...un vero fascista.
    Italo: Ti sei mai chiesto com'è che siamo amici? Perché noi due siamo diversi dagli altri. Siamo animali della stessa razza.
 
Una scena del film
  • Marcello: Hai amato un altro prima di me, poco male... Chi era?
    Giulia: Un uomo di sessant'anni. Un vecchio disgustoso. era un amico di famiglia.
    Marcello: Chi è?
    Giulia: L'avvocato Perpuzio.
    Marcello: Perpuzio?! Ma era uno dei testimoni [di nozze]!
    Giulia: Ha insistito tanto. Come facevo a dire di no?
  • Giulia: E lui entrò, pianissimo. Venne dietro di me e mi chiese "Che fai?" [...] "Il tema d'italiano" dissi. E lui mi prese per i capelli. Ma io pensa che lo chiamavo "zio". Mi ha sbottonato la camicetta. Ero molto sviluppata a quindici anni. E lui ha stretto. Mi ha presa e ha stretto da farmi svenire! Poi non so, ero distesa sul letto. E lui mi stava sopra, allora ho capito tutto e m'è andata via la forza.
    Marcello: Ma ti piaceva?
    Giulia: Ero passiva.
    Marcello: E poi?
    Giulia: Mi ha fatto tutto quello che ha voluto. Ma come ho pianto! E per consolarmi mi disse che era pazzo, completamente pazzo di me!
  • Luca: Non poteva portarmi da Roma un regalo migliore di questi ricordi, Clerici: i prigionieri incatenati di Platone.
    Marcello: E come ci somigliano.
    Luca: Che cosa vedono?
    Marcello: Che cosa vedono?
    Luca: Lei che viene dall'Italia dovrebbe saperlo per esperienza.
    Marcello: Vedono solo le ombre che il fuoco proietta sul fondo della caverna che è davanti a loro.
    Luca: Ombre, i riflessi delle cose. Come accade a voi altri oggi in Italia.
    Marcello: Se quei prigionieri fossero liberi di parlare non chiamerebbero forse realtà quelle loro visioni?
    Luca: Sì, sì, bravo. Scambierebbero per realtà le ombre della realtà. Il mito della caverna [...]
  • Luca: Clerici, mi ero convinto che lei fosse il tipo dell'italiano nuovo.
    Marcello: È un tipo che non esiste ancora, ma lo stiamo creando.
    Anna: Con la repressione?
    Marcello: No, con l'esempio.
    Anna: Dando l'olio di ricino? Buttando la gente in prigione? Torturandola? Ricattandola?
  • [25 luglio 1943, Caduta del fascismo: Mussolini viene destituito.]
    Giulia: Ma perché vuoi andare?
    Marcello: Voglio vedere come cade una dittatura.

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